La maggioranza degli elettori di centrosinistra non avrebbe avuto problemi...

Anticipo qui l'articolo che uscirà a fine mese sul periodico Carpicittà.

Sono passati due mesi dall’approvazione del bilancio di previsione 2010, dopo il dibattito in aula il Comune ci concede questi 3000 caratteri per poter dire la nostra, sul bilancio e sugli altri argomenti affrontati in consiglio in questi tre mesi.

Con gli emendamenti al bilancio e con altri Ordini del Giorno, abbiamo proposto di evitare di lasciare a casa lavoratori a termine e in appalto del Comune in periodo di crisi, di spostare lo 0,9% del bilancio a favore di un fondo straordinario per le famiglie in difficoltà, di investire in edilizia sociale ed energie alternative, di istituire il Registro Comunale del Testamento Biologico.
Tutte cose che, se ne parliamo con l’elettore medio di centro sinistra, “passerebbero” senza problemi (e alcune di queste in molti comuni a maggioranza PD sono pure passate!), ma diventano irrealizzabili per il PD di Carpi.

A Carpi, il bilancio viene trasformato in un totem intoccabile, le questioni etiche vengono risolte a colpi di disciplina di partito (guarda caso sempre facendo prevalere un’etica di parte, sul testamento biologico così come per l’ordine del giorno PD-PDL-Lega sull’esposizione del crocefisso nei luoghi pubblici), gli investimenti per energie rinnovabili (che si sarebbero ripagati da soli) bocciati perché evidentemente ritenuti meno urgenti di quelli per parcheggi (che da soli non si ripagheranno mai).

Tutto questo lo dobbiamo spiegare in 3000 caratteri sulle 40 pagine di cui è composta questa rivista. E’ la concezione del PD di par condicio quando governa.
Quando sono all’opposizione no, strillano si sbracciano e si dimenano per la violazione degli spazi democratici e il monopolio dei mezzi di comunicazione.

Del resto, la coerenza non si può dire che sia una prerogativa per i grandi partiti ormai ridotti a comitati di affari.
Li abbiamo visti nuclearisti al governo, antinuclearisti all’opposizione, a favore dell’ingresso di soci privati nella gestione di acqua e rifiuti se al governo di enti locali, contrari se all’opposizione a Roma, cementificatori selvaggi se sono a Roma, paladini del verde se sono all’opposizione a Carpi.

Il caso delle fonderie Lamiz è emblematico: abbiamo visto i consiglieri della destra scagliarsi contro lo scempio della fonderia in costruzione di via Lama, salvo dimenticarsi che ogni atto che ha portato a quello scempio è stato approvato in passato anche da loro.
Unica ad aver sempre votato contro fu Rifondazione Comunista, e oggi noi continuiamo ad affermare che quella fonderia a ridosso di quelle case di campagna è un pessimo esempio di programmazione urbanistica, tipico di un modo di intendere impresa e territorio praticamente identico per PD, PDL e relativi alleati.

Nel tentativo disperato di rintracciare un filo di credibilità e coerenza nel fare politica, noi continuiamo a cercare di stare nel merito delle cose.

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