Sostegno ai redditi delle persone in difficoltà, per uscire dalla crisi.

Mentre dal governo ci dicono che la crisi che non c’era sta già finendo, dalla giunta comunale ci si spiega che per rispondere all’emergenza sociale creata dall’espulsione dal mondo del lavoro, anche a Carpi, di migliaia di persone, si sta già facendo tutto il possibile e anche di più.


In realtà anche questo non è vero.

Una crisi di dimensioni eccezionali richiede provvedimenti nuovi e un chiaro cambio di rotta di tutte le politiche di spesa, mentre invece il comune sta reagendo con provvedimenti che restano nel solco del tamponare (poco) le falle in un regime di normale amministrazione.

In campagna elettorale avevamo inserito nel nostro programma la proposta, ripresa da un odg di Rifondazione Comunista della scorsa legislatura, per la creazione di un fondo straordinario di 700.000 euro per venire incontro alle persone messe in ginocchio dalla crisi.

Dove potremmo prendere questi soldi? Innanzitutto, avremmo potuto risparmiare 500.000 euro, se la maggioranza ci avesse dato ascolto e avesse ricontrattato l’acquisto della palazzina di via Ginzburg (2,5 milioni per 12 appartamenti e 15 garages, un prezzo più alto del 20% di quello ragionevole, secondo noi e a giudizio anche di molti altri, compresi esperti del settore, come si rileva dai commenti visti su diverse testate locali nelle settimane passate).

Altre centinaia di migliaia di euro le si potrebbero risparmiare con una corretta gestione dei beni e servizi di questo comune, a partire dalle spese energetiche per gli edifici e l’illuminazione pubblica, per i quali non esiste un piano energetico, che potrebbe portarci in breve a tagliare spesa corrente e al tempo stesso ridurre l’impatto ambientale della macchina comunale.

Non sono sogni, sono tutte pratiche già realizzate nelle amministrazioni più pronte della nostra a sposare nuovi modelli di organizzazione, a favore delle persone e dell’ambiente in cui viviamo.

Con quelle risorse risparmiate si sarebbe potuto alimentare il fondo straordinario per aumentare le dotazioni dei contributi sociali per l’affitto, per aiutare i lavoratori in cassa integrazione o licenziati che stanno pagando i mutui per l’acquisto della prima casa, per dare un contributo alle famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese.

Invece bruciamo denaro pubblico spendendo più del dovuto, per acquistare case popolari da costruttori che ci fanno prezzi “residenziali” e continuando a non preoccuparci di contenere i consumi di questo amministrazione.

E’ giusto opporsi alle politiche sociali inique del governo Berlusconi, ma anche il comune può fare tanto per avviare una vera politica di redistribuzione delle risorse di questo territorio, cominciando dal sostenere il reddito di lavoratori e pensionati, unico presupposto per uscire dalla crisi e ripartire con l’elaborazione di nuovi modelli di produzione e di consumo, equi per tutti.

Lavoriamo insieme perché il prossimo sia veramente un buon anno per tutti. Auguri.

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