Regionali 2024: il voto per l'Assemblea questa volta conta di più di quello per il Presidente

 

L’esito delle elezioni regionali in Emilia Romagna è sostanzialmente scontato: il centrodestra ha candidato Ugolini sostanzialmente sapendo di non vincere, i partiti della destra stanno usando le elezioni regionali per regolare qualche carriera personale (il caso della carpigiana Arletti) in un’ottica che non ha nulla a che fare con le questioni concrete delle scelte regionali (che, ad esempio, sulle questioni infrastrutturali è del tutto sovrapponibile alle politiche del centrosinistra).
La distanza di consensi fra Ugolini e Di Pascale è semplicemente abissale.

In questo contesto COSA e COME si vota per il consiglio regionale (pomposamente definita Assemblea Legislativa) può fare una notevole differenza.

Tenuto conto di come tutte le forze di centrosinistra si comportano una volta al governo (ovvero tutte sdraiate sull’esecutivo) è facile prevedere, come è avvenuto negli ultimi cinque anni, che NON ci si può aspettare dagli eletti delle liste PD, 5 Stelle e Alleanza Verdi Sinistra che svolgano il ruolo per il quale le assemblee dovrebbero esistere, ovvero fare i “cani da guardia” dell’esecutivo.

Per questo motivo, piuttosto che rifugiarsi nel sempre crescente non voto, le persone che hanno orientamenti radicali in termini di politiche sociali ed ambientali, dovrebbero veramente cercare questa volta di sostenere la proposta alternativa di Emilia Romagna per la Pace, l’Ambiente e il Lavoro.

Per chi è veramente preoccupato per il destino dei servizi pubblici, per il nostro territorio, per chi vuole capire come effettivamente vengono destinate le risorse del bilancio regionale, avere un consigliere di sinistra, autonomo dalla maggioranza, che non deve preoccuparsi di “coprire” i propri colleghi di partito in giunta, avere qualcuno in grado di avere accesso ad informazioni sulla gestione regionale, spesso di difficile accesso per il pubblico, metterle a disposizione per un’elaborazione collettiva e poter rilanciare con proposte concrete sull’azione della regione.

L’alternativa è quella che abbiamo visto in questi trenta anni di delirio maggioritario: il continuo svuotamento delle assemblee elettive, dai consigli comunali al Parlamento, ridotte a succursali di talk show dove le maggioranze non fanno che elogiare le azioni di governi nazionali e locali e le opposizioni abbaiano alla luna, in attesa del prossimo cambio di maggioranza.

Stiamo vivendo periodi di crisi eccezionale non solo dal punto di vista ambientale e sociale, ma anche per la qualità delle nostre democrazie.

Per questo motivo, calibrare bene il voto per il consiglio regionale, a questo giro, è più importante che in altre fasi.

Chi mi legge sa bene che questo si traduce nel mio appoggio alla lista Emilia Romagna per la Pace, l’Ambiente e il Lavoro.

E per chi ancora si muove nella logica binaria fra destra e “centrosinistra”, per chi ha sensi di colpa derivanti da antiche appartenenze o teme di aprire le porte all’invasioni dei barbari,  se proprio è questo che vi preoccupa nonostante sia scontento dell’operato del centrosinistra e la generale disaffezione per la politica, ricordatevi che per le elezioni regionali esiste il voto disgiunto: se proprio ci tenete potete votare De Pascale per la presidenza, ma vi invito caldamente a mettergli qualcuno che possa veramente morderlo alle caviglie sui temi che contano in consiglio regionale.

Nella migliore delle ipotesi, a livello di gestione del territorio, politiche per il lavoro e pubblicità dei servizi locali, il centrosinistra fa le cose giuste solo quando viene costretto.

Per farlo serve che nelle istituzioni ci sia una voce di sinistra veramente indipendente alle loro logiche di spartizione e di tutela dei soliti interessi di pochi.  


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