La rete idrica di HERA è un colabrodo, quella di AIMAG meno. Questo è l’apporto dei soci privati all’efficienza?
Sul sito dell’Autorità d’Ambito Provinciale ATO4 (l’ente che dovrebbe coordinare e indirizzare le gestioni del servizio idrico integrato e del servizio gestione rifiuti) è appena stato pubblicato il bilancio sociale 2009.
La lettura del documento offre diversi spunti di riflessione, ma uno in particolare rivela una volta per tutte quanto fossero pretestuose le motivazioni per favorire l’ingresso di capitali privati nella gestione delle multiutilities, che tanto ha appassionato i dirgenti del PD locale e nazionale e che ha trovatoi suoi massimi epigoni nel governo Berlusconi.
CI hanno ripetuto fino allo sfinimento che la nostra rete idrica è un colabrodo e che solo l’ingresso di privati la salverà (come se i privati stampassero da soli i soldi da investire nella rete e non li prendessero dalle tariffe che pagano gli utenti).
Per noi carpigiani poi, ci è stato detto e ridetto che l’ingresso di HERA avrebbe portato a mirabolanti “sinergie” e “piani industriali”.
Bene, ora l’ATO4, con tanto di firma del suo presidente, l’assessore provinciale Stefano Vaccari, ci mette nero su bianco che per i dati disponibili fino al 2008 , la rete idrica di HERA (38% di capitali privati) ha perdite per il 32% , mentre quella di AIMAG (0% di capitali privati nel 2008, poi ne abbiamo svenduto un 25% proprio a HERA e regalato un 10%alla Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi) era al 26%.
Insomma ulteriore dimostrazione che la scusa dell’ingresso di capitali privati nelle multiutilities risponde solo a due bisogni: quello dei sindaci di fare cassa vendendo un servizio essenziale, quello dei grandi gruppi di investimento, delle multinazionali del settore e degli speculatori di borsa di accaparrarsi lucrosi monopoli in cambio di … niente.
Nel caso di AIMAG poi si conferma quanto il comitato promotore del referendum contro la vendita ha sempre sostenuto: il nostro brillante partner industriale ha in realtà indici di efficienza peggiori, quindi non si capisce dove starebbe il vantaggio nel tirarselo in casa.
Tenetevi a mente questi numeri,quando l’anno prossimo si andrà a votare i tre referendum per la ripubblicizzazione dell’acqua (e teneteveli a mente ogni volta che un ministro berlusconiano o un assessore del PD vi racconta la fola dell’efficienza dei privati nei servizi pubblici).
La lettura del documento offre diversi spunti di riflessione, ma uno in particolare rivela una volta per tutte quanto fossero pretestuose le motivazioni per favorire l’ingresso di capitali privati nella gestione delle multiutilities, che tanto ha appassionato i dirgenti del PD locale e nazionale e che ha trovatoi suoi massimi epigoni nel governo Berlusconi.
CI hanno ripetuto fino allo sfinimento che la nostra rete idrica è un colabrodo e che solo l’ingresso di privati la salverà (come se i privati stampassero da soli i soldi da investire nella rete e non li prendessero dalle tariffe che pagano gli utenti).
Per noi carpigiani poi, ci è stato detto e ridetto che l’ingresso di HERA avrebbe portato a mirabolanti “sinergie” e “piani industriali”.
Bene, ora l’ATO4, con tanto di firma del suo presidente, l’assessore provinciale Stefano Vaccari, ci mette nero su bianco che per i dati disponibili fino al 2008 , la rete idrica di HERA (38% di capitali privati) ha perdite per il 32% , mentre quella di AIMAG (0% di capitali privati nel 2008, poi ne abbiamo svenduto un 25% proprio a HERA e regalato un 10%alla Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi) era al 26%.
Insomma ulteriore dimostrazione che la scusa dell’ingresso di capitali privati nelle multiutilities risponde solo a due bisogni: quello dei sindaci di fare cassa vendendo un servizio essenziale, quello dei grandi gruppi di investimento, delle multinazionali del settore e degli speculatori di borsa di accaparrarsi lucrosi monopoli in cambio di … niente.
Nel caso di AIMAG poi si conferma quanto il comitato promotore del referendum contro la vendita ha sempre sostenuto: il nostro brillante partner industriale ha in realtà indici di efficienza peggiori, quindi non si capisce dove starebbe il vantaggio nel tirarselo in casa.
Tenetevi a mente questi numeri,quando l’anno prossimo si andrà a votare i tre referendum per la ripubblicizzazione dell’acqua (e teneteveli a mente ogni volta che un ministro berlusconiano o un assessore del PD vi racconta la fola dell’efficienza dei privati nei servizi pubblici).
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