Criterio etnico o criterio del bisogno? Sull’assegnazione degli alloggi ERP il PD si sbanda.

Questa sera in consiglio comunale il PD ha dovuto chiedere una sospensione dei lavori, per ritirarsi a dibattere, al suo interno, nel “privè” di Palazzo Scacchetti, preso alla sprovvista da una proposta fatta dal Gruppo Carpi 5 Stelle-Rifondazione Comunista.

Il tema è quello drammatico delle graduatorie per gli alloggi ERP, drammatico perché drammatico è il bisogno di alloggi a prezzi calmierati, in una città che ha 516 alloggi ERP su un totale di 33mila unità abitative e che ogni anno, ad ogni nuova graduatoria, lascia fuori centinaia di famiglie dalle assegnazioni per le quali avrebbero diritto.

Una situazione che nasce dall’indifferenza a questo bisogno mostrata, fino ad oggi, dalle varie maggioranza di centrosinistra che si sono susseguite negli ultimi 15 anni.

In questa situazione, che richiederebbe l’impegno con ben altre energie per reperire nuovi alloggi (possibilmente non strapagandoli ai costruttori, come quelli di via Ginzburg), il PD sceglie di rincorrere la propaganda della destra sulla precedenza “ai nostri” nel diritto alla casa, sottoscrivendo un ordine del giorno presentato in accordo con PDL e LEGA, che impegna la giunta ad inserire il criterio dell’anzianità di residenza fra i fattori che consentono di aumentare il proprio punteggio in graduatoria.
Tradotto, significa inserire un criterio “etnico.” ai diritti. Un criterio odioso e ingiusto, che non stupisce la destra xenofoba rivendichi, ma che stupisce venga così pedissequamente adottato anche da partiti che si dicono vagamente di sinistra.

Si prefigura la situazione classica: tutti i gruppi tranne il nostro, d’accordo ad assecondare le peggiori tirate propagandiste della Lega, che ha ben chiarito i suoi scopi nel corso del dibattito, smentendole nelle parole ma assecondandole nei fatti, salvo qualche mal di pancia di singoli consiglieri del PD, ben attenti però a non infrangere la disciplina di partito.

L'ordine del giorno sarebbe passato e il consiglio avrebbe obbligato la giunta ad inserire la residenza tra i criteri “premianti” nel punteggio della graduatoria.
A questo punto abbiamo obbligato il PD a interrogarsi su stesso e sulle proprie scelte: perché favorire la residenza e non, ad esempio, l’anzianità di permanenza in graduatoria, ovvero l’anzianità del bisogno, rispetto all’anzianità “etnica”?
Perché una famiglia che da, magari tre anni i vive e lavora in questa comunità, da anni presenta i requisiti per ottenere un alloggio, che non trova a causa delle politiche abitative antisociali di questo comune, può vedersi, a parità di condizioni, passare davanti in graduatoria da una famiglia di antiche residenze carpigiane, entrata per la prima volta in graduatoria quest’anno?

E’ comunque un tema sconfortante: anziché parlare di come risolvere i bisogni, aggiungiamo criteri per decidere chi deve vincere la guerra fra poveri, ma proprio per sottolineare la pericolosità e l’assurdità della cosa, abbiamo fatto inserire questo punto nell’ordine del giorno, chiarendo che per noi, a parità di condizioni, il bisogno prevale sull’appartenenza ad una comunità da più o meno tempo, spiazzando il PD che ha dovuto tenere il suo conciliabolo in modo concitato, mentre tutte le opposizioni erano d’accordo sul nuovo testo.

Una situazione piuttosto buffa, se il tema non fosse tragico: spinti dalla loro rincorsa a scimmiottare i temi della propaganda leghista, hanno rischiato di trovarsi addirittura a sopravanzarla, dato che al loro interno, evidentemente, c’era chi si stava opponendo a inserire il criterio della “anzianità del bisogno” nell’ordine del giorno.
Infine hanno ritrovato la loro granitica unità, l’odg è passato all’unanimità e ora il dibattito si sposta in commissione consiliare, che dovrà indicare alla giunta i nuovi regolamenti.

Invitiamo i consiglieri PD che hanno mostrato riserve su questa entusiastica adesione a criteri “etnici” ell’assegnazione di diritti, sposata dai maggiorenti del loro gruppo , a battere un colpo e a sostenere con noi l’unica soluzione possibile per azzerare gli effetti nefasti della loro proposta: anzianità di permanenza nelle graduatorie e anzianità di residenza siano criteri da prendere in considerazione solo nei casi di soggetti che risultino a pari punteggio in graduatoria su tutte le altre condizioni.
In questo modo, da una pessima sparata propagandistica, forse riusciremo a recuperare un po’ di equilibrio e di rispetto per i diritti di tutti.

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