Riporto il comunicato stampa del Comitato Modenese per l'Acqua Pubblica
Modena, 13 maggio 2010
Che Vanni Bulgarelli intervenga oggi sulla stampa cittadina citando Cuba come esempio avanzato di gestione sociale della cosa pubblica, e che lo faccia come rappresentante del Forum Ambiente del PD e come Presidente del Comitato dei Territori di Hera, la dice lunga sul colossale equivoco che lega le multiutility della nostra regione alla politica.
Ci piacerebbe che Vanni Bulgarelli, se ne ha titolo politico, desse una risposta ai tanti modenesi che militano nel PD sul perchè il suo partito ha deciso di non appoggiare un'iniziativa referendaria (come invece è accaduto per tante importanti battaglie del passato che hanno contribuito a costruire in questo paese un coscienza laica e sociale), e di spendere invece parole che gettano un'ombra sulla sua utilità. Ricordiamo infatti che il referendum è l'unico strumento di partecipazione diretta alla vita legislativa del nostro paese che i cittadini hanno a propria disposizione, fuori da logiche di partito e di opportunismo politico. Compito del PD sarebbe quindi chiamare i cittadini al voto, non il contrario.
Ci piacerebbe che non alludesse pretestuosamente all'incompletezza del percorso referendario, a cui hanno contribuito giuristi del calibro di Rodotà, Azzariti, Mattei, Lucarelli e Ferrara, molti dei quali impegnati istituzionalmente sulla riforma dello statuto dei beni pubblici per armonizzarlo alla Costituzione. Il nostro referendum intende abrogare tutte le leggi che consentono ai privati di gestire le reti idriche, aprendo un percorso nazionale di ripubblicizzazione del servizio idrico integrato che riconsegni questo bene comune alle mani della collettività. Le questioni tecniche di come chiudere i contratti in essere con le multiutility saranno affrontate a tempo debito.
Ci piacerebbe che non si dicesse che le reti idriche della nostra regione sono state affidate alla cure di Hera dopo essere state ridotte ad uno stato di fatiscenza da Comuni incapaci. Oltre a non corrispondere a verità, ci sembra quantomeno strano che un rappresentante del partito che governa questi territori da oltre 60 anni si lasci andare ad una tale offesa della capacità tecnica di coloro che quel suo stesso partito ha messo a capo dei Comuni. Il PD dovrebbe rivendicare la propria competenza amministrativa, non il contrario. Il fatto poi di citare le difficoltà economiche dei Comuni a giustificare l'intervento dei privati, è ugualmente pretestuoso perchè i privati non hanno aggiunto risorse proprie al servizio idrico integrato, come dimostra il crollo degli investimenti nelle reti idriche dai 2 miliardi euro/anno negli anni '90 ai 7-800 milioni euro/anno dal 2000 in poi (dati Coviri).
Infine, vorremmo ricordare che Roberto Gasparetto, direttore della Struttura Operativa di Hera, ha dichiarato pubblicamente che gli aumenti delle tariffe a cui i modenesi sono obbligati ogni anno, sono dovuti allo sbilanciamento tra costi di investimento ed entrate, sbilanciamento che la legge consente di aggiustare aumentando le tariffe grazie al fatto che ogni società privata che gestisce il servizio idrico integrato ha diritto per legge al 7% di remunerazione garantita dei propri investimenti. Un diritto che garantisce i privati dal rischio imprenditoriale, caricandolo invece sulle tasche dei cittadini. E questo è uno dei 3 articoli di legge che il referendum vuole abrogare, e a cui, invece, il PD si oppone.
Ma una cosa ci piacerebbe più di tutte. Che il più importante e radicato partito progressista del Paese facesse una scelta di campo: la scelta del bene comune e dell'interesse della collettività, anzichè quello della finanza. Questo è quello che il Forum sta aspettando dal PD, e che il Comitato Modenese per l'Acqua Pubblica chiede al PD modenese. Quello che invece riceviamo in risposta è che anche a Cuba si scelgono imprese misto pubblico-private. Ci sembra che il dibattito non sia all'altezza delle aspettative della cittadinanza e del suo diritto ad un'informazione equa ed esaustiva.
Ricordiamo che in altri comuni della nostra Regione e in altre regioni del nostro Paese, il PD ha fatto scelte molto più coraggiose e in linea con la propria tradizione. E se Franceschini e i Giovani del PD hanno ufficialmente aderito alla campagna referendaria, significa che una parte del PD ha scelto una strada diversa da quella esemplificata da Vanni Bulgarelli. Perchè la strada scelta dal Presidente del Comitato dei Territori di Hera può essere sintetizzata in pochissime parole: privilegiare il privato rispetto al pubblico. Esattamente il contrario di ciò che il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua afferma e si aspetta dai nostri amministratori.
