Giovedì prossimo in consiglio comunale verrà dibattuto il nuovo regolamento per i dehors a Carpi.
La questione per me è abbastanza controversa, tra le richieste degli esercizi commerciali, i continui (a volte stucchevoli) lamenti della piazza "morta" e la necessità invece di tutelare l'integrità storica e artistica dei nostri edifici storici dal punto di vista non solo delle strutture, ma anche "paesaggistico".
Anche dopo i chiarimenti ricevuti in commissione ieri sera, resto piuttosto perplesso sul da farsi.
In sostanza si va ad una riduzione della discrezionalità dei pubblici amministratori (bene), a fronte di un regolamento comune per tutti, che comunque prevede la possibilità di avere strutture di un certo impatto visivo, con la posibilità di innalzare pareti di plastica o carbonato trasparenti fino a 2,5 metri, per rendere queste strutture "temporanee" in qualche modo "chiuse" e fruibili tutto l'anno (il chè significa che sono "temporanee" ma perenni, fin che resta attiva l'attività commerciale...), sotto i relativi ombrelloni e sopra le relative pedane.
Il tutto "smontabile" per aggirare sostanzialmente il divieto della Sovrintendenza delle Belle Arti a modifiche permanenti, ma, per l'appunto, è evidente che poi queste strutture entreranno a fa parte della "vista" del centro storico in tutto e per tutto per lungo tempo.
Il blog non consente di caricare file, ma posso inviare regolamento e proposta di delibera a chi la chiede per email a info@lorenzopaluan.net o a questo link
Ogni indicazione o valutazione che arriverà sarà utile per formarmi un'idea più precisa sulla questione, insieme a quelle che esprimeranno attivisti e rappresentanti di Carpi 5 Stelle e Rifondazione.
Fate sapere la vostra (sia per email che in commenti pubblici sul blog, se vi va).
La questione per me è abbastanza controversa, tra le richieste degli esercizi commerciali, i continui (a volte stucchevoli) lamenti della piazza "morta" e la necessità invece di tutelare l'integrità storica e artistica dei nostri edifici storici dal punto di vista non solo delle strutture, ma anche "paesaggistico".
Anche dopo i chiarimenti ricevuti in commissione ieri sera, resto piuttosto perplesso sul da farsi.
In sostanza si va ad una riduzione della discrezionalità dei pubblici amministratori (bene), a fronte di un regolamento comune per tutti, che comunque prevede la possibilità di avere strutture di un certo impatto visivo, con la posibilità di innalzare pareti di plastica o carbonato trasparenti fino a 2,5 metri, per rendere queste strutture "temporanee" in qualche modo "chiuse" e fruibili tutto l'anno (il chè significa che sono "temporanee" ma perenni, fin che resta attiva l'attività commerciale...), sotto i relativi ombrelloni e sopra le relative pedane.
Il tutto "smontabile" per aggirare sostanzialmente il divieto della Sovrintendenza delle Belle Arti a modifiche permanenti, ma, per l'appunto, è evidente che poi queste strutture entreranno a fa parte della "vista" del centro storico in tutto e per tutto per lungo tempo.
Il blog non consente di caricare file, ma posso inviare regolamento e proposta di delibera a chi la chiede per email a info@lorenzopaluan.net o a questo link
Ogni indicazione o valutazione che arriverà sarà utile per formarmi un'idea più precisa sulla questione, insieme a quelle che esprimeranno attivisti e rappresentanti di Carpi 5 Stelle e Rifondazione.
Fate sapere la vostra (sia per email che in commenti pubblici sul blog, se vi va).
Caro Lorenzo, come fruitore purtroppo "saltuario" della città di Carpi ho paradossalmente una visuale privilegiata...quella di vedere istantanee scattate ogni due o tre mesi, e di essere ogni volta impressionato dai cambiamenti in misura forse maggiore di chi, vivendoli giorno per giorno, ci si abitua a poco a poco.
RispondiEliminaCiò detto: ben venga "l'occupazione". Se decorosa, è BELLA: dà l'immagine di spazi riappropriati, di maggiore vitalità, dà un respiro meno provinciale a spazi che altrimenti possono sembrare troppo grandi e troppo vuoti. Ti posso assicurare che l'impressione che ha un "forestiero" è quella di uno "spreco" di spazio - metafora della megalomania carpigiana. Io credo che "l'integrità paesaggistica" del nostro non eccelso e non fragilissimo patrimonio non sarebbe intaccata, e anzi ne uscirebbe ravvivata.
Visto che hai un blog su blogspot, che è di Google, hai un account Google, lo stesso che usi per aggiornare il tuo blog. Se hai un account Google, puoi accedere a Google doc (su google.it alla voce Documenti) e caricare lì i tuoi documenti, renderli pubblici ed accessibili (tra le opzioni puoi scegliere con chi condividerli), e quindi inserirli sul tuo blog con un link.
RispondiEliminaGoogle Docs, questo sconosciuto.
RispondiEliminaProviamo a vedere s efunziona:
https://docs.google.com/file/d/0B4vLBomwKPmlaFpXZ2tXaU9QcG8/edit
Riporto sotto uno dei commenti arrivati per email (anche perchè esprime meglio di quanto non riesca a fare io la posizione di noi "dubitanti" sull'utilità dei dehors e anche perchè hanno colto in pieno il senso di questo tentativo di allargare il dibattito)
RispondiEliminaFra poco (siamo già in consiglio comunale) il regolamento arriverà al voto.
