La vicenda del rinnovo del consiglio della Fondazione Paltrinieri è un caso che non fa onore né alla città né alla Curia di Carpi.
Il consiglio presieduto da Giliola Pivetti, reo di aver proposto una residenza psichiatrica (di cui Carpi ha bisogno) che evidentemente contrasta con gli interessi di Curia e Compagnia delle Opere, per non parlare delle proteste dei genitori della vicina scuola materna, che mostrano un pregiudizio rispetto a persone bisognose d’aiuto che in
nessun modo potrebbero interferire con l’attività della scuola stessa, è
stato azzerato.
Il Sindaco tarda con le nomine di sua competenza (nonostante si sapesse da tempo che fossero in scadenza) e allora a questo punto, spero utilizzi questa fase di “riflessione”, per dare un chiaro segnale di autonomia e capacità reale di essere il “Sindaco di tutti”.
Al Sindaco propongo che confermi per la Fondazione Paltrinieri,
due delle figure dello scorso CdA (e sarebbe un grande gesto di equilibrio e di
vera rappresentanza di tutta la collettività, se una di questa fosse proprio Giliola Pivetti), in modo da rendere chiaro che il bisogno di una struttura per pazienti psichiatrici a Carpi è urgente per loro e le loro famiglie, ed essendoci già un progetto in campo, è bene procedere celermente con la sua valutazione, anziché chinare la testa davanti a interessi di parte e a proteste immotivate.
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RispondiEliminaCiao Simone, oggi sono un po' di corsa e non riesco a risponderti direttamente, direi che il comunicato dell'associazione "Al di là del muro" pubblicato su Voce, chiarisca abbastanza bene di cosa si tratta...
RispondiEliminahttp://www.voce.it/edicola/index.html?section=articolo&id=418&artid=15808&key=Paltrinieri
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RispondiEliminaMolto onestamente Simone: io non ho nè competenze nè esperienze per giudicare i servizi psichiatrici della nostra ASL o una questione generale come l'abolizione del TSO. Il tema qua è molto diverso e limitato alla nostra dimensione di amministratori: i piani sanitari di zona (e molte famiglie) richiedono strutture di apoggio come le residenze (che possono essere anche solo giornaliere) che la Fondazione Paltrinieri aveva in animo di creare (per quel che ho capito). Per tutta una serie di magheggi di Curia e Compagnia delle Opere, questa non si farà, non perchè siano contrari al tipo di struttura, ma probabilmente per il semplice fatto che i soggetti destinati a gestirla, non erano quelli di una cordata a loro simpatica.
RispondiEliminaNon sono tuttologo e come consigliere comunale, mi attengo a questo tipo di informazioni per dire che anche secondo me una struttura di questo tipo a Carpi serve (e ho conoscenza diretta di un'altra storia, dove la permanenza in una strutura, per una sindrome del tutto diversa da quella giustamente o ingiustamente diagnosticata a te, era fortemente auspicato dal diretto interessato che chiedeva aiuto, e che per trovare una struttura disposta ad ospitarlo è dovuto andare fuori Carpi).
Il tuo caso apre una questione più generale, sulla quale sarebbe interessante raccogliere altri interventi, su cosa succede nei nostri servizi psichiatrici, un tema sul quale, ribadisco sono del tutto impreparato.
Intanto, se la Pivetti o altri volessero fare un intervento qui per spiegarci meglio le finalità della residenza che avevano in progetto di realizzare con la Fondazione Paltrinieri, gliene sarei grato, e comunque gli segnalerò questo post.
Aggiungo un'altra nota: per inciso resto dell'idea che se si ritiene un servizio utile e necessario al punto da inserirlo nei piani sanitari, resto dellidea che la sua realizzazione e gestione dovrebbero essere in carico al servizio pubblico. Nel caso specifico, rilevo solo che in assenza di iniziativa pubblica, in presenza di un progetto di una Fondazione senza fini di lucro, la soluzione poteva essere più che accettabile ma, ribadisco, tutto questo esula dal come e cosa debbano essere i servizi psichiatrici nel nostro sistema sanitario.
RispondiEliminaGiliola ha qualche problema di connessione, quindi mi ha inviato per email il suo commento:
RispondiEliminaFornisco una spiegazione a Simone Martini e sono disponibile a qualunque altro
tipo di spiegazione.
La residenza psichiatrica che doveva sorgere a Santa Croce è un tipo di
servizio previsto dal Servizio Sanitario per rispondere ai diversi livelli di
malattia.Questo ricovero è detto di secondo livello. I malati psichici che
vengono ricoverati in questo livello lo chiedono VOLONTARIAMENTE, come
qualunque tipo di malato che ha bisogno di un'assistenza in regime di ricovero.
