Progetto Casa Carpi: edilizia agevolata per chi?

Giovedì sera in consiglio comunale a Carpi si deve decidere se consentire a due imprese edili di avviare la costruzione di un limitato numero di appartamenti in tre lotti, previsti da un progetto del 2006 di edilizia agevolata.

Edilizia agevolata significa che le imprese si impegnano a vendere a un prezzo concordato con la regione e in cambio la regione dà un finanziamento (leggi : soldi nostri) per consentire a quelle imprese di annullare la spesa per interessi con le banche relativa agli investimenti per la costruzione di quelle casa.

Pare buona cosa: io ti elimino il costo del debito con le banche per costruire, ma tu tieni bassi i prezzi.
Sulla base di questo finanziamento cinque imprese edili presentano un progetto sulle aree previste dal comune per costruire in edilizia agevolata, sparse tra Carpi e frazioni.
Il progetto (Casa Carpi) viene approvato, con discrete lungaggini burocratiche regionali (e mi viene quasi da dire: meno male!), passano un paio di anni, alcune di quelle imprese capiscono che, manco ai famosi "prezzi agevolati" riuscirebbero oggi a piazzare ancora altri appartamenti e rinunciano a costruire.

Tranne due, che vogliono andare avanti ma chiedono di spostare i lotti che gli erano stati assegnati in aree assegnate alle imprese che hanno rinunciato.
Si tratta di tre lotti, rispetto agli undici previsti dal progetto, quindi si potrebbe dire, poca cosa.
Dalle 200 e rotte abitazioni iniziali si passa a circa 23.
Ma quali aree chiedono le imprese sopravvissute, in cambio delle loro che giudicano poco "appetibili": via Roosevelt, via Aldo moro e via Due Ponti.
Per via Roosevelt e via aldo moro, significa andare a tappare di mattoni i pochi buchi ancora rimasti liberi.

Per via Due Ponti, significa cominciare a edificare in quell'area oltre la ferrovia, un terreno agricolo che oggi consente, a chi arriva da Carpi est, di godere ancora, (solo in parte dato che un lotto di villette e villini è già stato costruito di recente), del paesaggio della vecchia Carpi, con la possibilità di intravedere i profili di Sagra, Duomo e Castello, che emergono dall'ultimo pezzo di campagna "urbana" e che tutte le opposizioni chiedono che invece diventi, se proprio lo si vuole cambiare, un grande bosco urbano.
La vecchia giunta su quell'area lì prevede permessi di costruire fino a 235 appartamenti, un insediamento commerciale, un parcheggio e un hotel di cinque piani.

Tralasciamo la questione paesaggistica e ambientale, e facciamo qualche considerazione su questo strumento dell'edilizia "agevolata".
La maggior parte delle imprese ha rinunciato a costruire perchè non sono sicure di poter piazzare il costruito neanche a prezzo agevolato.
Questo significa due cose (che diciamo da tempo e che fanno parte di un fenomeno non solo carpigiano):
si è costruito tanto, grazie a un mercato drogato dalla speculazione e dalla necessità di impiegare capitali (puliti e non) e allo stesso tempo chi vuole veramente casa non riesce ad accedervi perchè i prezzi non hanno nessuna relazione con le reali capacità di spesa di giovani e famiglie.
Lo stesso prezzo agevolato concordato dalla regione nel 2006, evidentemente garantiva comunque un margine di profitto ampio per le imprese, ma non è stato in grado di abbassare a sufficienza il prezzo perchè chi ha bisogno di una casa per viverci e non per fare investimenti speculativi, possa permettersela (se tu hai un mercato della casa che ha visto raddoppiare i propri prezzi nel giro di dieci anni, anche se "agevoli" il prezzo diminuendolo del 20 o del 30%, stai comunque garantendo ampie quote di extraprofitto a chi costruisce).
E ricordiamoci che per le imprese, a questo prezzo "agevolato" si associa il vantaggio di non pagare interessi sul debito per gli investimenti.

Alla fine della fiera, a me pare che l'agevolazione sia tutta per le imprese che vogliono o sono in qualche modo "obbligate" in questo modello a continuare a indebitarsi per costruire e nulla per chi ha veramente bisogno di una casa, quindi voterò no all'ordine del giorno presentato dalla giunta, che invece continua a foraggiare, con la sua politica edilizia, il settore economico che, stando alle statistiche nazionali, è primo per lavoro nero, infortuni, riciclaggio di capitali sporchi e infiltrazioni della criminalità organizzata (e non c'era bisogno dei recenti fatti di cronaca per rendersene conto).

Con 11.000 imprese nel settore edile in provincia di Modena, l'unica cosa vera da finanziare è la loro riqualificazione, perchè si cominci a mettere mano alla ristrutturazione energetica delle centinaia di migliaia di immobili sul nostro territorio e i comuni devono imparare a dare nuovi permessi per costruire solo DOPO avere fatto un vero censimento dei bisogni reali della popolazione residente e di quanto c'è oggi di costruito invenduto o sfitto.

Chiedere che i consiglieri di maggioranza votino contro la propria giunta, è pura fantapolitica, detto questo, giovedì sera non rinuncerò comunque a sollecitare che ogni singolo consigliere, provi a ragionare con la propria testa e si chieda effettivamente quali interessi e quali bisogni sta tutelando, avallando una politica di questo tipo: se quelli di tutti o quelli di pochi (e se per farlo vale la pena buttare via un altro po' del nostro territorio)

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