In risposta all'articolo comparso sulla Gazzetta di Modena il 24 dicembre
COMUNICATO STAMPA
Mettersi al servizio di una causa a difesa dei beni comuni necessita di un senso della responsabilità e delle istituzioni che non tutti hanno. Per questo Vittorio Ballestrazzi non potrà mai capire il ruolo delle centinaia di Comitati dell’acqua che sono nati nel nostro Paese, e condividerne le modalità di lotta e di presenza politica.
I cittadini modenesi che regolarmente partecipano alle riunioni del Comitato per discutere delle problematiche legate al servizio idrico della nostra provincia sanno perfettamente che la maggior parte dell’aumento deciso recentemente da ATO4 Modena - aumento previsto dal Piano Tariffario 2010-2015 - è dovuto in gran parte all’adeguamento scaglionato della remunerazione del capitale che la legge nazionale fissa al 7% e che, nella nostra provincia, negli anni passati era stata abbassata.
In questa fase del confronto con le Istituzioni, il Comitato, che è custode della volontà referendaria dei cittadini, ha agito affinché nella nostra provincia si rispettasse il risultato referendario e si abrogasse la remunerazione del capitale. È evidente che un’abrogazione secca della remunerazione avrebbe evitato anche gran parte degli aumenti delle tariffe.
Ciononostante, il Comitato accoglie come un segnale positivo – seppur incompleto – che a Modena la remunerazione del capitale dell’anno 2012 venga accantonata dai gestori in attesa che il legislatore nazionale decida come ricalcolare le tariffe e quanto vada restituito ai cittadini.
Il Comitato ha ottenuto diritto di parola e di confronto con i Sindaci nel corso delle Assemblee di ATO, e questo diritto intende svolgerlo con rispetto e senso di responsabilità, e senza inutile polemica. Uno stile che non appartiene a tutti, evidentemente. Ma è lo stile che ci ha consentito di portare 320.000 modenesi a votare al Referendum.
Lidia Castagnoli
Mauro Solmi
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