1) Premessa: c’è chi i privilegi per la politica di professione li vuole tagliare davvero
Prendendo spunto dalla relazione sul bilancio del Sindaco, che prima di parlare del comune dedica ampio spazio a questioni, diciamo così “extracomunali”, dedico anche io qualche minuto per ricordare un importante provvedimento assunto dall’Assemblea Legislativa dell’Emilia Romagna (nome quantomeno pomposo per quello che una volta era semplicemente il Consiglio Regionale)
Poco prima di Natale è stato approvato all’unanimità da quell’assemblea, il taglio del 10% delle indennità dei consiglieri regionali e la fine dei vitalizi.
Visto l’ammontare delle indennità dei consiglieri (che variano dai 6 agli 11mila euro netti al mese) e vista la vergogna che costituiscono i vitalizi, praticamente pensioni a vita, elargite ad ogni consigliere regionale che sopravviva almeno una legislatura, la cosa potrebbe suonare come una buona notizia.
E’ senza dubbio un risultato concreto, peccato che l’abolizione dei vitalizi comincerà solo dal 2015 (quindi tutti i consiglieri regionali attualmente in carica, peseranno sulle spalle di noi tutti vita natural durante) e peccato che in realtà, presso l’assemblea legislativa, era stata depositata fin dall’inizio della legislatura una proposta che prevedeva il taglio del 50% dell’indennità per i consiglieri (qualche dubbio che si possa vivere bene con 3.000€ al mese netti?) e lo stop da subito dei vitalizi (che un consigliere regionale PD ha elegantemente definito una porcata).
PD, PDL, SEL, IDV, Lega, UDC e Federazione della Sinistra hanno prima tergiversato per mesi in commissione, poi si sono appunto accordati su questo testo, con modesti sacrifici per loro nell’immediato, e rimandando ad altri la rinuncia del vitalizio.
In ogni caso, senza il lavoro di proposta e di pungolo di cittadini informati e organizzati che da anni chiedono la riduzione VERA dei costi della politica e senza la presenza ineludibile della proposta di legge dei consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, presentata subito ad inizio legislatura, questo provvedimento non sarebbe mai stato preso.
Tutto questo per dire due cose: parte del mondo politico sa che le cose non possono più andare avanti come è sempre stato negli ultimi venti anni. Lo sa ma oppone resistenza a cambiamenti inevitabili, per difendere i propri interessi di professionisti della politica a vita (che non fanno differenza tra destra e sinistra) o per gli interessi organizzati di singoli potentati economici, che devono essere tutelati perché a loro volta garantiscono risorse al sistema dei partiti.
Sono incrostazioni dure a morire, che hanno provocato danni irreparabili al nostro territorio (basti pensare a quell’enorme greppia bipartisan che sono stati gli appalti per l’Alta Velocità, solo per fare un esempio, costati il triplo di quanto preventivato e tutti con soldi pubblici, quando si favoleggiava il project financing ovvero l’intervento di capitali privati per almeno il 60%), privilegi inaccettabili in un paese civile e un generale decadimento della nostra democrazia, i cui strumenti di controllo rischiano di svuotarsi ogni giorno di più e che da anni vede le persone allontanarsi dalla politica e dalla cittadinanza attiva.
In questo senso, credo che la presenza nelle istituzioni di persone come i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle possa migliorare le cose, grazie al loro sforzo costante di aumentare il livello di trasparenza delle istituzioni, di come si formano le decisioni e al loro spirito di servizio, che siamo sicuri non manchi anche a singoli esponenti di altre forze politiche, ma che da decenni è seppellito da meccanismi tutt’altro che trasparenti e disinteressati, di chi nei partiti, nelle amministrazioni locali, nelle grandi municipalizzate, nelle associazioni di categoria e in alcune organizzazioni sindacali, decide in realtà il bello e il cattivo tempo e ci ha fatto trovare oggi, nella situazione di crisi in cui ci troviamo.
E proprio parlando di svuotamento delle funzioni di controllo e di indirizzo delle istituzioni democratiche, e in particolar modo di quelle comunali, che dovrebbero essere le più vicine ai cittadini, il caso del bilancio preventivo di questo comune per il 2011 calza a pennello.
2) La farsa della trasparenza e della partecipazione
Anche quest’anno avremmo voluto dare il nostro contributo propositivo all’elaborazione del bilancio comunale e avevamo preparato un emendamento che chiedeva, con lo spostamento di circa lo 0,8% (470.000) del totale delle spese correnti, di rifinanziare le seguenti attività e funzioni:
- La riapertura della Loria al lunedì, con reintegro delle ore di lavoro decurtate al personale in appalto
- Il rifinanziamento dei buoni taxi per disabili
- Il rifinanziamento delle attività didattiche degli istituti culturali e del Labò per le scuole del Comune
- Riportare il contributo per la gestione del canile e gattile ai livelli del 2009
- Destinare l’eventuale residuo ad integrazione del fondo sociale per l’affitto
Le risorse dovevano essere prelevate, facendo riferimento ai progetti illustrati nella Relazione Previsionale Programmatica, dal programma 04 Servizi Generali di Supporto
(budget complessivo di oltre 14 milioni, di cui 4,3 milioni, corrispondenti nella RPP ai sottoprogetto “Altri servizi di supporto” che comprende “Staff del Sindaco” e “Sviluppo organizzativo, formazione e qualità”) per i quali, come spieghiamo più sotto, non vi era descrizione della finalità di queste risorse, né nella Relazione Previsionale Programmatica presentata in cartaceo il 15 di dicembre né in quella ricevuta per posta elettronica il 23 di dicembre, comunque a tempo scaduto per la presentazione di emendamenti.
Altri 100.000€ dovevano essere prelevati dal programma 05 Comunicazione (anche questo senza descrizione nella versione ricevuta in tempo utile per la scrittura degli emendamenti).
Abbiamo imparato il 27 di dicembre alle ore 14 circa, da una cortese telefonata dell’assessore Caruso, che al nostro emendamento inviato il 22 dicembre sera, entro i tempi convenuti in commissione per la sua valutazione, è stata opposto pare contrario del Dirigente del Settore Finanziario (che vorrei qui leggere per esteso), ricevuto formalmente ieri sera alle 18.19 dopo che anche la Dott.ssa Manotovani, circa un’ora prima ci aveva cortesemente illustrato per telefono la situazione e dato delucidazioni sulla destinazione di quelle risorse.
