La progettazione condivisa (a parole)

Anticipo qui l'articolo per Carpicittà. I nostri 3000 caratteri contro 30 pagine gestite dalla giunta.

Nel corso dell’estate, due questioni hanno contribuito a tenere alta la temperatura del dibattito politico carpigiano, riguardanti due casi segnalati da cittadini: il progetto della pista ciclabile Due Ponti e la realizzazione di un vero e proprio “muro del pianto” davanti alla centro per l’infanzia Balena Blu.
In entrambi i casi, nel momento in cui si sono alzate critiche alla scelte di questa Giunta, del tutto in continuità con quella precedente, pur di non riconoscere il problema, da esponenti del PD sono arrivate risposte fra il risentito e l’offeso, come se le critiche a scelte evidentemente sbagliate, costituissero un reato di lesa maestà.

Pista ciclabile di via Focherini: nel momento in cui scriviamo stiamo ancora attendendo di sapere cosa significhi il ripensamento promesso dal’assessore D’Addese del progetto esecutivo della pista, che prevedeva il taglio dell’alberatura storica del viale. Progetto esecutivo mai discusso pubblicamente, mai portato a conoscenza del consiglio e che ora dovrà essere rivisto, con nuovi costi, in seguito alla legittima protesta di cittadini residenti e non, associazioni ambientaliste e, modestamente, nostra.
Questo è il costo della mancata capacità di confronto con la città quando si interviene con opere urbanistiche di questo tipo.

Per quanto riguarda il muro della Balena Blu (di cui purtroppo non possiamo mostrare qui le foto, visto lo spazio che ci concede la maggioranza, nella sua idea di par condicio), abbiamo visto in pieno ferragosto due assessori (Tosi e Filippi), prima giocare allo scaricabarile sull’ARPA, che ha osato prescrivere una barriera antirumore (non un muro di cemento!), dato che si era scelto di fare la scuola sulla strada, poi ci siamo sentiti dire che se non si fosse dato il permesso ai cementifcatori di Cibeno di infittire i palazzi in cambio della costruzione della scuola, non avremmo potuto permettercela, tirando in ballo il patto di stabilità.
Peccato però che all’epoca di quel progetto, il patto di stabilità non si applicasse per gli investimenti in scuole comunali, perché competenza dell’Unione Terre d’Argine .

Quindi nulla di obbligato o inevitabile, si tratta semplicemente di scelte sbagliate: noi avremmo scelto una scuola pubblica, lontano dalla strada, magari destinando lì risorse spese per opere viarie tutte dedicate al trasporto automobilistico.

I due episodi sono chiari esempi di come per il PD, l’idea di governo del territorio significhi, da un lato sdraiarsi sulle richieste di chi fino ad oggi ha costruito principalmente per fini speculativi, dall’altro, parlare di “progettazione partecipata” solo a progetti esecutivi già deliberati o peggio a muri già costruiti, condendo il tutto con comunicati che negano l’evidenza, cifra distintiva di questa amministrazione comunale.
Le giuste critiche dei cittadini, stanno obbligando la maggioranza a giocare in difesa e magari rivedere le sue decisioni, segno che mobilitarsi paga. www.lorenzopaluan.net

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