Sono persone che possono essere state dimesse da un ricovero di primo livello
più intensivo. Ci sono casi di depressione, bulimia, anoressia, persone che si
sono disintossicate dall'alcol e che VOGLIONO ricevere cure sotto controllo.
Sottolineo l'aspetto di volontarietà perchè mi pare stia a cuore al signor
Martini. Il ricovero dura in media dai dieci ai quindici giorni e non può
superare i trenta giorni. Ora questi pazienti sono ricoverati in giro per tutta
la regione, fino a Forlì, con il disagio che devono affrontare i parenti per
andarli a trovare. La residenza psichiatrica è come quel tipo di passaggio che
si fa per qualunque malattia dopo interventi importanti prima del ritorno a
casa, come la riabilitazione dopo un intervento al cuore o al femore, per fare
degli esempi.
Non c'è bisogno di aggiungere che questi malati non rappresentavano nessun
pericolo per una scuola confinante ma nettamente separata.
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RispondiEliminaPer tornare alla questione "politica" su cui era incentrato questo post, leggo oggi dai giornali che il Sindaco, per le sue due nomine di competenza nel consiglio della FOndazione Paltrinieri, ha confermato uno dei sostenitori del progetto e ha nominato una "new entry".
RispondiEliminaBicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno a seconda dei punti di vista (e soprattutto a seconda di quelli che saranno i futuri atti del consiglio d'amministrazione). Va riconosciuto al Sindaco che questa decisione qualche spazio di autonomia lo riconosce.
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RispondiEliminaAllora Simone, qui le questioni si sovrappongono e ci tengo a chiarire fin dove posso rispondere io.
RispondiEliminaPrimo tema: serve una residenza psichiatrica a Carpi con le caratteristiche previste dal progetto della Paltrinieri?
Secondo me sì (proprio perchè la più vicina come indichi tu, è a Modena, Villa Rosa), ma non è che quel tipo di pazienti a Carpi scarseggi.
E' giusto che la faccia il privato sociale in assenza di iniziativa pubblica? No (secondo me), ma mi pare una saggia "riduzione" del danno in assenza di un'iniziativa pubblica.
Se servono strutture residenziali, non farle perchè si intacca il businness di qualcuno (come pavento abbiano pensato di fare Curia e affiliati locali alla Compagnia delle Opere) mi pare un errore. Questo è l'inizio e la fine della questione FOndazione Paltrinieri e relativo appello al Sindaco, ed è la mia unica certezza "granitica".
Potrebbe non essercene il bisogno se non esistessero i TSO e se il SSN funzionasse? Apriamo il dibattito, anche se credo che servirebbe qualcosa di più serio e costruito che non un bolg di consigliere comunale di opposizione. Mi sa che la materia qua esula assai.
Il tema dei TSO e della qualità delle strutture pubbliche, private convenzionate e non oggi esistenti è la parte per la quale, ti dicevo, mi dichiaro "incompetente" proprio perchè pieno di dubbi a riguardo e non credo che si risolva dicendo: non facciamo nuove residenze psichiatriche
Il problema del rispetto delle dignità delle persone in ambito sanitario è comune a tutti: dagli ospedali agli ospizi alle residenze psichiatriche. In tutte queste strutture ci sono casi come quelli che descrvi e al tempo stesso però posso sperare che esistano anche singole strutture e singoli operatori che invece garantiscono servizi migliori rispetto alla "media" che tu descrivi. Possiamo farne senza?
Io non so se tutte le residenze psichiatriche sono gestite nel modo che tu dici e non so se i TSO sono sempre e comunque da abolire.
So che la necessità di quella struttura è diciarata in fior di programmi sanitari e so che ci sono famiglie che non possono affrontare certi tipi di disagio da sole e che quel progetto, se ben gestito può servire a questo scopo. Ma per sapere se viene ben gestito, bisognerebbe almeno consentirgli di partire no!?
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RispondiEliminaIl piano in cui si faceva riferimento specifico al numero di posti letto in struttura residenzaiel previsti per Carpi è il Piano Psichiatrico della Provincia di Modena 2007-2009 (ho fatto una breve ricerca in internet ma non lo trovo disponible sul sito dell'ASL, magari se hai un po' di tempo o lo richiedi al loro URP, una copia in file la trovano...). I piani sociali di zona sono disponibli sul sito carpidiem. Per ulteriori dettagli sul progetto Paltrinieri, forse è il caso che ti metti in contatto diretto con la Pivetti, essendo la proposta "morta in culla" non credo fossero già stati resi pubblici documenti più elaborati di quanto comunicato alla/dalla stampa a riguardo
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RispondiEliminaSimone, francamente non capisco la polemica. Il PAL che citi è in discussione ora, non ancora approvato, dove, data l'impossibiliyà di realizzare quei posti letto previsti dal piano psichiatrico provinciale (che di posti letto ne prevedeva dieci per Carpi), che non sono stati realizzati, evidentemente non può rimettere in piedi la questione, altrimenti sarebbe un evidente autogol per l'amministrazione che lo approva.