Nei fatti ci si dice che l’emendamento non è ammissibile perché né il totale di 14.576.615,26€ per il programma “Servizi generali di supporto”, né per i, fino a ieri sera, misteriosi 4.356.329,23€, relativi a staff del Sindaco e Sviluppo organizzativo è possibile intervenire con riduzioni di spesa, essendo spese “incomprimibili”
Così come vengono giudicate spese incomprimibili quelle per il settore comunicazione, dato che con un ulteriore taglio di 100.000€, dovrebbero rinunciare sostanzialmente alla carta e pagare solo il personale.
Nel frattempo, dalla versione della RPP del 15 dicembre a quella del 23, il settore Comunicazione è passato da Programma 05 a progetto 4.06, ovvero inserito nelle attività di supporto, però rimane anche la tabella con l’istogramma delle risorse destinate al PROGRAMMA COMUNICAZIONE a pag 172.
Qualcuno ci spiega come sarebbe mai stato possibile fare degli emendamenti credibili sulla base di questo caos?
(e soprattutto, siamo ancora certi che stiamo votando atti legittimi?)
Con tutto il rispetto per la Dottoressa Mantovani e per il collegio dei Revisori dei Conti, che hanno di fatto controfirmato il parere espresso dalla Mantovani con il medesimo testo (contiamo sul fatto che lo abbiano letto e abbiano letto anche l’emendamento che avevamo presentato), noi riteniamo che quel giudizio “sconfini” largamente dal parere tecnico ad una scelta di merito di dove destinare questo 1% del totale della spesa corrente, perché siamo convinti che in quei 15.000.242,26 euro della somma del programma “Servizi generali di supporto” e del programma Comunicazione, qualcosa di comprimibile ci sia, se è vero come è vero che ad esempio, l’anno scorso entravano in queste spese “incarichi per la rilevazione della customer satisfaction e di evoluzione dei bisogni dei cittadini rispetto ai servizi offerti dal Comune” o “eventuali incarichi per l’analisi e la progettazione di procedure di sportello e di rapporto con l’utenza in rapporto al progetto di unificazione dei servizi di front office”.
Se è vero come è vero, che il progetto “Altri Servizi di Supporto” vede un aumento delle risorse da 3.986.142,10€ del 2010 ai 4.356.329,23€ del 2011, per spostamento di risorse da altri capitoli, ci è stato spiegato, ma che comunque indicano che su quel capitolo (che ricordiamolo nel 2010 comprendeva solo Staff del Sindaco e Sviluppo Organizzativo), non sono stati operati risparmi (o comunque non ci sono stati comunicati).
Se è vero, come è vero, che la relazione per il programma (o progetto, a questo punto siamo sinceramente confusi) “Comunicazione” del 2011 (pag 173 versione corretta via file il 23 dicembre, non l’allegato cartaceo presentato in commissione) comprende risorse per la campagna informativa sul bilancio di previsione 2011 quando lo stesso era già citato nella relazione del 2010, così come tutti gli studi di fattibilità su mirabolanti nuove forme di comunicazione che erano già citati nel 2010 (pag 174), eccetera, eccetera, eccetera…
Quindi, secondo il parere del nostro servizio finanziario, non si può discutere di tagliare quelle spese (che comprendono anche 0,5 milioni di spese energetiche, e anche qui abbiamo la dimostrazione che un piano energetico comunale non esiste), o i premi di produzione, da elargire in aggiunta ai normali stipendi e indennità, ma si può discutere se togliere acqua e luce al campo nomadi.
Prendiamo atto, ma ribadiamo che per noi allora dovrebbero essere incomprimibili i redditi da lavoro per chi lavora in questo Comune e non gode di premi di produzione, o le spese per le attività didattiche per i nostri figli.
Dovrebbero essere incomprimibili i servizi per disabili che invece vengono tagliati in nome di fumose riorganizzazioni che al momento hanno come unico risultato che da sei mesi il servizio di buono taxi non c’è, con forte limitazione dei diritti di mobilità per le persone disabili, poche o tante che siano, che ne facevano uso.
Riteniamo incomprimibili le spese per un servizio di igiene pubblica come il canile, che già il Comune gestisce basandosi su lavoro volontario, quindi con risorse ben al di sotto di quelle che effettivamente dovrebbe spendere gestendolo con personale proprio o comunque retribuito, e però nel 2010 questa spesa è stata “compressa”.
Crediamo che debbano essere “espandibili”, visti i ritardi di questo comune sull’edilizia popolare, tutti gli strumenti di supporto alle famiglie in difficoltà, a partire ad esempio per le spese d’affitto.
Riteniamo che tutte queste spese siano più “incomprimibili” anche solo del fatto che il settore comunicazione del comune rimanga senza carta, come ci è stato paventato al telefono dalla Dottoressa Mantovani, dato che comunque la maggior parte di questa è serve per la propaganda della maggioranza che ci è stata rifilata in questi anni, dalla comunicazione sui fasti dell’amministrazione durante la campagna elettorale dal 2009 in poi.
E’ bene che i cittadini di Carpi, così largamente coinvolti dalla campagna d’ascolto “Bilancio Insieme”, i cui contributi all’elaborazione del bilancio non erano ancora noti il 20 di dicembre, ovvero a bilancio largamente chiuso e blindato, tanto per renderci conto dell’ennesimo spreco di denaro pubblico in manifesti e gadget di propaganda per il comune, sappiano che in realtà, oltre a non essere loro minimamente partecipi dell’elaborazione del bilancio comunale, come invece vorrebbe farci credere la relazione del Sindaco, non lo sono neanche i consiglieri comunali, neanche per quelle misere e formali funzioni di controllo e indirizzo che ancora gli competono.
L’anno scorso avevo cominciato l’intervento sul bilancio citando il fatto che avevamo ricevuto gli ultimi allegati solo due settimane prima della prima sessione di bilancio, ma perlomeno avevamo avuto almeno un mese e mezzo di tempo dalla prima commissione alla votazione finale, per analizzare, far girare e discutere gli allegati al bilancio.
Quest’anno abbiamo avuto 13 giorni, compresi Natale, Santo Stefano e oggi.