Comitato Modenese per l'Acqua Pubblica
Modena, 13 maggio 2010
Che Vanni Bulgarelli intervenga oggi sulla stampa cittadina citando Cuba come esempio avanzato di gestione sociale della cosa pubblica, e che lo faccia come rappresentante del Forum Ambiente del PD e come Presidente del Comitato dei Territori di Hera, la dice lunga sul colossale equivoco che lega le multiutility della nostra regione alla politica.
Ci piacerebbe che Vanni Bulgarelli, se ne ha titolo politico, desse una risposta ai tanti modenesi che militano nel PD sul perchè il suo partito ha deciso di non appoggiare un'iniziativa referendaria (come invece è accaduto per tante importanti battaglie del passato che hanno contribuito a costruire in questo paese un coscienza laica e sociale), e di spendere invece parole che gettano un'ombra sulla sua utilità. Ricordiamo infatti che il referendum è l'unico strumento di partecipazione diretta alla vita legislativa del nostro paese che i cittadini hanno a propria disposizione, fuori da logiche di partito e di opportunismo politico. Compito del PD sarebbe quindi chiamare i cittadini al voto, non il contrario.
Ci piacerebbe che non alludesse pretestuosamente all'incompletezza del percorso referendario, a cui hanno contribuito giuristi del calibro di Rodotà, Azzariti, Mattei, Lucarelli e Ferrara, molti dei quali impegnati istituzionalmente sulla riforma dello statuto dei beni pubblici per armonizzarlo alla Costituzione. Il nostro referendum intende abrogare tutte le leggi che consentono ai privati di gestire le reti idriche, aprendo un percorso nazionale di ripubblicizzazione del servizio idrico integrato che riconsegni questo bene comune alle mani della collettività. Le questioni tecniche di come chiudere i contratti in essere con le multiutility saranno affrontate a tempo debito.
Ci piacerebbe che non si dicesse che le reti idriche della nostra regione sono state affidate alla cure di Hera dopo essere state ridotte ad uno stato di fatiscenza da Comuni incapaci. Oltre a non corrispondere a verità, ci sembra quantomeno strano che un rappresentante del partito che governa questi territori da oltre 60 anni si lasci andare ad una tale offesa della capacità tecnica di coloro che quel suo stesso partito ha messo a capo dei Comuni. Il PD dovrebbe rivendicare la propria competenza amministrativa, non il contrario. Il fatto poi di citare le difficoltà economiche dei Comuni a giustificare l'intervento dei privati, è ugualmente pretestuoso perchè i privati non hanno aggiunto risorse proprie al servizio idrico integrato, come dimostra il crollo degli investimenti nelle reti idriche dai 2 miliardi euro/anno negli anni '90 ai 7-800 milioni euro/anno dal 2000 in poi (dati Coviri).
Infine, vorremmo ricordare che Roberto Gasparetto, direttore della Struttura Operativa di Hera, ha dichiarato pubblicamente che gli aumenti delle tariffe a cui i modenesi sono obbligati ogni anno, sono dovuti allo sbilanciamento tra costi di investimento ed entrate, sbilanciamento che la legge consente di aggiustare aumentando le tariffe grazie al fatto che ogni società privata che gestisce il servizio idrico integrato ha diritto per legge al 7% di remunerazione garantita dei propri investimenti. Un diritto che garantisce i privati dal rischio imprenditoriale, caricandolo invece sulle tasche dei cittadini. E questo è uno dei 3 articoli di legge che il referendum vuole abrogare, e a cui, invece, il PD si oppone.
Ma una cosa ci piacerebbe più di tutte. Che il più importante e radicato partito progressista del Paese facesse una scelta di campo: la scelta del bene comune e dell'interesse della collettività, anzichè quello della finanza. Questo è quello che il Forum sta aspettando dal PD, e che il Comitato Modenese per l'Acqua Pubblica chiede al PD modenese. Quello che invece riceviamo in risposta è che anche a Cuba si scelgono imprese misto pubblico-private. Ci sembra che il dibattito non sia all'altezza delle aspettative della cittadinanza e del suo diritto ad un'informazione equa ed esaustiva.
Ricordiamo che in altri comuni della nostra Regione e in altre regioni del nostro Paese, il PD ha fatto scelte molto più coraggiose e in linea con la propria tradizione. E se Franceschini e i Giovani del PD hanno ufficialmente aderito alla campagna referendaria, significa che una parte del PD ha scelto una strada diversa da quella esemplificata da Vanni Bulgarelli. Perchè la strada scelta dal Presidente del Comitato dei Territori di Hera può essere sintetizzata in pochissime parole: privilegiare il privato rispetto al pubblico. Esattamente il contrario di ciò che il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua afferma e si aspetta dai nostri amministratori.
Comitato Modenese per l'Acqua Pubblica
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