L’esito delle elezioni regionali in Emilia Romagna è
sostanzialmente scontato: il centrodestra ha candidato Ugolini sostanzialmente
sapendo di non vincere, i partiti della destra stanno usando le elezioni
regionali per regolare qualche carriera personale (il caso della carpigiana
Arletti) in un’ottica che non ha nulla a che fare con le questioni concrete delle
scelte regionali (che, ad esempio, sulle questioni infrastrutturali è del tutto
sovrapponibile alle politiche del centrosinistra).
La distanza di consensi fra Ugolini e Di Pascale è semplicemente abissale.
In questo contesto COSA e COME si vota per il consiglio
regionale (pomposamente definita Assemblea Legislativa) può fare una notevole
differenza.
Tenuto conto di come tutte le forze di centrosinistra si
comportano una volta al governo (ovvero tutte sdraiate sull’esecutivo) è facile
prevedere, come è avvenuto negli ultimi cinque anni, che NON ci si può
aspettare dagli eletti delle liste PD, 5 Stelle e Alleanza Verdi Sinistra che svolgano
il ruolo per il quale le assemblee dovrebbero esistere, ovvero fare i “cani da
guardia” dell’esecutivo.
Per questo motivo, piuttosto che rifugiarsi nel sempre
crescente non voto, le persone che hanno orientamenti radicali in termini di
politiche sociali ed ambientali, dovrebbero veramente cercare questa volta di
sostenere la proposta alternativa di Emilia Romagna per la Pace, l’Ambiente e
il Lavoro.
Per chi è veramente preoccupato per il destino dei servizi
pubblici, per il nostro territorio, per chi vuole capire come effettivamente
vengono destinate le risorse del bilancio regionale, avere un consigliere di
sinistra, autonomo dalla maggioranza, che non deve preoccuparsi di “coprire” i
propri colleghi di partito in giunta, avere qualcuno in grado di avere accesso
ad informazioni sulla gestione regionale, spesso di difficile accesso per il
pubblico, metterle a disposizione per un’elaborazione collettiva e poter
rilanciare con proposte concrete sull’azione della regione.
L’alternativa è quella che abbiamo visto in questi trenta
anni di delirio maggioritario: il continuo svuotamento delle assemblee elettive,
dai consigli comunali al Parlamento, ridotte a succursali di talk show dove le
maggioranze non fanno che elogiare le azioni di governi nazionali e locali e le
opposizioni abbaiano alla luna, in attesa del prossimo cambio di maggioranza.
Stiamo vivendo periodi di crisi eccezionale non solo dal
punto di vista ambientale e sociale, ma anche per la qualità delle nostre democrazie.
Per questo motivo, calibrare bene il voto per il consiglio
regionale, a questo giro, è più importante che in altre fasi.
Chi mi legge sa bene che questo si traduce nel mio appoggio
alla lista Emilia Romagna per la Pace, l’Ambiente e il Lavoro.
E per chi ancora si muove nella logica binaria fra destra e “centrosinistra”,
per chi ha sensi di colpa derivanti da antiche appartenenze o teme di aprire le
porte all’invasioni dei barbari, se
proprio è questo che vi preoccupa nonostante sia scontento dell’operato del
centrosinistra e la generale disaffezione per la politica, ricordatevi che per
le elezioni regionali esiste il voto disgiunto: se proprio ci tenete potete
votare De Pascale per la presidenza, ma vi invito caldamente a mettergli
qualcuno che possa veramente morderlo alle caviglie sui temi che contano in
consiglio regionale.
Nella migliore delle ipotesi, a livello di gestione del
territorio, politiche per il lavoro e pubblicità dei servizi locali, il
centrosinistra fa le cose giuste solo quando viene costretto.
Per farlo serve che nelle istituzioni ci sia una voce di
sinistra veramente indipendente alle loro logiche di spartizione e di tutela
dei soliti interessi di pochi.
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