Ci è stato spiegato che questo è dovuto al fatto che in Comune si attendeva una proroga sui tempi dell’approvazione, che non arrivava ma che invece è arrivata il 17 di dicembre (esattamente lo stesso giorno dell’anno scorso), e così i tempi per la semplice lettura (figuriamoci per elaborare proposte alternative) si sono ridotti a questo lasso di tempo ridicolo per i consiglieri.
Se i consiglieri comunali sono stati messi in questa condizione, figuriamoci cosa hanno potuto influire i semplici cittadini, citati nella relazione del Sindaco.
A questo proposito ci sentiamo di dare un informazione alla Giunta e ai dirigenti del Comune di Carpi: anche il 2011 finirà il 31 di dicembre.
Se siete saggi, preparate il bilancio per i tempi dovuti sulla base delle informazioni che avete e che ci rendiamo conto essere frammentarie e contraddittorie a causa del caos che regna sovrano a Roma (ma tanto sappiamo tutti che i bilanci non sono le tavole di Mosè, dato che ci avete abituato a considerarlo strumento dinamico che cambia nel corso dell’anno grazie alle numerose varianti che ci proponete).
In questo modo avremo veramente i tempi necessari per svolgere le funzioni di controllo e indirizzo che competono al consiglio comunale (e magari a fare anche un tentativo di vera partecipazione con i cittadini, un po’ meno ridicolo della propaganda da bar fatta dal Sindaco nelle settimane scorse).
Un altro segnale di quanto rituale e svuotato di senso sia ormai questo passaggio della votazione del bilancio di previsione, ce lo da anche la trascuratezza, ai limiti della sciatteria, con cui è stata trattata la redazione degli allegati al bilancio, presentati in commissione.
Qui è bene che ci soffermiamo un attimo, perché in democrazia, la forma è sostanza e se dobbiamo votare un allegato al bilancio, oltre a presupporre che i consiglieri comunali lo leggano, si dovrebbe auspicare che questo sia perlomeno scritto correttamente (e in qualche caso semplicemente… scritto!).
Facciamo qualche esempio.
Nell’allegato “Elenco degli incarichi”, a pagina 4 e a pagina 5, ci sono incarichi per attività culturali per gran parte della descrizione uguali, ma con due importi diversi, per un totale di 70.000€, a pagina 6, nella descrizione per l’incarico al Medico del Lavoro si cita una legge non più in vigore (la 626 del 94, superata dalla 81/2008).
La medesima legge è riportata anche nel piano triennale degli investimenti. Abbiamo segnalato la cosa in commissione (evidentemente sfuggita a tutti i dirigenti comunali competenti e al collegio dei revisori), ci hanno comunicato che la dicitura è stata modificata, ma al momento non abbiamo ricevuto gli allegati corretti.
Ma questi sono i peccati veniali.
Ben più corposi a nostro parere sono le omissioni e gli errori e gli assurdi logico temporali contenuti nella Relazione Previsionale e Programmatica (RPP), allegato numero 4 al bilancio e che quindi dovremmo votare, tomo di 225 pagine che ci è stato consegnato solo su carta il 15 di dicembre.
E’ a causa di aver fondato il nostro emendamento sulle informazioni parziali contenute in questo documento, che il nostro emendamento non è stato ammesso, caso unico nella storia di questo comune, perlomeno da quando esiste il Testo Unico sugli Enti Locali, a quanto ci dicono.
La RPP non è documento da poco, fra gli altri allegati del bilancio, è il più voluminoso perchè in teoria, dovrebbe spiegarci a cosa servono le somme stanziate che leggiamo in tutti gli altri atti relativi al bilancio.
Insomma, oltre a al semplice “quanto”, questo documento ci spiega il “perché” e il “per cosa”, suddiviso per programmi e progetti. In teoria, appunto.
Ebbene quest’anno, assieme alla contrazione dei tempi di cui abbiamo parlato sopra, i consiglieri comunali che dal 15 dicembre, avessero voluto prendersi la briga di leggere il documento per sapere che fine avrebbero fatto i soldi del Comune di Carpi, si sono trovati di fronte a questo simpatico quadretto:
Le seguenti sezioni mostravano illibate pagine bianche:
Programma e/o Progetto | Assessore e Dirigente responsabili | Spese previste | |
02.05 Servizi alla persona | 02.05.03 Onoranze funebri | D’Addese; Carboni | 1.390.971,35 (compresi i servizi cimiteriali) |
04.04 Personale | Caruso e Corradini | 1.024.550,00 | |
04.05 Altri servizi di supporto | 04.05.1 Staff del Sindaco 04.05.02 Sviluppo organizzativo, formazione e qualità | Caruso e Corradini | 4.356.329,23 |
05 Comunicazione | Tosi; Corradini | 423.627,00 | |
06.01 Organi Istituzionali | Caruso; Corradini | 974.213,00 |
Il totale fa poco meno di 8.170.000 euro, ovvero circa il 14,6% della spesa corrente.
Ci viene chiesto di approvare un bilancio, senza sapere a cosa serva poco meno di un sesto della spesa corrente totale.
Questo è il livello, altro che partecipazione e trasparenza (e sfido gli altri consiglieri comunali a estrapolare dagli altri allegati la chiara destinazione di queste risorse non descritte nella RPP).
Dopo aver fatto presente nella commissione del 20 dicembre (8 giorni prima dell’approvazione finale) che la RPP era incompleta, ho infine ricevuto dopo mia ulteriore richiesta il giorno 22, un file corretto il 23 dicembre, giorno della presentazione del bilancio da parte del Sindaco nonché giorno successivo a quello entro il quale ci era stato chiesto di inviare gli emendamenti.
Per inciso, nella RPP corretta i progetti riuniti l’anno scorso sotto la definizione “Altre attività di supporto” sotto la denominazione 4.05.01 Staff del Sindaco e 4.05.02 Sviluppo organizzativo Formazione e qualità, per un totale di 4.356.329,23€, anziché presentare pagine bianche sono semplicemente spariti.
Resta solo l’istogramma relativo alla spesa, senza neanche l’intestazione dei due progetti.
Stiamo parlando di poco meno del 10% del totale della spesa corrente, non illustrate neanche in quella che dovrebbe essere la versione corretta e definitiva della RPP
Le conseguenze di tutto questo sulle sorti del nostro emendamento, le abbiamo illustrate sopra..
