Mancano le case popolari? Deve essere colpa del fato cinico e baro...

Questo pezzo è stato redatto in risposta all'intervista all'assessore Tosi apparsa sulla Gazzetta di Carpi del 16 agosto e pubblicato (in sintesi) sulla Gazzetta del 21 agosto

Cominciamo dalla questione dell'edilizia sociale (sociale, non quella convenzionata che di fatto è un regalo alle imprese costruttrici!): se questa giunta dimostrerà di poter ridurre la richiesta di case per i bassi redditi, in affitto o in proprietà, saremo i primi ad applaudirli. Dato che numero di alloggi e liste d'attesa sono dati oggettivi, anno dopo anno misureremo nei fatti questo impegno e speriamo per tutti che la giunta lo mantenga.

Dopodichè, dato che Tosi condivide la storia delle giunte precedenti e ne rivendica la continuità, forse servirebbe anche uno straccio di ammissione di responsabilità: se nel pieno di un disordinato boom edilizio durato anni, l'unica cosa che non è stata fatto è l'edilizia sociale, non è un accidente del destino, è stata una scelta politica che lui ha condiviso.

Noi non siamo contrari alla costruzione di case, siamo contrari a che questo avvenga, come è avvenuto fino ad oggi) in un modo parossistico e sganciato dai bisogni reali, a fini speculativi e in modo delirante per quanto riguarda la gestione del territorio: fatevi un giro a Carpi Sud, zona morbidina:, e chiedetevi se "Carpi è più bella" con questi quariieri formicai di villette e palazzine inframmezzati a capannoni, che si infilano nella campagna. Un tipico esempio di sprawl urbano, che nei paesi con una programmazione territoriale degna di questo nome sarebbe visto con orrore.



Per quanto riguarda l'elettrodotto di migliarina, siamo alle solite: se c'è da fare una rotonda con esproprio, o il super mega cavalcavia con svincoli degni di un'autostrada sul passaggio a livello di Fossoli, i soldi saltano fuori. Se c'è da fare qualcosa per preservare paesaggio e ridurre i disagi per i cittadini, ci sono i vincoli di bilancio. E' una questione di scelte, secondo noi le giunte passate e questa continuano a fare quelle sbagliate.



Infine il mitico grande parco urbano: non è un tema che si possa affrontare con un "vedremo". O c'è la volontà o non c'è.

Una cosa del genere se la si vuole fare la si fa sottraendo terreno al cemento previsto nelle aree a ridosso del centro ancora disponibili: occorre rivedere tutto il piano dell'area a est della ferrovia e occorre farlo ora, prima che sia riempita da una colata di mattoni e cemento di cui nessuno sente il bisogno se non chi ha capitali liquidi da investire a fini speculativi.

Se non ci sono i soldi per farlo, intanto tuteliamo il terreno che vogliamo che lo ospiti e confrontiamoci con i proprietari dell'area.

L'amministrazione di Correggio ha fatto il suo parco perchè lo ha voluto e ci credeva (e suppongo fosse vincolato alle stesse politiche di spesa e investimenti che evidentemente vincolano Carpi). La differenza è che per gli amministratori PD carpigiani (e non parliamo dei partiti alleati, che si sono autocondannati ad una imperitura ininfluenza su qualsiasi vera decisione amministrativa) le politiche ambientali sono e restano accessorie e "cosmetiche" (basta guardare anche l'arretratezza con cui trattano i temi del risparmio energetico per la macchina comunale, ad esempio)

I tempi ci chiedono un radicale cambio di mentalità, l'amministrazione di Carpi invece sta adottando una politica del tutto speculare al governo di Berlusconi: aspettare che passi la nottata (sempre che passi!), per tornare a far fare affari ai soliti noti, menando un po' al cerchio e un po' alla botte, con una visione di brevissimo periodo.

Questa maggioranza ha cinque anni di tempo per dimostrarci che sbagliamo, noi saremo pronti a fare la nostra parte in modo propositivo.

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