Si è scaldato sulla stampa locale il dibattito agostano sui destini dell’Unione Comunale Terre d’Argine.
Riassumiamo brevemente i termini della questione.
Ad oggi l’Unione Comunale gestisce servizi quali istruzione, servizi sociali, polizia municipale, CED e altri (non ultimo il mitologico megainvestimento in fotovoltaico, in nome del quale abbiamo già perso un altro anno di contributi in conto energia).
Si tratta di una parte rilevantissima dei bilanci comunali e di servizi vitali per i cittadini dei quattro comuni.
Questo ente locale è governato da una giunta e un consiglio dell’Unione, eletti dai singoli comuni, secondo uno statuto che prevede per il comune di Carpi, la possibilità di eleggere 15 consiglieri, di cui 11 espressi dalla maggioranza (75% dei seggi con circa il 57% dei voti ricevuti dagli elettori…), 4 espressi dalle minoranze, il chè di fatto impedisce a due gruppi consiliari su sei del comune di Carpi di sedere nel consiglio dell’Unione per svolgere le funzioni per le quali sono stati eletti (gli esclusi sono Alleanza per Carpi e la coalizione Carpi 5 Stelle – Rifondazione Comunista).
Quindi ad oggi la situazione è: quattro consigli e quattro sindaci eletti direttamente dai cittadini, che hanno competenze sempre più limitate e un consiglio e una giunta di “seconda nomina” che gestisce la parte più rilevante dei servizi una volta comunali.
Da quando è nata l’Unione, Rifondazione Comunista, prima da sola, oggi insieme a Carpi 5 Stelle, ripete che questo ente creato per gestire in forma comune servizi, costituisce una lesione al concetto di democrazia.
Per il PD, l’Unione costituisce invece un importante strumento di efficienza, risparmi e innovazione nella cosa pubblica locale.
Siamo anche disposti ad accettare questo principio, ma l’Unione non è l’unico strumento per gestire in modo associato servizi, svuotando di senso e di significato l’esistenza di quattro consigli comunali e quattro giunte.
Se questo era lo scopo, l’Associazione di Comuni, senza bisogno di creare un quinto consiglio e una quinta giunta, frutto di equilibri fra comuni con dimensioni diversissime fra loro e con sistemi elettorali diversi, sarebbe stata più che sufficiente.
Dal PD (dai suoi alleati sul tema non si alza una voce, ma vabbè, sappiamo quale sia il loro peso relativo nelle decisioni che contano…) ci spiegano che le economie di scala non sono l’unico scopo, Dalle Ave (segretario PD) nell’ultimo comunicato stampa ci dice chiaramente che l’Unione Comunale “nasce con questa prospettiva” del comune unico, però non si dice mai né un come né un quando, ed è questo che a noi pare un assurdo logico.
Se c’è un percorso, mi pare un eccesso di arroganza e di tatticismo politico, tenerlo limitato alle poche elette teste d’uovo del PD, che evidentemente hanno già pianificato tutto, ma non si sentono in dovere di comunicarlo ai poveri mortali loro concittadini.
E verrebbe da chiedere se anche le amministrazioni targate PD degli altri comuni sono informati di questo piano segretissimo (e se sono d’accordo), o perlomeno se lo sono le sezioni del PD di quei comuni.
All’avvio di quest’amministrazione, al ribadire le nostre rimostranze circa la ferita alla rappresentatività portata dallo statuto dell’Unione, la maggioranza ha riconosciuto il problema, ma non ha poi voluto procedere ad un miglioramento minimo di quei meccanismi, in assenza dell’accordo con PDL e Lega, che a statuto vigente hanno il monopolio della rappresentanza delle opposizioni, partendo da programmi e proposte che sono antitetiche a quelle dei gruppi rimasti fuori (o almeno del nostro!). E intanto hanno proceduto con il devolvere funzioni all’Unioìne.
C’è un evidente interesse condiviso di maggioranza e destra a mantenere lo status quo, per vari motivi.