Veniamo ora a coglier fior da fiore dalle pagine della RPP che invece si sono presi la briga almeno di redigere. Per carità di patria cito solo alcuni esempi e limito il raffronto con la RPP che ci presentaste l’anno scorso, non andando a scavare negli anni precedenti, per evitare paragoni ancora più impietosi.
Servizi alle imprese (pag 119): il primo punto è un copia incolla di quello dell’anno precedente. Qualcuno in grado di dirci se e per quando è prevista la “creazione di un unico Polo di eccellenza regionale per il tessile abbigliamento”?
Commercio (pag 122): E’ almeno il secondo anno consecutivo che viene indicato fra le finalità da conseguire il “Nuovo Regolamento dello Spazio espositivo area fieristica”, seguito dal “Nuovo regolamento per la Fiera di maggio di San Bernardino e dal Nuovo regolamento per posteggi sparsi del commercio ambulante”. Sono così lunghi da redigere?
Patrimonio (pag 145): qui il copia e incolla è stato veramente efficace e persistente, dato che risulta il medesimo testo errato anche nella versione corretta che è stata inviata il 23 dicembre: non sono state aggiornate le date, nella RPP 2011 si legge “entro il 31 dicembre 2010 dovranno essere eseguite le verifiche sismiche” esattamente come nella RPP dell’anno scorso. A questo punto ci chiediamo se e chi abbia fatto queste verifiche entro il 31 dicembre 2010 o se invece dobbiamo supporre che non siano state eseguite e quindi debbano essere eseguite nel 2011. Speriamo non ce la facciano pagare due volte.
Progetto per lo sviluppo di una nuova rete civica (pag 158): l’adozione della piattaforma Plone per la gestione della Rete Civica, prevista nella RPP del 2010, diventa nel 2011 “valutazione delle diverse piattaforme CMS open source (Plone, Alfresco, Drupal, Joomla, ecc.) o sullo sviluppo di una nuova release dell’attuale C4Sql al fine di individuare lo strumento che risulterà ottimale nella gestione della Rete Civica”.
Da notare che la piattaforma Plone era citata due volte nella relazione dello scorso anno (così come il progetto dello sviluppo di una nuova rete civica)
E come per lo scorso anno, non posso che ribadire che siamo l’unico comune che riesce a trasformare l’adozione di sistemi open source, da un risparmio ad un aggravio dei costi (e peraltro ci mettiamo due anni anche solo per decidere se farlo o no).
VOIP (voce su rete IP) (pag 158): RPP 2010: “La rete in fibra del Comune di Carpi che collega scuole, altre sedi e gli altri Comuni dell’Unione Terre d’Argine verrà valorizzata con un progetto pluriennale di VOIP a partire dal 2010”, RPP 2011: idem, però almeno questa volta si sono ricordati di correggere l’anno da 2010 a 2011
Nel frattempo quanti soldi abbiamo perso per mancato risparmio sulle bollette telefoniche?
Ci sarebbe piaciuto saperlo, ma visto che in commissione non siamo neanche riusciti a sapere quanto risparmiamo con il taglio del lunedì alla Loria (e relativo taglio agli stipendi di chi ci lavora), forse non è il caso di farsi troppe domande.
Ora, non ci si venga a raccontare che questo uso ripetuto del “copia e incolla” è legato alla natura poliennale dello strumento: il fatto che cambiate date di inizio e fine (quando le mettete) o il lasciare il tutto in un tempo indeterminato, ma ripresentando anno dopo anno le medesime dicitura nella stessa forma, vuol dire che o quelle cose non sono state fatte l’anno scorso, quando comunque erano previste risorse a bilancio per quelle azioni, o che le paghiamo due volte (o in alternativa che non avete idea di cosa scrivete quando scrivete la RPP).
Mi scuserete l’eccesso di sarcasmo delle righe precedenti (e delle successive), ma, riprendendo il discorso di cui sopra, quando ho ricevuto il file completo della RPP, francamente mi sono rifiutato di leggerlo per intero, perché ritengo questo modo di operare non solo lesivo dei ruoli del Consiglio Comunale, ma anche una personale presa in giro nei confronti di ogni singolo consigliere comunale, che si suppone partecipi a commissioni e conferenze dei capigruppo e alle sedute del consiglio comunale, almeno per fare qualcosa di sensato e che risponda a quello che la legge richiede al nostro ruolo.
Invece voi ve ne infischiate di dare informazioni adeguate e trasparenti ai rappresentanti eletti di un’istituzione democratica, perché date per scontato che nessun intervento da parte di questo Consiglio Comunale sia possibile su questo bilancio.
Tutto oggi qui, e la settimana scorsa con la relazione del Sindaco, non è altro che un rito, una messa cantata al cui spartito nessuno dei consiglieri qui presenti può veramente mettere mano, tanto è vero che ci è stato detto che non possiamo ridurre le spese di un capitolo, di cui non ci è mai stata illustrata la natura fino a ieri sera.
Questo è il livello e la qualità del dibattito, dove evidentemente ruolo e funzione dei consiglieri di opposizione è puramente “decorativo” e spero che almeno quelli della maggioranza, abbiano avuto occasione, nelle loro stanze di partito, di ricevere informazioni per tempo e abbiano potuto dare le loro indicazioni e suggerimenti, nel qual caso ci piacerebbe conoscere i risultati ottenuti, perché in caso contrario, la loro funzione è ancor più decorativa della nostra.
In ogni caso, davanti ad una tale prova nella redazione di questo bilancio, questa amministrazione meriterebbe di essere mandata in esercizio provvisorio.
La città no, ma voi sì.
Faremo comunque tesoro di questa lezione e anticipiamo già ora la domanda che faremo alla prima seduta della commissione bilancio sul preventivo 2012: quali sono, su questo bilancio, le spese che considerate incomprimibili? Perché e in quale misura?
Magari vi renderete conto che giudicare una spesa comprimibile o no è un atto politico e non amministrativo, ma anche nel caso che non vi rendiate conto dell’assurdità di questa affermazione, almeno potremo sbizzarrirci sugli altri capitoli di Bilancio.
