La foto è della manifestazione dei metalmeccanici a Modena di oggi.
E che ci facevo io, là, consulente libero professionista partita IVA?
C’ero perché sono un lavoratore (precario o autonomo, la distinzione è sottile, a seconda delle stagioni) e perché credo che o si riparte dai diritti dei lavoratori (di ogni tipo), dal loro reddito e dalla qualità della loro vita, o da questa crisi non si esce.
Servirà anche un ampio ripensamento dei nostri modi di produrre e consumare, su questo non ci piove, ma oggi io vedo un’ingiustizia insopportabile nei rapporti tra chi ha e chi non ha, tra chi produce e chi specula, e la cosa non mi va bene.
C’ero perché c’erano tutte le mie appartenenze passate, presenti e future, in ordine sparso (Comunisti, SEL, grillini, popolo viola…), non solo come sigle di appartenenza, ma come persone con le quali condivido le mie briciole di partecipazione e di impegno, che per me sono comunque importanti e segnano il mio personale percorso di vita.
C’ero perché credo che la FIOM (e lo dico io che faccio un mestiere decisamente “postfordista”, come dicono i sociologi fighi), con tutti i suoi pregi e i suoi difetti, almeno abbia un’idea chiara di qual è il suo ruolo e il suo dovere e perché credo che, quel ruolo e quel dovere siano fondamentali per dare una possibilità di difesa a chi in questo momento paga il prezzo della crisi (i lavoratori, dipendenti e non)
C’ero e credo che alcune delle facce che c’erano avrebbero gradito anche la presenza di qualche altra bandiera, sotto le porte di Confindustria, a chiedere conto di anni di “spremitura” dei redditi da lavoro, in costante competizione al ribasso, e ora del trattamento “usa e getta” di infinite storie e competenze.
E come si suol dire, in questi casi, gli assenti hanno sempre torto.
E che ci facevo io, là, consulente libero professionista partita IVA?
C’ero perché sono un lavoratore (precario o autonomo, la distinzione è sottile, a seconda delle stagioni) e perché credo che o si riparte dai diritti dei lavoratori (di ogni tipo), dal loro reddito e dalla qualità della loro vita, o da questa crisi non si esce.
Servirà anche un ampio ripensamento dei nostri modi di produrre e consumare, su questo non ci piove, ma oggi io vedo un’ingiustizia insopportabile nei rapporti tra chi ha e chi non ha, tra chi produce e chi specula, e la cosa non mi va bene.
C’ero perché c’erano tutte le mie appartenenze passate, presenti e future, in ordine sparso (Comunisti, SEL, grillini, popolo viola…), non solo come sigle di appartenenza, ma come persone con le quali condivido le mie briciole di partecipazione e di impegno, che per me sono comunque importanti e segnano il mio personale percorso di vita.
C’ero perché credo che la FIOM (e lo dico io che faccio un mestiere decisamente “postfordista”, come dicono i sociologi fighi), con tutti i suoi pregi e i suoi difetti, almeno abbia un’idea chiara di qual è il suo ruolo e il suo dovere e perché credo che, quel ruolo e quel dovere siano fondamentali per dare una possibilità di difesa a chi in questo momento paga il prezzo della crisi (i lavoratori, dipendenti e non)
C’ero e credo che alcune delle facce che c’erano avrebbero gradito anche la presenza di qualche altra bandiera, sotto le porte di Confindustria, a chiedere conto di anni di “spremitura” dei redditi da lavoro, in costante competizione al ribasso, e ora del trattamento “usa e getta” di infinite storie e competenze.
E come si suol dire, in questi casi, gli assenti hanno sempre torto.
della sinistra non condivido nulla. Eccetto le lotte dei lavoratori. A proposito. Chi è quella faccia di cazzo, a destra dello striscione ?
RispondiEliminaChans il giardiniere ( se mi banni il post è lo stesso ). Un saluto
I tuoi commenti li leggo sempre molto volentieri. Centri sempre il punto, anche se è del tutto personale, riesci a svilupparlo e lo condisci con una cultura eccezionale, usando sempre del buon gusto nel linguaggio. Grazie!
RispondiEliminaMarco Ronzitti