Appiccico qua un articolo comparso sul Fatto Quotidiano di domenica, che mi pare interessante. E me lo appiccico soprattutto come "memento" per me e per quelli che a Carpi e nel modenese si impegnano per il M5S, perchè è evidente, che i meccanismi dell'appartenenza di cui parla la Vivarelli, presto o tardi riguarderanno anche noi.
Saremo sempre capaci di evitare "l'utalitarismo settario" che siamo così bravi ad addossare alle altre forze politiche?
Saremo capaci di valutare storie e proposte che non vengono da "grillini" doc, per quello che sono?
Teniamoci in mente questo ragionamento, prima di far la fine degli altri.
Giusto un modesto invito a non dimenticarsene...
Quanta percentuale di voto ha l’M5S? Ma che conta?
La partitocrazia ci ha talmente ottenebrato il cervello che non riusciamo più a vedere l’evidenza. Siamo affogati nell’appartenenza, quando ormai l’unica fede a cui dovremmo tenere non è alla mangiatoia di un partito ma alla formazione di un mondo nuovo, pensato il più universale possibile.
Ciò che dovrebbe contare, oggi, per chi intende innovare, non è l’appartenenza a un preciso partito e la vittoria di questo, non è una limitata e provinciale tifoseria, ma è la partecipazione ad una sollevazione democratica che diffonda la verità e denunci il male fino ad illuminare l’opinione pubblica e a farle desiderare un mutamento epocale.
In questo senso, ognuno di noi diventa importante con la sua partecipazione di vita, col suo attivismo civile, col suo blog e persino con la sua voce sul web, e non conta se la sigla che poi voterà è data o no con alte percentuali nei sondaggi perché sennò ricadremmo nell’utilitarismo settario e nell’opportunismo di una concezione partitica ormai moralmente inaccettabile.
Quanto credete fosse nei sondaggi il cristianesimo nascente? O il movimento di Mandela? O quello di Gandhi? O il sogno di uguaglianza di Martin Luther King? O il progetto liberale degli intellettuali francesi prima della rivoluzione? O le rivendicazioni marxiste degli intellettuali che portarono alla rivoluzione russa?
La nostra meta non deve essere una percentuale di partito ma l’aiuto che possiamo dare alla diffusione della verità e alla formazione di un nuovo progetto di democrazia partecipata.
Quanto credete contino i partiti nella rivoluzione tunisina o egiziana o iraniana?
In un mondo nuovo sono gli aggregati per idee a dover contare, là dove gli aggregati di partito hanno perso ogni idea e ogni ideale.
Saremo sempre capaci di evitare "l'utalitarismo settario" che siamo così bravi ad addossare alle altre forze politiche?
Saremo capaci di valutare storie e proposte che non vengono da "grillini" doc, per quello che sono?
Teniamoci in mente questo ragionamento, prima di far la fine degli altri.
Giusto un modesto invito a non dimenticarsene...
Quanta percentuale di voto ha l’M5S? Ma che conta?
La partitocrazia ci ha talmente ottenebrato il cervello che non riusciamo più a vedere l’evidenza. Siamo affogati nell’appartenenza, quando ormai l’unica fede a cui dovremmo tenere non è alla mangiatoia di un partito ma alla formazione di un mondo nuovo, pensato il più universale possibile.
Ciò che dovrebbe contare, oggi, per chi intende innovare, non è l’appartenenza a un preciso partito e la vittoria di questo, non è una limitata e provinciale tifoseria, ma è la partecipazione ad una sollevazione democratica che diffonda la verità e denunci il male fino ad illuminare l’opinione pubblica e a farle desiderare un mutamento epocale.
In questo senso, ognuno di noi diventa importante con la sua partecipazione di vita, col suo attivismo civile, col suo blog e persino con la sua voce sul web, e non conta se la sigla che poi voterà è data o no con alte percentuali nei sondaggi perché sennò ricadremmo nell’utilitarismo settario e nell’opportunismo di una concezione partitica ormai moralmente inaccettabile.
Quanto credete fosse nei sondaggi il cristianesimo nascente? O il movimento di Mandela? O quello di Gandhi? O il sogno di uguaglianza di Martin Luther King? O il progetto liberale degli intellettuali francesi prima della rivoluzione? O le rivendicazioni marxiste degli intellettuali che portarono alla rivoluzione russa?
La nostra meta non deve essere una percentuale di partito ma l’aiuto che possiamo dare alla diffusione della verità e alla formazione di un nuovo progetto di democrazia partecipata.
Quanto credete contino i partiti nella rivoluzione tunisina o egiziana o iraniana?
In un mondo nuovo sono gli aggregati per idee a dover contare, là dove gli aggregati di partito hanno perso ogni idea e ogni ideale.
Onestamente non sapendo chi è questa Vivarelli, non posso neppure cogliere appieno il senso delle sue parole.
RispondiEliminaDa qui a fare parallelismi tra il M5S ed i vecchi partiti, ce ne corre. Vorrei sottolineare 3 semplici punti fermi del M5S che è bene appiccicare a questo post:
1_il M5S ha rifiutato il rimborso elettorale perchè è chiaro che se 'i soldi entrano in politica, la politica sono i soldi';
2_il M5S non è un movimento ideologico, ma è tenuto insieme da un programma chiaro e fatto di pochi punti;
3_il M5S è fatto da cittadini che credono fondamentalmente che se i cittadini, tutti, di ogni ordine e grado, razza e credo, riprendessero ad occuparsi di politica, a prescindere da come la pensano, tanto basterebbe per far fare un salto di qualità al paese.
Neanche io conosco questa Vivarelli, per l'appunto prendo per buono quello che dice a prescindere da chi è.
RispondiEliminaNon ci sono parallelismi con i vecchi partiti nel suo articolo, che anzi è decisamente "grillino", il problema me lo pongo io.
Due punti su tre di quelli che citi, sono fra i motivi che mi hanno spinto ad aderire al M5S.
Il punto 2 meno: va bene la chiarezza, nel senso che i no siano no e i sì siano sì, ma in alcuni casi il "poco" viene dal fatto che su alcune cose non siamo preparati e su altre non ci siamo confrontati (e anzi rischiremmo di scoprire che anche al nostro interno, tanti su alcune cose la pensano diversamente, percui sarebbe difficile tenerle insieme in un programma politico).
Nessun parallelismo con i partiti quindi, ma un semplice invito a conservarsi questa "differenza", con una coerenza, che, se le cose andranno bene (se lavoreremo bene), in realtà dovrebbe portare in qualche anno all'autoestinzione il M5S stesso, perchè i cittadini si saranno ripresi tutto il sistema politico e i partiti potranno diventare quello che la nostra Costituzione prevede, perchè è ovvio che comunque, 50 milioni di persone non potranno mai pensarla tutti allo stesso modo ed è giusto che si confrontino partendo da idee e valori diversi.
Se fra 10 anni saremmo ancora una lista in competizione con le altre, avremo toppato (ovviamente, secondo me).
Nel frattempo da fare ce n'è e francamente l'inizio, pur fra i nostri mille difetti, mi pare promettente.
Son curioso di vedere come andranno le prossime amministrative, soprattutto per Napoli e Milano, se il M5S riesce a mettere un piede in quei consigli, ne vedremo delle belle.