RispondiEliminaDire che c'è qualcosa che tocca perchè la Fondazione Paltrinieri aveva posto per farne 20 mi pare francamente ridicolo. Se il processo alle intenzioni che stai facendo è che si volevano aumentare i posti letto per aumentare i TSO, per una tipologia di struttura che, stante le informazioni disponibili, non era destinata a quel tipo di ricoveri, mi pare che la cosa non stia in piedi.
Ci siamo detti che strutture come Villa Rosa servono, ci siamo detti che per quel tipo di servizio il piano psichiatrico provinciale prevedeva per Carpi 10 posti letto, il progetto della Fondazione è ormai definitivamente archicviato quindi è iunutile che chiedi a me ulteriori specifiche su quello (ammesso che che l'elaborazione fosse andata già oltre gli aspetti iniziali di cui si era parlato sui giornali), ti ho detto chiaramente quali erano i limiti del mio intervento per quanto riguardava un aspetto che attiene alla sola nomina dei consiglieri della FOndazione di competenza del Sindaco, io oltre non vado.
E non vado oltre semplicemente perchè, come ho detto una decina di giorni fa, non ho gli strumenti per andare oltre sulla questione.
Il tema era la nomina dei consiglieri della Fondazione di competenza del Sindaco e di come si è venuti all'azzeramento del cda precedente A questo ho aggiunto la mia personale convinzione che (come scritto anche nel PAL sebbene in modo più sfumato che non nel precedente Piano psichiatrico provinciale) da qualche parte 'sti benedetti servizi residenziali bisognerà pur metterli e quindi mi pare sia stato un errore bastonare in partenza un progetto come quello della Paltrinieri, per motivi che hanno pochissimo a che fare con i temi che sollevi tu.
Su tutto il resto stai chiedendo lumi e opinioni alla persona sbagliata.
Arrendiamoci all'evidenza che i consiglieri comunali non possono essere tuttologhi e non credo che contribuisca a nulla allungare ulteriormente questo ping pong su di un blog.
Caro Lorenzo,
RispondiEliminanon riesco, e temo non riuscirò mai più, a rispondere direttamente.
Ti scrivo la mia risposta chiedendoti di inserirla tu.
" Gentile Simone Martini, provo a calarmi nei suoi panni di persona
preoccupata che, aumentando i posti letto, aumentino i ricoveri obbligati
con relativa soddisfazione di psichiatri sadici.
Però dovrei pensare che anche i genitori vogliano il danno dei loro
figli, visto che chiedono con insistenza e passione questa struttura.
I posti a Carpi, riconosciuti dall'AUSL, sono 10 che si spostano da
Villa Rosa a Carpi. Quindi il Servizio Sanitario si ferma lì e non aumenta nulla.
Altri 10 posti venivano aggiunti da Kos come imprenditore privato e,
siccome nessuno glieli paga, è ancor più evidente che sono VOLONTARI.
La struttura è praticamente come un reparto ospedaliero dove uno
va solo se vuole. In tutti i reparti ospedalieri una persona può ricevere
pressioni dai familiari a farsi ricoverare, e pure nelle case protette.
Questo però non fa sì che si chieda di eliminarle.
Questa struttura nuova prevedeva una cucina interna, un giardino ampio
con alberi già alti, panchine, divani,
la saletta fumatori, perfino una cucinetta da far usare ai malati, tutto quello
che lei auspica. Io credo che le sarebbe piaciuta molto e forse l'avrebbe
fatta riappacificare col mondo della psichiatria.
Lei dice che 30 anni fa queste persone sarebbero state rinchiuse in un manicomio,
io non credo che un bulimico sarebbe stato rinchiuso in un manicomio,
e nemmeno un anoressico e nemmeno una persona sanissima di mente
che chiede aiuto per smettere di bere. Comunque ora no di certo.
Insisto sulla VOLONTARIETA' del ricovero e mi permetto anche un accenno
di mia difesa personale, dicendole che questa materia l'ho affrontata
con molta serietà.
Saluti cordiali
Giliola Pivetti "
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