Giorno del Ricordo e memorie corte

Una sola vittima, il popolo italiano, una sola causa, il comunismo di Tito.

Tutto serve a far brodo per l’ossessione anticomunista dei consiglieri PDL, basta negare la realtà

L’iniziativa organizzata dalla presidenza del consiglio comunale per il “Giorno del Ricordo” di TUTTE le vittime delle foibe ha avuto momenti di eccellenza nella relazione del professor Bertucelli, nel senso comune e condiviso di un ordine del giorno che voleva portare un segno di rispetto al dramma umano dei profughi istriani ospitati all’ex campo di concentramento del campo di Fossoli.

Purtroppo il dibattito che ne è seguito è stata occasione per i consiglieri PDL per strumentalizzare la vicenda umana dei profughi istriani per fare polemica di bassa lega.

Nell’intervento del consigliere Benatti, annullata qualsiasi contestualizzazione storica, qualsiasi riferimento alle cose relazionate con equilibrio da Bertucelli, sul clima creatosi nei territori istriani e dalmati dopo 20 anni di dittatura italiana, di persecuzione delle minoranze linguistiche slave e croate, degli eccidi e delle deportazioni compiute prima e durante la guerra, dei 350.000 uomini donne e bambini, civili, uccisi dalle forze armate italiane, prima da sole poi inquadrate nei reparti tedeschi.

Un’elegia dell’anticomunismo dimenticando che se oggi Benatti può dire le sue banalità antistoriche e strumentali in consiglio comunale, lo deve al sacrificio di migliaia di uomini e donne che si dichiaravano comunisti, alcuni dei quali furono vittime anche loro della repressione titina in Istria e Dalmazia, figlia anche di odi nazionalisti che sono puntualmente riesplosi nella tragedia delle guerre della ex Jugoslavia alla caduta del regime comunista.

Poteva essere un’ottima occasione di riflessione e approfondimento, da parte PDL ha prevalso una voglia di rivalsa sulla storia e di buttarla in politica, altro che memoria condivisa.

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