Caro Lorenzo
RispondiEliminagrazie per averci inviato la documentazione relativa ai “dehors”.
Apprezziamo molto questa possibilità di poter dire la nostra su argomenti
come questo che sembrano di secondaria importanza ma che possono
rappresentare una buona palestra per esercitarsi alla democrazia.
In questo momento il nostro territorio deve affrontare problemi molto seri
derivanti dal terremoto e a questo proposito abbiamo notato con piacere nel
tuo blog che ti sei adoperato per prestare e organizzare l’opera di
volontariato.
Tornando al tema della discussione ci rendiamo conto quanto sia difficile
fare politica.
Se si tratta di dialogare e prendere posizione su temi come la
disoccupazione, la tutela dell’ambiente, la difesa dei beni comuni,
generalmente la passione e gli argomenti non mancano; altra cosa è parlare
di “dehors”.
Diciamo subito che non siamo dei frequentatori abituali di queste appendici
architettoniche, e neanche dei normali clienti di bar, se non per la pausa
pranzo, come succede lavorando fuori sede. E qui si potrebbe chiudere la
discussione dicendo che siamo contrari perchè non ci piacciono i dehors,
specialmente quelli dei bar, che a Carpi sono numerosi.
Le motivazioni di chi vuole questi baracconi sono le più disparate.
Ci sono quelli, come i gestori dei bar, che difendono queste opere per
leggittimo desiderio di lucro; ci sono politici senza idee che abdicano al
commercio sperando di spuntare qualche voto in più. Poi ci sono quelli che
pensano di esorcizzare il loro provincialismo standosene d’inverno a
cuocersi il cervello sotto funghi incandescenti, dentro gabbie di
policarbonato trasparente, guardando il resto della città desolatamente
vuota. E non pensano neppure per un attimo che quella parete trasparente
rafforza ancora di più il distacco e l’isolamento tra loro e il resto della
città.
Dovremo quindi affidare a queste escrescenze innaturali, che sorgeranno come
funghi davanti agli esercizi commerciali, il compito di rivalutare la vita
sociale della città?
Possibile che rivalutare e rivitalizzare il centro storico debba
significare direttamente o indirettamente, sempre e soltanto più attività
commerciali?
Abbiamo letto il documento ma crediamo che al di là dei materiali usati e
della forma per quanto elegante, l’impatto architettonico dei dehors sarà
comunque BRUTTO.
Riteniamo anche molto ipocrita definirle strutture smontabili, per poter
aggirare i divieti della Sopraintendenza delle Belle Arti, quando si sa che
non si schioderanno più come gli esempi esistenti dimostrano. E troviamo
sconcertante che l’ente pubblico locale si presti a questi sotterfugi per
farla in barba all' ente che tutela il patrimonio culturale pubblico e
quindi di tutti noi.
I dehors, a ben vedere, rappresentano anche l’idea dello spreco; da un lato
si incentiva giustamente la cultura del risparmio energetico per le case
private e per le famiglie, poi nessuno obietta sugli inutili focolari e sui
funghi a gas che d’inverno riscaldano i superflui dehorsa. Consideriamo
inoltre che i costi dell’impianto e di gestione non potranno non riflettersi
sui consumatori.
D’altronde sembra che questi gabbiotti facciano molto “in” e siano molto
frequentati. E si sa che assecondare le tendenze fa guadagnare voti. Però
non sempre la maggioranza ha ragione.
E’ vero che la presenza dei dehors fa parte della storia di molte città ma
non crediamo che la cosa possa essere generalizzata e concessa
indiscriminatamente.
Una buona soluzione per Carpi sarebbe quella di limitarsi ad una sanatoria,
regolamentando la situazione esistente senza prendere in considerazione
nuove concessioni. Sopratutto non si dovrà consentire di occupare più di 1/3
della luce del portico e non i 2/3 come nella bozza.
Come è andata a finire: tra commenti arrivati via mail e raccolti "de visu", il dilemma non si è sciolto. Nessuno si è detto contrario in via di principio per quanto riguarda i dehors in centro (oggetivamente fuori dal centro, la questione non sollevava problemi), specialmente per i locali che danno sul rialzato della piazza, dove effettivamente il loro impatto sarebbe limitato e lo spazio abbonda, mentre non sono mancate le critiche a strutture che modificano in modo permanente la facciata di alcuni edifici (in primis il teatro). Ha vinto il bicchiere mezzo pieno e in questo senso voto di astensione anzichè contrario. Nel dibattito in consiglio, continuava a farmi impressione la litania di chi crede che se uno spazio non è dedicato ad uno scambio commerciale sia vuoto, comune a dstra come a centro(sinistra). Sarà, ma io, ribadisco, in un'ottica del tutto personale, continuo a ritenere che forse basta qualche elemento di arredo "aggregante" in più, per non obbligare le persone a dover consumare a un tavolino di un bar per recarsi in piazza e non credo che quest'inverno, qualche decina di persone sedute in acquari di plastica, riscaldati in modo totalmente dispersivo e energivoro, faranno della piazza un posto più vivo di quel che è ora, ma tant'è. Ringrazio tuti quelli che hanno voluto dedicare un po' del loro tempo per affrontare la questione e darmi il loro parere e spero che la cosa invogli sempre più singoli citadini a provare a mettere il naso (e le mani) negli atti del comune. La democrazia non funziona, se ce ne occupiamo solo una volta ogni cinque anni, per andare a votare.
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