VERGOGNE SCOLASTICHE DI UNA PROVINCIA RICCA DELLA RICCA EMILIA

Riprendo qui la denuncia pubblicata dal prof. Mele in rete. 
Mi viene naturale paragonare la "lunghezza" di questa vicenda con la rapidità con cui hanno invece recuperato 1,5 milioni per lo stadio comunale...

La mia scuola è l’ITC Meucci di Carpi che nel corso della sua storia si è fuso con la succursale dell’IPSSC Cattaneo di Modena e ora costituisce l’IIS (Istituto di Istruzione Superiore) Meucci, con una sezione Tecnico e una Professionale, entrambe ad ispirazione commerciale.
La fusione rispondeva all’esigenza di dimensionamento introdotta negli anni 90 visto che come ITC si era evidenziata una certa flessione nelle iscrizioni che metteva a rischio l’esistenza autonoma della scuola.
Il primo anno dopo la fusione vennero conservate due sedi distinte, ma successivamente le due realtà occuparono lo stesso edificio che, di conseguenza, cominciò a dare i primi segni di affollamento.
Ricordo ancora una riunione, a metà degli anni 90,  con l’ing. Bottazzi dell’Amministrazione Provinciale (proprietaria dell’edificio) che di fronte alle nostre richieste di ampliamento rispose infastidito che i nostri parametri erano ancora sotto quelli previsti e che solo quando li avremmo superati l’ampliamento sarebbe stato possibile.
Quei parametri li superammo largamente solo qualche anno dopo (seconda metà degli anni 90, praticamente il secolo scorso…) ma l’ampliamento non solo non si è visto, ma nessuno ne ha più neanche parlato.
Nessuno dei dirigenti che si sono susseguiti ha posto seriamente il problema e l’unica risposta arrivata dall’Amministrazione Provinciale, quando la situazione è diventata di reale emergenza, è stata l’istallazione, promessa come “provvisoria”, di 4 container nel prato, in attesa dell’agognato ampliamento.
Erano ormai 6-7 anni fa e la provvisorietà della soluzione è stata ribadita aggiungendo altri due container per altrettante classi, sempre in attesa dell’ormai mitico ampliamento.
Faccio notare che, nonostante i container, sono numerose le classi che non hanno un’aula propria e sono costrette a vagare nelle aule lasciate libere da quelle che vanno in palestra o in laboratorio.
Quindi da ormai tre anni sono diventate 6 le classi in altrettanti container nel prato.
Nel corso degli anni in tali container si sono verificate numerose e frequenti rotture, nel pavimento, infiltrazioni d’acqua, cattivo funzionamento di termo e condizionatori … inconvenienti che hanno creato notevoli disagi agli studenti e alla didattica, risolti mai definitivamente e sempre con grande ritardo da parte dell’Amministrazione Provinciale.
Lo scorso AS, in previsione di un ulteriore aumento del numero di classi, su mia proposta, il consiglio di istituto ha chiesto un incontro con l’Amministrazione Provinciale per ribadire in modo ufficiale e partecipato la necessità ormai impellente di un ampliamento o, quantomeno, il ricorso ad una succursale che consentisse la dismissione dei container e un po’ d’ossigeno per le classi senza aula costrette a ruotare.
Le condizioni per una succursale c’erano tutte visto che il Centro di Formazione Professionale gestito dal Comune si trasferiva di sede e lasciava liberi i locali fin qui occupati in un edificio molto vicino alla scuola.
Nell’incontro, i due assessori e i funzionari presenti (istruzione e urbanistica) hanno garantito che tutti gli sforzi sarebbero stati fatti per assicurare la succursale alla scuola in attesa del famoso/fumoso ampliamento.
Sono partite tutte le verifiche tecniche del caso, quali interventi di riadattamento, quali e quante classi trasferire … e sembrava cosa ormai fatta anche se non era mai giunta la conferma ufficiale.
Poi, a sorpresa, come nelle migliori tradizioni dei governi fedifraghi, in pieno mese d’agosto, si scopre che la succursale non c’è più e la soluzione ai nostri problemi saranno altri 4 container nel prato!!!
E così saremo a quota 10: dieci container provvisori/stabili per dieci classi che dovranno vivere l’inebriante esperienza di una scuola di latta e provvisoria …
Ancora una volta la promessa da marinaio dell’Amministrazione Provinciale è che si tratterà di una soluzione “provvisoria” e che fra tre anni ci sarà l’evanescente ampliamento che ci viene promesso dal secolo scorso, ormai …
Certo mi rendo conto che nel resto d’Italia ci sono situazioni ben peggiori della nostra e che molte scuole del paese farebbero i salti di gioia per dei container, purchè di aule si possa parlare, ma questo non consola molto i nostri studenti che sentono che i loro diritti vengono lesi in nome di un risparmio che si vuole fare sulla loro pelle.
Chissà se non sia il caso di far sapere all’Amministrazione Provinciale che non siamo molto contenti delle loro “non scelte” e delle ennesime mancate promesse.




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