Facciamo finta di prendere il comunicato apparso oggi sui giornali a firma Dalle Ave come l'annuncio di un ripensamento (che non c'è , dato che partire sulla questione della tutela del territorio oltreferrovia, ponendo la questione del costo degli esprorpi, significa semplicemente voler affossare da subito ogni possibilità. A questo aggiungiamo il paradosso di mettersi a parlare di costi di manutenzione dell'eventuale parco lo stesso giorno in cui l'assessore Tosi fa sapere che taglierà di 160.000€ i fondi per la manutenzione dei parchi già esistenti).
Comunque, dicevo, facciamo finta: nel caso se ne possono trarre due valutazioni.
La prima è che la mobilitazione diretta dei cittadini paga (vale la pena ripeterlo, a distanza di poche settimane dal caso di via Focherini).
La seconda è che al PD e a Dalle Ave sfugge il punto del problema (per noi di Carpi 5 Stelle e Rifondazione): non è la questione di trasformare in parco 900.000mq di campagna (che sono già verdi) ma impedire la colata di cemento sugli altri 300.000mq, per i quali il PRU e il piano regolatore prevedono il famoso hotel a cinque piani, i 200 e passa appartamenti ecc. ecc, che in queste condizioni di mercato, fortunatamente nessuno pare poter realizzare (salvo investimenti speculativi e riciclaggio di capitali più o meno leciti e più o meno "scudati" dal governo Berlusconi).
Quindi:
Punto 1: impedire la cementifcazione dell'area
Punto 2: ragionare nel tempo come sviluppare l'idea di bosco urbano (magari salvandone anche valenze economiche, come la creazione di boschi cedui per la produzione di biomasse, con tutto quello ch ne potrebbe conseguire in termini di ricadute in posti di lavoro nel settore delle rinnovabili e negli indotti, tipo macchine per legno, ad esempio, se questo fosse l'inizio di una conversione ecologica della nostra economia locale.
Comunque, su questa vicenda come su quella di via Focherini si vede qualche spiraglio da parte del "partitone" di volersi rimettere in discussione. Non è roba da poco per Carpi. Vedremo se saranno ripensamenti "sinceri" o se è solo marketing di un partito in piena crisi di identità e programmi.
Comunque, dicevo, facciamo finta: nel caso se ne possono trarre due valutazioni.
La prima è che la mobilitazione diretta dei cittadini paga (vale la pena ripeterlo, a distanza di poche settimane dal caso di via Focherini).
La seconda è che al PD e a Dalle Ave sfugge il punto del problema (per noi di Carpi 5 Stelle e Rifondazione): non è la questione di trasformare in parco 900.000mq di campagna (che sono già verdi) ma impedire la colata di cemento sugli altri 300.000mq, per i quali il PRU e il piano regolatore prevedono il famoso hotel a cinque piani, i 200 e passa appartamenti ecc. ecc, che in queste condizioni di mercato, fortunatamente nessuno pare poter realizzare (salvo investimenti speculativi e riciclaggio di capitali più o meno leciti e più o meno "scudati" dal governo Berlusconi).
Quindi:
Punto 1: impedire la cementifcazione dell'area
Punto 2: ragionare nel tempo come sviluppare l'idea di bosco urbano (magari salvandone anche valenze economiche, come la creazione di boschi cedui per la produzione di biomasse, con tutto quello ch ne potrebbe conseguire in termini di ricadute in posti di lavoro nel settore delle rinnovabili e negli indotti, tipo macchine per legno, ad esempio, se questo fosse l'inizio di una conversione ecologica della nostra economia locale.
Comunque, su questa vicenda come su quella di via Focherini si vede qualche spiraglio da parte del "partitone" di volersi rimettere in discussione. Non è roba da poco per Carpi. Vedremo se saranno ripensamenti "sinceri" o se è solo marketing di un partito in piena crisi di identità e programmi.
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