Sinistra Italiana a Carpi: come ammazzare l’unità delle sinistre in culla a suon di manifesti.

Da un lato abbiamo le cronache nazionali dell’incoronazione di Grasso, che sancisce la fine dell’ipotesi dell’unica lista di sinistra, dato che MDP, Sinistra Italiana e (purtroppo) Possibile, hanno deciso che non c’era bisogno di ulteriori sforzi per tenere insieme il percorso avviato con il Brancaccio e che comprendesse anche Rifondazione Comunista, nonostante le belle parole e i discorsi dell’estate scorsa.

Dall’altro, a livello regionale, esce proprio in questi giorni l’impietosa notizia che in Emilia Romagna, con l’avvallo delle amministrazioni locali e di quella regionale, ci siamo fumati in un solo anno 220mila ettari di terreno agricolo (lo dice la Coldiretti, mica quegli esagitati di Greenpeace…).

Nel mezzo, stasera spunta dalla pagina carpigiana di Sinistra Italiana (che a livello locale non ci sono né Liberi, né Uguali, ognuno continua ad andar per sé) questo bel manifesto (spero ardentemente lo facciano anche per affissione sulla pubblica via) che papale papale rivendica il merito alla Giunta (specificando, si badi bene, a piè di pagina “anche grazie al sostegno di Sinistra Italiana”), di aver riconvertito ben 224mila metri quadri (cioè 22 ettari e un po', se non mi sbaglio con gli zeri) da “edificabile” ad agricolo.

Ecco, se c’è una cosa che secondo me affoga la credibilità della sinistra (centrosinistra in questo caso?) è proprio questo tipo di propaganda farlocca, fatta per giustificare la propria esistenza in vita in una giunta, nella quale si è presenti in virtù di un consenso popolare inferiore al 2%, alla vigilia di una campagna elettorale nazionale che dovrà vedere anche gli esponenti di Sinistra Italiana (locale) dire peste e corna del PD (nazionale), cercando però di salvare il posto in giunta con il PD (locale), che l’anno dopo delle elezioni politiche, sarà già tempo di amministrative, e fra i “Liberi e Uguali” nostrani, c’è qualcuno che essendo più uguale degli altri, ha già deciso che l’alleanza con il PD non si discute (se non avete capito, tranquilli, mi sono perso anche io).

In questo bailamme, un siffatto manifesto, assume valore simbolico e anche sociologico, per chi si diverte a studiare le varie declinazioni delle sinistre italiane “di lotta e di governo” (a seconda che gli si garantiscano i posti o meno).

Innanzi tutto bisogna sapere che dal 2014 ad oggi, non risulta che SI abbia fatto un’iniziativa che sia una, specificatamente dedicata a spiegare quale fosse la sua posizione rispetto alle politiche urbanistiche di Carpi, piantata su un PRG di vent’anni fa, solo parzialmente (per fortuna) realizzato, ma che potenzialmente potrebbe consentire di cementificare ancora diverse centinaia (sto scarso) di ettari di territorio carpigiano, già abbondantemente asfaltato dalla precedente giunta Campedelli, sostenuta da quella lista “Sinistra per Carpi”, confluita in SEL e ora in SI (i candidati erano in larga parte sempre gli stessi).

A parte il mistero sugli orientamenti generali di SI, circa il fatto che quelle previsioni di costruzione debbano essere mantenute o meno nel nuovo piano comunale (che ora si chiama PSC), la comica di questo  manifesto sta nel fatto di attribuirsi come “merito” il semplice e burocratico avvallo delle richieste dei proprietari di aree edificabili che, stanchi di pagare IMU per terreni edificabili a mercato immobiliare bloccato da anni, di loro sponte chiedono al comune di rimodificare lo status di parte dei loro terreni da edificabile ad agricolo (con il rischio di una infinita parcellizzazione del disegno urbanistico, alla faccia di ogni ambizione di programmazione del territorio).

L’unica vera altra riduzione in termini di edificabilità è stata la rinuncia del Comune al faraonico Piano di Riqualificazione Urbana, previsto a ridosso della ferrovia(ne parlammo a lungo nei consigli comunali dal 2009 in poi), per il semplice fatto che era un progetto delirante già a mercato immobiliare attivo, figuriamoci con il mercato in crisi (per inciso, nel caso specifico, non sono neanche sicuro che l’area si stata ridestinata ad uso agricolo e quindi rientri nel conto citato dal manifesto in questione).

Quindi in sostanza, prima che partano le bordate anti PD della campagna elettorale nazionale, l’Assessore Galantini ci regala questo manifesto di propaganda pittorica, dove si rivendica il merito di avere avvallato una situazione di fatto, in assenza di qualunque reale indirizzo urbanistico che non sia assecondare gli interessi dei proprietari delle aree (e meno male che qualcuno di loro, obtorto collo,  rinsavisce).

Ecco, se io penso che come iscritto di Possibile, dovrei fare campagna elettorale “a braccetto” con l’assessore Galantini, mentre questo si preoccupa di rivendicare le progressive et meravigliose sorti del suo operare in giunta con il PD, per garantirsene in anticipo il prosieguo dal 2019 in poi,  come dire, faccio fatica a trovare gli stimoli giusti.
Invece, propagande smaccatamente ruffiane ed inconsistenti come queste, al limite della fake news oggi tanto di moda, su un tema che da sempre divide ogni sano ecologista dalle amministrazioni PD come il consumo di suolo nella nostra regione, mi danno un sacco di ulteriori motivi per prendere con grosse, lunghe e robuste molle tutta l’operazione “Liberi e Uguali”, nel momento che due su tre degli azionisti (e sono gli azionisti di maggioranza, cioè MDP e SI), mettono a repentaglio la credibilità di tutti, creando mitologiche distinzioni fra PD locale e nazionale, restando nelle giunte comunali e sostenendo quella regionale, e coprendosi pure di ridicolo con uscite di questo genere, per far sapere al partitone, che sotto sotto, la loro fedeltà non si discute.


Staremo a vedere, ma mi pare che la campagna elettorale prossima, per chi contava sulla rinascita di una sinistra autonoma, indipendente alternativa al sistema di potere attuale, oltre che alla destra, parta con i peggiori auspici.

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