Consumo territorio a Carpi/Emilia-Romagna, un promemoria per Errani - di Andrea Losi


Il primo dicembre ho contato (e fotografato) 30 gru nella mia città. 30 gru che si portano via un'altra fetta di Carpi. Non ho contato quelle presenti nelle frazioni, non ho contato i cantieri aperti senza gru, non ho contato quelle usate per ristrutturazioni. Carpi è un immenso cantiere aperto da 10 anni, una città della quale una volta si diceva 'a misura d'uomo', e che oggi è un esempio tipico di sprawl urbano. La definizione di Wikipedia calza a pennello: "La dispersione urbana è caratterizzata da molti utilizzi del terreno che si presentano contemporaneamente. Le aree commerciali, residenziali ed industriali sono separate le une dalle altre. Grandi porzioni di terreno sono destinate allo stesso tipo di utilizzo. Le aree sono separate tra loro da strade, zone verdi, o altri tipi di barriere. Come risultato, i posti dove le persone vivono, lavorano, acquistano e si divertono sono necessariamente separate tra loro. La dispersione urbana consuma molta più terra rispetto al normale sviluppo urbano se le nuove aree son create con una bassa densità abitativa. Gli edifici hanno solitamente meno piani e sono separati dagli altri attraverso siepi, giardini, strade o parcheggi. Gli edifici sono lontani tra loro e a causa dell'alto utilizzo di automobili molto spazio è riservato ai parcheggi. Il risultato dello sviluppo a bassa densità in molte comunità è che lo sviluppo e l'"urbanizzazione" del terreno prosegue ad un tasso superiore rispetto all'incremento della popolazione. In alcuni posti la popolazione che cresce dell'uno o due per cento può causare un incremento dell'uso del terreno fino al trenta per cento". A Carpi nessuno sa quanti alloggi sfitti ci siano, c'è chi dice 2500, chi 4000, chi addirittura 5000 e passa. Non è dato saperlo, l'amministrazione non ha una mappatura degli sfitti. Mi chiedo: cosa significa amministrare una città?Come si può amministrarne il territorio, senza conoscerlo? E' una follia. Un'ubriacatura lunga 10 anni che ha messo d'accordo tutti: politici, amministratori, cooperative, imprenditori, liberi professionisti, cittadini, tutti a rivendicare il proprio pezzo di piano regolatore. Il risultato di questa grande abbuffata è una città che ha cambiato faccia, che non ha più una faccia, non ancora perlomeno, ma di cui si vede già che è più vecchia, più brutta e più povera. Una consapevolezza diffusa, che ha portato quasi 5000 cittadini a chiedere a gran forza che l'ultimo angolo di campagna sopravvissuto alla speculazione, venga risparmiato da un'espansione senza senso. Per difendere quell'area, già idealmente chiamata 'Parco Lama', si è addirittura costituita un'associazione, ma a testimonianza di quanto sia difficile sradicare una mentalità incrostata di cemento, il direttivo dell'associazione è ormai impegnato a disegnare e progettare quanto sarebbe bello costruire tutt'attorno al futuro parco, piuttosto che costruirci in mezzo. Pirandello in "Uno, nessuno e centomila" racconta così la campagna: "La campagna! Che altra pace, eh? Vi sentite sciogliere. Sì, ma se mi sapeste dire dov'è? Dico, la pace.[...] Io qua vedo soltanto, con licenza vostra, ciò che avverto in me in questo momento, un'immensa stupidità, che rende la vostra faccia, e certo anche la mia, di beati idioti; ma che noi pure attribuiamo alla terra e alle piante, le quali ci sembra che vivano per vivere, così soltanto come in questa stupidità possono vivere. Diciamo dunque che è in noi ciò che chiamiamo pace. Non vi pare? E sapete da che proviene? Dal semplicissimo fatto che siamo usciti or ora dalla città; cioè, sì, da un mondo costruito: case, vie, chiese, piazze; non per questo soltanto, però, costruito, ma anche perché non ci si vive più così per vivere, come queste piante, senza saper di vivere; bensì per qualche cosa che non c'è e che vi mettiamo noi.[...] Ecco intanto qua un vero uccellino come vola. L'avete visto? La facilità più schietta e lieve, che s'accompagna spontanea a un trillo di gioia. Pensare adesso al goffo apparecchio rombante e allo sgomento, all'ansia, all'angoscia mortale dell'uomo che vuol fare l'uccellino! Qua un frullo e un trillo; là un motore strepitoso e puzzolente, e la morte davanti. Il motore si guasta; il motore s'arresta; addio uccellino! -Uomo,- dite voi, sdraiati qua sull'erba, -lascia di volare! Perché vuoi volare? E quando hai volato? Bravi. Lo dite qua, per ora, questo; perché siete in campagna, sdraiati sull'erba. Alzatevi, rientrate in città e, appena rientrati, lo intenderete subito perché l'uomo voglia volare. Qui, cari miei, avete veduto l'uccellino vero, che vola davvero, e avete smarrito il senso e il valore delle ali finte e del volo meccanico. Lo riacquistereste subito là, dove tutto è finto e meccanico, riduzione e costruzione: un altro mondo nel mondo: mondo manifatturato, combinato, congegnato; mondo d'artificio, di stortura, d'adattamento, di finzione, di vanità; mondo che ha senso e valore soltanto per l'uomo che ne è l'artefice".
Per chiudere sarò lapidario, i fatti si commentano da soli: come si vede nel video, Errani in campagna elettorale nel 2010, strappava applausi a scena aperta, quando prometteva di bloccare il consumo di suolo in regione. Lo è andato ripetendo in lungo ed in largo in tutte le piazze dell'Emilia-Romagna, salvo poi cancellarlo dall'agenda politica non appena eletto. L'amministrazione di Modena vuole costruire sui pozzi dell'acquedotto di Modena e di Carpi: 210 appartamenti sugli acquiferi di Hera, 400 e oltre, su quelli di Aimag. A Modena per fortuna è montata per tempo la protesta dei cittadini, in difesa del territorio e dell'acqua, ma nè i vertici Aimag, nè nessuno dei 21 sindaci del comprensorio di Aimag, ha speso la benché minima parola per evitare questo scempio nello scempio.

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