Battute a parte, volete fare una seria campagna d’ascolto? Partite a marzo, come fanno i comuni che decidono di investire davvero energie in bilanci partecipati. Rendete pubblico passo passo la raccolta delle segnalazioni ricevute dai cittadini, anche da quelli che non fanno parte delle paludate associazioni di categoria, che si trascinano con voi in un balletto decennale di collateralismi e scambi di favori e di posti, parlando sempre delle stesse cose, proponendo sempre le stesse ricette, che sono quelle che ci hanno condotto a questa crisi e, cosa ben più grave, che non consentono di farci intravedere una reale via d’uscita, e allora sì, che si potrà dire che abbiamo fatto un “Bilancio Insieme” e non una mera, ennesima, opera di propaganda con i soldi dei contribuenti, pari in tutto e per tutto agli spot della nostra Presidenza del Consiglio dei Ministri, a livello nazionale.
E ora veniamo ai contenuti del bilancio.
3) Il bilancio 2010 era vecchio e iniquo, quello del 2011 invece… pure.
Se la situazione di crisi, che si protrae dal 2008, continua nei suoi effetti, ha senso proseguire con le medesime risposte di 1 o 2 anni fa?
Nella relazione al bilancio dell’anno scorso Carpi 5 Stelle e Rifondazione Comunista, avevano provato a delineare un altro quadro, altre linee di azione sulle quali muoversi.
Sono state bocciate e oggi ci ritroviamo ad affrontare con gli stessi strumenti fallimentari dell’anno scorso, la medesima situazione solo con meno risorse.
Il taglio delle risorse agli enti locali (specie a quelli con bilanci sani) da parte del governo è ingiusto, iniquo, immotivato, miope negli effetti (se non fosse che a Roma sanno benissimo cosa stanno facendo, quindi più che miopia è vera e propria vessazione rispetto all’autonomia degli enti locali).
Ma a maggior ragione, quando le risorse sono scarse, è necessario essere capaci di stabilire chiaramente le proprie priorità e proporre qualcosa di nuovo per reperire risorse ed eliminare sprechi, per quanto riguarda la “macchina” comunale, e al tempo stesso fare tutto quello che in potere di un ente locale, per difendere i redditi da lavoro, perché è nella miseria dei redditi da lavoro che questa crisi è nata (mentre sappiamo bene che altri redditi di tipo speculativo finanziario e immobiliare, continuano a prosperare).
L’anno scorso, così come in campagna elettorale, abbiamo sempre detto che mettere un freno alla speculazione immobiliare nel nostro territorio, è un primo passo per riportare risorse fuori da un settore economico rigido, marcato da evidenti presenze malavitose, ricettacolo delle principali forme di sfruttamento e di irregolarità delle condizioni di lavoro.
Anche nel pieno di questa crisi, l’attuazione della smodata espansione cementizia prevista dal PRG invece prosegue, e noi restiamo ancora in attesa di capire cosa l’amministrazione stia elaborando per quanto riguarda i futuri strumenti di programmazione urbanistica, che dal 2009 vengono citati, ma il cui sviluppo al momento resta confinato negli uffici di pochi addetti ai lavori: a parte qualche frase di propaganda, al momento non si è aperta nessuna discussione su come immaginiamo il futuro dell’assetto territoriale di questa comunità e da questa discussione, dipendono molti altri temi, circa la sua coesione sociale, la sua sostenibilità economica e ambientale.
Quello che ci viene presentato è un bilancio puramente “difensivo”, che per di più non distingue, tra ciò che effettivamente va giustamente difeso (il livello e la qualità di alcuni nostri servizi educativi, culturali e sociali) con la difesa di un modello amministrativo datato, che poteva funzionare fino a 15 anni fa, in presenza di abbondanti risorse pubbliche, oltre che la difesa di privilegi ingiustificabili oggi in situazioni di crisi (ammesso che mai lo siano), dentro e fuori il comune.
3.1 Un bilancio lacrime e sangue ma solo per alcuni
Dal 2009, a piena crisi conclamata, sono stati confermati con incarichi quinquennali dirigenti extraorganico, con indennità ad personam, previste anche per un nucleo ristretto di funzionari in organico, aggiuntive agli stipendi previsti dal loro inquadramento per circa 270.000€ l’anno.
Nel 2010 la cifra si è ridotta per le dimissioni di una dirigente, non certo per spirito di sobrietà dell’amministrazione, e nel frattempo, si sono però assegnati ulteriori 80.000€ di premi di produzione (sempre ai soli dirigenti).
Tutto questo mentre si decide che, per pure questioni di bilancio, si riducono servizi e ore di lavoro alla Loria, si tagliano laboratori culturali per le scuole e si chiude definitivamente il Labò, nonostante questa stessa amministrazione ne abbia dato fino ad oggi un giudizio positivo e nonostante il migliaio di firme raccolte tra insegnanti e genitori per la difesa di questo servizio, così come le lettere di insegnanti inviate al Sindaco per conoscere il destino delle molte attività rivolte alla scuola da parte degli istituti culturali.
350.000€ tra indennità e premi: con tutto il rispetto per i dirigenti del Comune di Carpi, credo che in un’azienda in crisi, sarebbe necessario mettere in atto pratiche di solidarietà per evitare di lasciare a casa o comprimere i redditi dei lavoratori più deboli ed esposti.
E’ un atto che come consiglio abbiamo chiesto ad ogni azienda privata con i nostri ordini del giorno votati all’unanimità quando una di loro entrava in crisi.
Secondo me è vergognoso che questo non possa essere fatto dal Comune di Carpi.
Lo abbiamo detto l’anno scorso e lo ripetiamo quest’anno e lo ripeteremo fino a quando non vedremo su questo tema un cambiamento di rotta.
Anche la giunta ha visto una riorganizzazione nell’arco del 2010, segno che chi in campagna elettorale diceva che si poteva risparmiare sul numero di incarichi e su quello degli amministratori, forse non aveva tutti i torti e se ne deduce che questa economia poteva essere fatta anche prima e non lo si è fatto per questioni che attengono più a beghe di equilibri fra partiti e partitini, che non di efficienza del lavoro della giunta (che anzi a mio giudizio, con questo calo e questi cambi è nettamente migliorata rispetto al passato).
Di tutti i soldi sprecati negli anni precedenti per assessori (e noi diciamo anche dirigenti) in evidente soprannumero, ovviamente, nessuno si assumerà la responsabilità.