Lega e PDL che hanno sempre contestato lo strumento dell’Unione, oggi non sapendo che pesci pigliare, a Carpi fanno il salto della quaglia e si dicono addirittura pronti per il comune unico. Fa piacere saperlo, ma da forze che sono rappresentate in tutti e quattro i comuni, forse sarebbe bene sapere se questa idea è condivisa oppure no, insomma, se su questo tema c’è un reale progetto o se l’importante è fare un po’ di caciara a Carpi, mentre a Novi e Campogalliano, i medesimi partiti mandano segnali ben diversi..
Nel mentre, pur di non dover rinunciare ad un seggio nel consiglio dell’Unione per consentire a tutti i gruppi di essere rappresentati, PDL e Lega si sono guardati bene dal consentire allo Statuto di fare un passo avanti nel 2009, fornendo il facile pretesto al PD per non cambiare nulla.
Il PD in compenso, che tutto sa e tutto programma per il bene di noi sudditi, afferma a chiare lettere che continuerà progressivamente a svuotare i singoli comuni di funzioni, mantenendo poltrone assessorili e consiliari invariate, per due chiari ed evidenti vantaggi.
Il primo: perché mai rinunciare al vantaggio di questo Statuto ipermaggioritario? In questo momento, nei tre comuni “minori” vige un sistema elettorale a turno unico, che consente di governarli anche nell’ipotesi che PD e microalleati perdessero la maggioranza assoluta dei consensi, e che comunque impedisce l’emergere di alternative credibili ai due blocchi destra-centrosinistra.
Il secondo: fin che ci saranno quattro giunte e quattro consigli da gestire, benché di fatto esautorati dalle loro competenze per parti rilevanti del bilancio e servizi vitali per i cittadini, avranno un serbatoio per collocare il loro abbondante personale politico e soprattutto per fare i dovuti equilibri con i loro alleati, in crisi di consensi elettorali tanto che molti di loro non riescono neanche a eleggere consiglieri, ma senza il cui apporto, a Carpi, il PD rischio di non ottenere più la maggioranza al primo turno e ai quali quindi vanno garantiti posti in giunta (e se proprio alzano la testa, magari un sindaco dei comuni “minori”, tanto per quello che conteranno a forza di deleghe all’Unione…)
A questo punto noi diciamo: se veramente l’Unione fa la forza, rendiamo espliciti obiettivi e aspirazioni di tutte le forze politiche a riguardo, in modo trasparente nei confronti degli elettori, e diciamoci quando e come questo processo avrà un suo esito.
E’ venuto il momento di dire chi vuole che nel 2014 si vada a votare per il consiglio di un comune unico delle Terre d’Argine, e chi invece vuole continuare a gestire le cose in questo modo, godendo del vantaggio di mantenere tutte le leve del potere in capo ad un ente di fatto non rappresentativo dell’elettorato del suo territorio, e mantenere qualche decina di consiglieri e assessori di quattro comuni a parlare forse di dove collocare le panchine dei parchi, mentre le decisioni che contano vengono prese, per una popolazione di 100.000 persone, da amministratori di seconda nomina, eletti a loro volta da gente selezionata con sistemi elettorali diversi, che rendono diverso il peso del voto di un cittadino di Carpi da quello di uno di Novi, di Soliera o di Campogalliano.
Noi siamo pronti per procedere a questa fusione, eliminare quattro giunte e quattro consigli per farne uno e fare uno statuto che contempli ampi spazi di democrazia diretta (dal facilitare la possibilità per gruppi di cittadini di presentare mozioni e istanze, ai referendum abrogativi e propositivi senza quorum), in modo che anche le comunità di frazioni e comuni originari, possano far sentire direttamente la loro voce, senza la mediazione della mediazione della mediazione che è oggi il consiglio dell’Unione, senza manfrine e tatticismi e mitologiche questioni di “opportunità” che hanno come unico scopo, al momento, quello di allontanare i cittadini dalla gestione della cosa pubblica e lasciare alla maggioranza il suo serbatoio di poltrone e prebende per gestire i propri equilibri e i propri interessi.
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