Pezzo dopo pezzo, sempre più militanti ed esponenti del PD capiscono e sostengono la battaglia per l'acqua pubblica portata avanti dal Forum dei Movimenti per l'Acqua con i tre referendum che puntano non solo ad abolire l'ultima porcata del governo Berlusconi con il decreto di settembre, ma anche due articoli di leggi precedenti, spianando in qesto modo la strada ad una vera e propria ripubblicizzazione dei servizi idrici (quella che il PD di Carpi, ormai sempre più solo in questa scelta, ci ha negato in consiglio comunale, bocciando la nostra proposta e di tanti altre amministrazioni a guida PD di dichiarare il servizio idrico come privo di rilevanza economica).
Marino ha firmato tutti e tre i referendum e invita il PD a fare scelte nette su questo argomento (altro che il papocchio di legge popolare proposto da Bersani, che per altro sa benissimo che le leggi di iniziativa popolare non arrivano MAI ad una discussione parlamentare, come dimostra la proposta depositata con oltre 400.000 firme proprio due anni fa dal Forum a sostegno dell'acqua pubblica e non amcora discussa).
Qui l'articolo di Marino sul Manifesto di ieri (ebbene sì, leggo ancora (anche) Il Manifesto, nessuno è perfetto...)
Marino ha firmato tutti e tre i referendum e invita il PD a fare scelte nette su questo argomento (altro che il papocchio di legge popolare proposto da Bersani, che per altro sa benissimo che le leggi di iniziativa popolare non arrivano MAI ad una discussione parlamentare, come dimostra la proposta depositata con oltre 400.000 firme proprio due anni fa dal Forum a sostegno dell'acqua pubblica e non amcora discussa).
Qui l'articolo di Marino sul Manifesto di ieri (ebbene sì, leggo ancora (anche) Il Manifesto, nessuno è perfetto...)
Cito dall'articolo di Marino: "Ma affinché questo bene sia davvero di tutti è necessario gestirlo, ovvero creare le reti idriche, assicurarne la manutenzione, occuparsi della depurazione, essere in grado di fare fronte alle emergenze e controllare i rischi di inquinamento. A volte, è inutile negarlo, il servizio pubblico non è all'altezza di gestire tutto questo e chi ne soffre le conseguenze sono i cittadini per i quali il servizio non è sempre garantito. Per questo va riconosciuto che non esiste una formula unica ed insostituibile per la gestione dell'acqua."
RispondiEliminaCome vedi anche lui, nonostante abbia firmato per i referendum, perchè è giusto e doveroso esserci e dare un segnale, pone un distinguo sul tema dei quesiti numero 2 e numero 3 che sono puramente populistici e in realtà non farebbero altro che peggiorare la situazione in quanto non è assolutamente dimostrato (anzi!) che la ripubblicizzazione dei servizi idrici sia la panacea per tutti i territori e tutte le realtà!
Credo invece che in base alle esigenze territoriali sia corretto che il pubblico, già vessato dal patto di stabilità e impossibilitato ad effettuare gli investimenti necessari, si faccia aiutare dal privato SE E SOLO SE, ovviamente, il pubblico mantiene le quote di maggioranza (e lo statuto dell'Aimag, ad esempio, lo stabilisce) e se i guadagni del privato sono posti ad un controllo che ne impedisca il lucro selvaggio (cosa già prevista dall'attuale legge Gallo che lo fissa ad un 7% che magari si potrebbe rivedere in ribasso, già ora ad esempio Hera applica un 3%, ma sicuramente non eliminare per ovvi motivi).
Ogni posizione è legittima, e intanto, con tutti i distinguo del caso, Marino ha comunque fatto la scelta di dialogare con il movimento, cosa che Bersani non ha saputo fare.
RispondiEliminaSe il servizio pubblico non è all'altezza nel fornire un buon servizio (ma qui a Carpi lo è sempre stato), non si capisce come potrebbe essere all'altezza di controllare e indirizzare un servizio gestito da altri(e infatti dove non è stato in grado di gestire da solo, si è fatto allegramente e collusivamente infinocchiare dai grandi interessi privati che stanno dietro anche alle multiutilities pubbliche e semi pubbliche. I casi di Latina, Arezzo, della Sicilia, hanno fatto scuola)
Non è assolutamente detto che ogni comune debbba fare in proprio nè che il patto di stabilità sia eterno (o comunque sia un vincolo reale nel momento in cui si crea un'azienda di diritto pubblico, tanto più se di dimensioni provinciali o regionali come in Puglia).
Insomma le soluzioni possono essere diverse, ed è (questo sì!) un vero pregiudizio ideologico pensare che non possa esistere un servizio pubblico efficiente e che il "privato" invece sia efficiente per definizione.
Inziativa demagogica e populista?
Io in questo senso mi sento populista tanto quanto il sindaco (socialista)di Parigi e i molti pezzi di PD che la loro scelta, in giro per l'Italia l'hanno fatta in modo chiaro e netto.
Altri pezzi del PD hanno chiari interessi da difendere, e non sempre questi collimano con quelli di tutti i cittadini.
Lorenzo su questo sono d'accordo con te.
RispondiEliminaNon è assolutamente detto che ogni comune debba fare in proprio ne che le soluzioni debbano essere per forza identiche in ogni territorio o realtà.
Per questo credo che sia giusto interrogarsi approfonditamente sui quesiti due e tre del referendum che, invece, di fatto, impongono una sola ed unica soluzione tutta basata sul pubblico, cosa secondo me sbagliata come imporne una sola unicamente basata sul privato.
Ben venga quindi il primo quesito del referendum, sugli altri due credo invece che ci sia ancora molto da discutere! ;)