3.2 La difesa del sociale, se la Fondazione acconsente.
In occasione del dibattito sul Piano Sociale di Zona e in altre occasioni, abbiamo sempre convenuto con la maggioranza circa la necessità di mantenere un alto livello di tutela e di servizi e riconosciuto la sostanziale differenza fra quello che abbiamo qui ed altre parti d’Italia.
E allora lo ribadiamo: bene gli interventi per famiglie, minori e adolescenti, bene gli interventi per il disagio adulto, meno bene vendersi anche quest’anno in relazione di bilancio del Sindaco, l’innalzamento del Carpine, per quanto riguarda gli anziani, dato che mi pare se ne fosse già parlato un anno fa e il nuovo piano non c’è ancora (e noi non smetteremo mai di ricordare che l’area della Cremeria gentilmente concessa per edilizia privata, doveva essere destinata ad un nuovo intervento di questo tipo, con una capienza decisamente maggiore del nuovo piano della residenza Il Carpine)
Detto questo riteniamo che anche in questo settore permangano alcune ombre e un grosso problema ancora lontano da soluzione che è quello del diritto alla casa.
Per quanto riguarda le ombre, ci riferiamo ad esempio ad un calo di attenzione generale per quanto riguarda le barriere architettoniche anche in edifici di nuova costruzione, pubblici e privati segnalata dall’ANMIC, la decisione di sospendere i buoni taxi per le persone disabili PRIMA di avere pronta una misura alternativa, che comunque riteniamo urgente non solo per chi utilizzava quel tipo di servizio, ma per garantire il diritto alla mobilità anche a tutti gli altri disabili le cui esigenze non vengono oggi risolte dal pur generoso impegno delle associazioni di volontariato.
Un’altra ombra deriva dal fatto che gli interventi straordinari contro la crisi, restano sostanzialmente attaccate alla “benevolenza” della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi (e guai a parlarne male, vista la suscettibilità alle critiche da parte di quell’ente), quindi risulta difficile capire e soprattutto progettare interventi su una scala poliennale, quando si dipende da un ente sul quale in Comune non ha (e ha dimostrato di non volere) nessuna capacità di influenza nelle decisioni strategiche.
Sul tema casa, la strada da percorrere è ancora lunga e il ritardo accumulato fin qui è diretta responsabilità delle amministrazioni presenti e precedenti.
Dopo lo scandalo (perché per noi rimane tale) dei 12 appartamenti pagati 200.000€ l’uno e dei relativi 15 garages di via Ginzburg, (che per inciso hanno certificati di abitabilità che chiariscono che sono non agibili per persone disabili, le quali sono largamente presenti nella graduatoria delle persone aventi diritto per alloggi popolari, tanto per ricordare che acquisto fantastico abbiamo compiuto nel 2009), per il 2011 è previsto un investimento di 1,3 milioni in case popolari, di nuova costruzione legato al PRU dell’area oltre ferrovia.
Si continua a muoversi nella direzione sbagliata, ovvero nel costruire ancora, quando a carpi sono presenti 33.267 unità abitative per 28.500 famiglie.
Fate voi il calcolo delle case vuote presenti sul territorio.
Nel corso del 2010 è stato approvato all’unanimità un odg che chiedeva alla Fondazione di avviare un programma per l’acquisto di appartamenti disponibili sul mercato, oggi con prezzi al ribasso, per renderli disponibili per affitto a canone calmierato o popolare.
Continuiamo a pensare che quello sia il modo giusto di investire per regolamentare il mercato degli affitti, dare fiato ai piccoli proprietari e ci chiediamo perché a tutt’oggi quell’odg non abbia ricevuto una risposta ufficiale e pubblica da parte della Fondazione e perché il Comune non decida lui stesso di partire con un programma di questo tipo, dato che comunque sappiamo che la gestione degli immobili ACER è in attivo e potrebbe esserlo anche di più se l’ente pubblico decidesse di intervenire sul mercato degli affitti anche solo con proposte, redditizie, di affitti a prezzo calmierato e non necessariamente da canoni ERP.
Certamente la cosa farebbe poco piacere a chi, anche nel pieno di questa crisi, continua a pensare che il futuro sia nell’ulteriore espansione edilizia, e ci rendiamo conto di quale pressioni e quale livello di ascolto abbia presso questa giunta quel settore economico.
A nostro parere sarebbe ora di cominciare ad ascoltare di più i bisogni delle centinaia di famiglie in lista d’attesa per un appartamento con un affitto decente, se non proprio a prezzi popolari.
3.3 La Green Economy delle chiacchiere
Sul fronte del risparmio energetico, non siamo riusciti a sapere dall’assessore Tosi, quanti kwh, metri di cubi di metano o litri di benzina, siamo riusciti a risparmiare dall’adozione dei piano energetici comunali, per il semplice fatto che larga parte di quei piani (ricordiamolo, pagati più di 40.000€) sono rimasti inattuati e lo sono proprio nella parte che dovrebbe essere propedeutica per un piano energetico, ovvero nell’analisi della situazione di tutte le strutture comunali.
Dati.
Senza dati non è possibile costruire nulla, e la risposta alle nostre interrogazioni a riguardo dimostrano che l’assessorato all’ambiente e quello all’edilizia pubblica non sono in grado di avere gli indicatori necessari per i consumi e per le spese relative, quindi nessun risparmio è realmente programmabile (tanto è vero che fra le motivazioni con cui ci bocciano l’ammissibilità del nostro emendamento c’è che non è possibile prevedere un risparmio sulle utenze) e non c’è una misura dell’efficienza delle poche misure attuate, con il chiaro rischio di aver sprecato altro denaro pubblico.
Stiamo parlando di una spesa sensibile, dell’ordine di milioni di euro, tra illuminazione pubblica, impianti semaforici, illuminazione degli edifici, riscaldamento e raffreddamento.
Su alcuni blog cittadini, i casi di locali pubblici mal gestiti dal punto di vista climatico sono ripetuti, ma a quanto pare a nessuno interessa intervenire.
E’ passato anche il 2010 e non si vede all’orizzonte nulla al riguardo se non i ripetuti auspici dell’assessore Tosi per i fantasmagorici accordi con improbabili ectoplasmi di agenzie per il risparmio energetico provinciali, che per tutto il 2010 (dopo essere già stati largamente strombazzati nel 2009) sono rimasti lettera morta.
Le ESCO, le compagnie che finanziano con il risparmio energetico gli investimenti per ammodernare ed efficientare gli edifici e le infrastrutture pubbliche, esistono da anni, ne parlavate VOI nei vostri programmi elettorali dal 2005.
