Alla fine, in quel di Carpi, sono andate a votare circa
22.000 persone. Più di quelle che hanno garantito il plebiscito all’ultimo
sindaco Righi (che erano sotto le 20.000), ben più di quelle che sono andate a
votare per De Pascale alle regionali, che si fermarono a meno di 17.000.
In altri termini, i casi sono due: o è andato a votare anche
qualche lavoratore dipendente che di solito vota a destra, oppure è
andata a votare anche quella fetta dell’elettorato di sinistra che non è
rappresentata dal centrosinistra e che
da circa 3 lustri non trova rappresentanza istituzionale.
O un mix delle due cose.
In ogni caso, parliamo di spigolature sociologiche, davanti
al 60% che a votare non è andato.
Il risultato era largamente prevedibile e previsto (suppongo
anche dagli organizzatori stessi: aldilà della propaganda di circostanza non ho
visto nessuno fare campagna convinto davvero che il quorum fosse raggiungibile)
e, per quanto riguarda Carpi, dai primi
commenti post voto, vedo per attivisti e qualche consigliere comunale di centrosinistra che sul
tema si erano un minimo spesi pubblicamente, il persistere della pericolosa
illusione che il PD (gli altri partiti praticamente non esistono dal punto di
vista organizzativo in quel di Carpi) sia ancora l’erede del “partito dei
lavoratori”, pure quando i lavoratori lo votano in minoranza alle elezioni e
non si presentano neanche ad una competizione referendaria che li riguarda.
Se dovessi basarmi sulla mia “bolla”, direi che la base dei
votanti che diligentemente è andata ai seggi (io compreso) era più che altro
costituita da professionisti a partita IVA, dipendenti pubblici e pensionati
(ovvero tutti quelli che non avevano nulla da guadagnare dai primi 4 referendum
e si sono comunque divisi su quello della cittadinanza, a conferma che la propaganda anti-immigrati ha comunque sempre avuto una base anche a sinistra. Del resto, per chi era piccolo negli anni '70, basta ricordare cosa pensavano i tanti operai "comunisti" emiliani dei meridionali che arrivavano a frotte dal sud).
I giovani, che sono quelli più danneggiati dalle leggi che si volevano abolire, oltre ad essere ormai statisticamente irrilevanti a fini elettorali, non hanno comunque partecipato né alla campagna né al voto, se non per una piccola minoranza
Sicuramente non esiste al momento neanche una opposizione “generazionale”
allo status quo: i giovani che fanno riferimento ad un concetto molto vago di “sinistra”,
pare abbiano anche loro interiorizzato, dopo trent’anni di martellante
propaganda anche del centrosinistra e in assenza di alternative, l’aberrazione
dell’ideologia (finto) meritocratica del capitalismo, il cui primo teorema è che
ce la si può cavare (o affondare) solo da soli (magari, giustamente,
andandosene a cercare futuro altrove, visto che in Italia la meritocrazia è
pure più finta che altrove).
Anche questa una pericolosa illusione, mancando di ogni strumento di lettura dei rapporti di forza che sottendono alla costruzione dei sistemi politici che si vorrebbero democratici nelle “società di mercato” e che in realtà hanno definitivamente stroncato ogni possibile "ascensore sociale" anche per quei pochi che non si siano totalmente decerebrati davanti a Tik Tok (a meno di non essere nati nella piccola percentuale di famiglie più fortunate, ma del resto in quel caso, dell'ascensore mica ne hanno bisogno).
Mala tempora currunt, ma solo per quegli attivisti in piazza (pochi) e nei social (un po' di più) che attraversano questo tempo convinti di essere ancora nel 1996 e che basti rifare L’Ulivo per fermare le orde di fasci alle porte (a loro dire), e che ci rimangono veramente male quando vedono pezzi del loro elettorato restare a casa o darsi a soluzioni velleitarie fuori dal seminato, solo perchè dove il centrosinistra è (o è stato) al potere, che fosse al nazionale o al locale, di questa democrazia e dei valori di sinistra ne ha fatto strame già da trent'anni.
Comunque, se domani si ricandidassero Bonaccini, De Pascale e tutto l'altro cascame renziano del centrosinistra, i nostri baldi attivisti e consiglieri comunali che si dichiarano "di sinistra" li tornerebbero a votare convinti e vincerebbero pure (perchè vincere è l'unica cosa che conta, il "per fare cosa" è del tutto irrilevante), quindi non c'è nulla di cui lagnarsi al momento .
Il bello di chi sostiene il centrosinistra nostrano è che vince sempre, anche quando perde (ma soprattutto anche quando è completamente perso).
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