L’offerta di HERA per AIMAG è una polpetta avvelenata.

Con la chiusura dei lavori della commissione valutatrice nominata dal Comune di Carpi, finalmente si sono chiariti i termini dell’offerta di HERA per l’acquisto del 25% di AIMAG e si svelano tutte le menzogne che la nostra amministrazione ci ha raccontato in questi due anni.

Primo: non esiste nessun piano industriale per il rilancio o l’innovazione di AIMAG. Il piano contenuto nell’offerta di HERA è un generico elenco di attività che le due municipalizzate hanno già sviluppato autonomamente e non contiene nessun impegno da parte di HERA circa lo sviluppo di nuove attività e soprattutto nessuna indicazione di risorse che dovrebbero essere messe a disposizione per finanziare queste attività di sviluppo.

Secondo: HERA esplicita chiaramente nel suo piano che sinergie e sviluppi per le due aziende (peraltro del tutto ipotetici, dato che non indica con quali risorse andrebbero finanziate) potranno realizzarsi solo con la completa integrazione industriale, ovvero chiarisce quello che era noto a tutti fin dall’inizio della procedura: HERA entra come socio di minoranza in AIMAG, ma con il chiaro scopo di assorbire tutta AIMAG in un tempo breve, con tanti saluti all’autonomia e alla capacità di indirizzo dei comuni che ora fanno parte del consorzio.

Nonostante queste evidenti mancanze dell’offerta (mancanze che il bando specificava come causa di esclusione dalla gara!) e la chiara volontà di HERA di “mangiarsi” tutta AIMAG la commissione darà il suo parere favorevole, come questa amministrazione si aspetta e come era facile dedurre guardandone la composizione: per quattro quinti la commissione è composta da dirigenti e funzionari il cui stipendio dipende dalla volontà e dai bilanci di amministrazioni comunali che hanno già precipitosamente inserito nei loro preventivi gli incassi della vendita delle azioni AIMAG a procedura ancora aperta, ed era quindi impensabile che anche di fronte ad un’offerta scadente come quella di HERA (prezzo minimo d’asta e nessuna risorsa certa per lo sviluppo industriale di AIMAG) i commissari comunali avrebbero potuto opporsi alla volontà del PD locale e dei suoi alleati.

Con questa offerta HERA chiarisce una volta per tutti quello che il Coordinamento Beni Comuni di Carpi e le forze che hanno sostenuto il referendum contro la vendita hanno sempre denunciato: la svendita di AIMAG è un’operazione nata per far cassa da parte dei comuni e voluta a livello regionale dal PD che non è in grado di tollerare autonomie locali nella gestione delle galline dalle uova d’oro delle municipalizzate (specie ora che mezza regione rischia di scappargli via con la fusione tra Enìa e Iride)

Carpi rinuncia per sempre alla sua autonomia nella gestione di servizi essenziali, svendendo la sua municipalizzata ad un azienda che ha una filosofia completamente diversa in termini di gestione dei servizi, mortificando il management e i lavoratori di un’azienda efficiente e che sembrava aver finalmente intrapreso la strada della sostenibilità nella gestione dei rifiuti e dell’energia, a favore di un baraccone (HERA) che campa grazie agli incentivi per gli inceneritori e che aumenta le distanze tra i responsabili dei servizi e i cittadini che li pagano.

Per tutti questi motivi, presenteremo al più presto in consiglio comunale un’interpellanza urgente, per rendere trasparente i meccanismi di valutazione della commissione istituita dal Comune e per richiamare ognuno alle proprie responsabilità.

Commenti