Ci sono comuni che le usano e altri che perdono tempo e denaro. Noi siamo fra questi ultimi.
Ma evidentemente a noi i soldi devono far schifo.
Non solo non abbiamo mosso un passo su questo tema ma anzi, questa maggioranza ha bocciato una nostra proposta che puntava a misurare almeno gli interventi in uno di questi settori, ovvero quello dell’illuminazione pubblica, dove un risparmio anche solo del 10% significherebbero 90.000€ da poter destinare ad altro (per noi si poteva arrivare credibilmente al 30%, ma ci saremmo accontentati di qualsiasi chiaro impegno pe rla riduzione della spesa, che però non è arrivato).
Nel frattempo la spesa energetica per l’illuminazione pubblica è, se pur di poco, aumentata, prova evidente che non solo non ci siamo incamminati sulla strada giusta, ma abbiamo proprio deciso di fare passi su quella sbagliata.
Si è deciso di partire con gli impianti per energie rinnovabili, o meglio, si è deciso che si partirà.
L’anno scorso avete bocciato un emendamento per investire un milione di euro in fotovoltaico nel comune di Carpi, nel momento che i contributi in conto energia erano ancora al loro massimo e sapendo tutti che si trattava di un investimento produttivo, che avrebbe anche generato un minimo di flusso di cassa per rispondere a quel delirio contabile che è il patto di stabilità.
L’avete bocciato e questo significa un anno di contributi persi.
Abbiamo approvato successivamente all’unanimità un odg per fare un’operazione di “affitto” dei tetti per chi volesse investire nel fotovoltaico, facendo un’operazione che la Polisportiva Dorando Pietri, per non parlare di altri comuni, ha già realizzato.
Dell’emanazione di questo bando, che in alcuni casi ha consentito l’avvio di progetti di azionariato popolare, una cosa che avvicina i cittadini al loro comune e contribuisce a sentirsi tutti responsabili per un patrimonio collettivo, se ne è persa traccia.
Abbiamo invece imparato che due tetti comunali sono stati “ceduti”, senza bisogno di nessun bando di gara, ad AIMAG per costruire i suoi impianti fotovoltaici, ci sarebbe piaciuto sapere in fase di bilancio quanto aveva reso questo operazione al comune.
A riguardo, su tutti e due questi punti, giace un’interrogazione senza risposta, nella segreteria dell’assessore Tosi, presentata un mese fa, ma sappiamo che per certe interrogazioni, l’assessore Tosi ha bisogno di tempi lunghi. Per risponderci a quella sui piani energetici in fondo ci mise solo cinque mesi.
Alcuni mesi fa abbiamo chiaramente detto che riteniamo che i ritardi sul piano energetico, sia per mancati risparmi che per mancati investimenti nelle rinnovabili, costano al comune non meno di 250.000€ l’anno.
Siamo ancora in attesa di smentita, basata su fatti e numeri, e non su auspici e belle speranze ambientaliste che sentiamo ogni tanto rincorrersi dai banchi della maggioranza. In assenza di smentite credibili, sarebbe bene che chi ha governato Carpi almeno negli ultimi 6 anni, se ne assumesse chiaramente la responsabilità di questo che è si configura come un vero e proprio danno alla collettività.
Ribadiamo, si tratta di un quarto di milione all’anno tra mancati risparmi e mancate entrate.
Dalla scorsa settimana, abbiamo imparato che quello che poteva fare il Comune da anni, sul fronte del fotovoltaico, lo farà forse l’Unione l’anno prossimo.
Un piano per un megawatt nel solo Comune di Carpi, che arriverà probabilmente giusto in tempo per veder cominciare diminuire i contributi del conto energia.
Bene arrivati, continueremo a chiederci dov’erano questi paladini del fotovoltaico, non dico cinque, ma anche solo due anni fa.
Per rimanere in campo ambientale, un altro dato che interesserà i cittadini che pagano regolarmente le tasse (anche quando si chiamano impropriamente tariffe), come nel caso dei rifiuti.
Quest’anno la Tariffa di Igiene Ambientale aumenta ben oltre il tasso di inflazione.
Quest’anno AIMAG aumenterà gli utili in distribuzione ai comuni del 30%.
Trovate voi la correlazione.
Abbiamo provato a chiedere in due occasioni se qualcuno ci quantificava i costi dei servizi di raccolta, dato che è per via del porta a porta che giustificano l’aumento della tariffa, ma per ben due volte non abbiamo ricevuto risposta, né durante il consiglio tematico aperto, né durante la risposta all’interrogazione dell’assessore Tosi di cinque giorni fa.
Non conosciamo il dettaglio dei costi di esercizio di AIMAG, sappiamo che distribuisce utili (che anche quest’anno come per gli anni successivi finiranno per il 25% in tasca a HERA e per il 10% in tasca alla Fondazione CRC), costruiti sostanzialmente con quello che incassa dalla gestione dei nostri servizi essenziali: acqua, energia, rifiuti.
L’unica cosa che ci è dato di sapere è che, a loro dire, il costo del servizio aumenta con il porta a porta, anche se ci è stato detto che la produzione di rifiuti procapite diminuisce e anche se sappiamo tutti che le materie separate con una buona raccolta differenziata hanno un miglior valore di mercato come “materia prima seconda”.
Noi paghiamo, AIMAG incassa senza bisogno di rendere trasparenti i suoi costi di gestione, i comuni e HERA ringraziano per i dividendi.
Già l’anno scorso, su questo stesso argomento, ricordiamo che a fronte di un aumento voluto dal Comune del 2% della tariffa, l’allora presidente Michelini dichiarava che i costi gestionali erano aumentati del solo 0,75%
Supponiamo che il nuovo presidente Arletti sia un filino troppo allineato con l’attuale maggioranza per permettersi una simile botta di sincerità come l’ebbe Michelini, per questo motivo, nell’anno nuovo presenteremo una mozione per chiedere che prima che il bilancio di AIMAG venga approvato, quel bilancio passi dal consiglio comunale, rendendo chiari costi e ricavi per ogni attività, perché qui ci pare evidente che in realtà, stiano usando AIMAG per una forma di tassazione impropria, se è vero come è vero che per altri gestori di rifiuti, il modello di gestione porta a porta si rivela più economico di quello con i cassonetti stradali, se oltre alla raccolta si calcola anche il costo per lo smaltimento e gli incassi per l’avvio al riciclaggio.
3.4 Urbanistica, lavori pubblici e mobilità: spendere per spendere…
Nel corso dell’anno abbiamo visto la giunta dover tornare su proprie decisioni assunte in passato, progettare e riprogettare le stesse opere, con aggravio di costi.
Abbiamo forse archiviato il caso della piscina, 600.000€ e un numero imprecisato di anni per avere un progetto
Non approfondiamo la polemica sui costi per la riprogettazione della scuola di Cibeno, ma anche lì, una decisione cambiata in corso d’opera ci è costata qualche decina di migliaia di euro e una progettazione quantomeno naif della mobilità ciclabile intorno all’istituto.
Ma per le uniche opere di mobilità sostenibile previste l’anno scorso, la cui realizzazione è già slittata al’anno prossimo, ci riferiamo alle piste ciclabili Due Ponti – Centro Storico e Fossoli- Magazzeno, qualcosa lo dobbiamo dire.
Viene veramente da chiedersi, ma perché il Comune le fa?
Se spendiamo soldi per le ciclabili è perché dovremmo avere l’obiettivo di spostare il traffico da auto a bici, ma se si rendono queste piste spezzatini, con attraversamenti solo pedonali nel giro di poche centinaia di metri, quali speranza abbiamo di centrare quell’obiettivo?
Guardate che qua la sicurezza agli incroci non c’entra nulla, guardatevi introno nelle città che promuovono veramente l’uso della bici e troverete infiniti esempi per passare gli incroci in sicurezza.
C’entra invece e molto la consapevolezza di questa giunta, che prendere decisioni che rallentino le automobili, a favore delle biciclette, è una decisione nel breve termine impopolare, ma che va presa, se si ritiene che la mobilità sostenibile sia un obiettivo da perseguire, altrimenti ancora una volta siamo per il cambiamento solo a chiacchiere.
Infatti nel piano per gli investimenti compaiono non uno, ma bensì due parcheggi, a chiara prova che questa giunta non ha intenzione di sviluppare nessuna mobilità alternativa, perché 100 km di piste ciclabili che non sono utili per la mobilità quotidiana da e per luoghi di studio e lavoro, in sicurezza e continuità, sono solo un numero senza nessun effetto.
E’ evidente che se non rispondono a questo obiettivo, queste opere rischiano di trasformarsi automaticamente in spreco di denaro pubblico.
In questo caso stiamo parlando di circa 2,5 milioni in totale
3.5 Risparmiamo qualcosa: abroghiamo il consiglio comunale!
Politiche sociali, educative, polizia municipale, servizi informatici e statistici, progettazione e gestione degli impianti per energie rinnovabili.
Si allunga la lista delle cose che da questo bilancio passano sotto la competenza dell’Unione, governata da un organismo di seconda nomina, con un meccanismo fortemente lesivo del diritto di rappresentanza di tutte le minoranze presenti nei consigli comunali e in particolar modo per Carpi, dove su 15 consiglieri nominati all’Unione, 11 appartengono alla maggioranza e quattro alle opposizioni per statuto, a prescindere dal risultato elettorale, con il risultato che al momento, il 13% dei votanti alle ultime amministrative e il 30% dei gruppi consiliari usciti da quelle votazioni, oggi non possono discutere e votare i provvedimenti dell’Unione.
Facciamo un esempio pratico: stasera voteremo fra gli allegati anche le tariffe per sevizi individuali di fondamentale importanza come la PESA PUBBLICA o le tariffe per l’uso della CASA per VACANZE di Borgo Valsugana, ma non potremo dire nulla circa le rette di asili e centri gioco, delle rette per anziani e disabili nelle case di riposo, o per il trasporto scolastico.
Vogliamo dare credito alla giunta quando ci dice che nella gestione accorpata per i quattro comuni di queste attività, ci siano incredibili vantaggi ed economie di scala, ma siamo convinti che questi vantaggi si potevano tranquillamente cogliere anche con la gestione in associazione di comuni, senza andare a costruire un ente, in cui la rappresentanza dell’elettorato è fortemente distorta.
Se andando al 2014 avremo passate altre funzioni all’Unione, senza essere pronti alla vera e propria fusione, qualcuno è in grado di spiegare in termini precisi A COSA SERVIRA’ QUESTO CONSIGLIO COMUNALE (che per inciso è il più costoso di tutta l’Unione)?
Se i vantaggi ci sono, si suppone che siano evidenti per tutti, e quindi si deve mettere una data di scadenza a questo processo: o le elezioni del 2014 saranno le elezioni del nuovo Comune delle Terre D’Argine (o come lo vorrete chiamare), oppure vuol dire che questi vantaggi sono solo fuffa e l’Unione Terre d’Argine risulta un ottimo strumento per comprimere la rappresentanza, che fa il paio con l’insulsaggine di questa sessione di bilancio blindata, dove ogni possibilità di modifica da parte dei consiglieri comunali è resa vana dalla vostra gestione raffazzonata e immotivata, alla luce del Decreto del 17 dicembre del 2010, che vi siete ben guardati dal comunicare a chi sotto le feste si preoccupava di tradurre questo guazzabuglio di allegati, per paura che si chiedesse di avere almeno i tempi garantiti nell’anno passato.
Altro che produttivo e costruttivo dialogo con le opposizioni che si auspicava il capigruppo PD all’insediamento di questo consiglio comunale!
Tra conferimento di competenze all’Unione e la gestione di questo bilancio palesate tutto il vostro fastidio per una discussione ampia, aperta e democratica su come gestire le risorse di questo comune.
E allora a questo punto chiudiamolo, ‘sto consiglio comunale, ne avremo un gran risparmio e al tempo stesso metteremo fine a quello che rischia di essere un mero simulacro di democrazia, ben lontano da quello che probabilmente immaginarono tutte le persone che qualche decennio fa, lottarono, soffrirono e morirono per dare una speranza di libertà e democrazia a questo paese, e che oggi il sistema dei partiti a livello nazionale e la maggioranza di Carpi, con questa Unione e con le modalità di discussione e approvazione di questo bilancio, contribuisce a fare a fette, rispettandone la formalità ma svuotandone il senso.
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