Ultimo consiglio comunale di novembre, si approva una
variante al bilancio comunale, a mio modo di vedere significativa per molti
aspetti, aldilà delle cifre.
Primo: a sei mesi esatti dal terremoto, non sono
ancora arrivati nelle casse del comune i soldi non dico della ricostruzione, ma
neanche quelli per la gestione della fase di emergenza.
Degli 11 milioni preventivati dal comune, ad oggi sono stati
erogati solo gli stessi 400mila euro circa erogati a giugno e solo a ottobre è
arrivata la prima tranche dei Contributi Autonoma Sistemazione (CAS).
Per larga parte di quelle spese, già realizzate o previste,
non si tratta solo di mancata erogazione, ma non sono neanche ancora state
approvate nel dalla protezione civile, nel dagli uffici regionali..
Si tratta dell’evidente fallimento sia del modello di
protezione civile post terremoto Abruzzo (dopo che quello precedente si era
comunque rivelato una macchina criminosa in mano al pupillo di Berlusconi,
Bertolaso), sia di quello del supercommissario Errani (da fine luglio,
competente per autorizzazioni alla spesa ed erogazione dei fondi).
Probabilmente, quando la maggioranza del PD parlava dei grandi risultati
raggiunti grazie all’indefessa opera di “sensibilizzazione” verso il governo
fatta da parlamentari e presidente regionale, si riferiva a questo...
Secondo: la stessa variante certifica anche che, ancora una volta, con
o senza terremoto, l’amministrazione comunale si trova ad affrontare una
situazione di totale incertezza circa le risorse a disposizione per l’anno
prossimo.
I “professori” hanno mandato versioni su versioni degli
incassi presunti dall’IMU e in generale continuano a rimescolare le carte circa
le risorse che torneranno agli enti locali delle tasse versate dai cittadini.
Da questo punto di vista non è cambiato nulla rispetto ai
precedenti governi Berlusconi (se non il livello dei pianti e della critica
verso il governo di Roma, adesso che al
governo, insieme con il PDL e l’UDC, c’è anche il PD).
Se questi sono i “professori”, c’è da preoccuparsi del
livello di consapevolezza e conoscenza della realtà del nostro mondo
accademico.
Terzo (la nota che più ha acceso il dibattito): infilata in
variante di bilancio, la “notizia” che il comune si “riprende” i muri della
Polisportiva Dorando Pietri, accollandosi più di 380mila euro di mutuo (oltre
ad altre spese previste per un totale che supera abbondantemente il milione).
Ieri sera si votava solo la “creazione” nel bilancio
comunale della voce di bilancio, la
decisione di “acquisire” la Pietri (in realtà si tratta di “riunificare”
anticipatamente il diritto di superficie dei terreni con quello dei
fabbricati), verrà discussa il 13 dicembre, ma già questo la dice lunga sulla
trasparenza dell’operazione: prima decidiamo la spesa, poi decidiamo per
cosa...
Presso i locali della ex Polisportiva, secondo i piani della
giunta presentati in commissione venerdì scorso, troveranno posto servizi
importanti per i cittadini e alcune “collocazioni” molto discutibili, ma di
questo riparleremo a dicembre.
Quel che è certo è che questo modo di fare, segna il
fallimento di ogni capacità di dialogo e confronto della maggioranza PD-IDV con
il consiglio comunale e la città.
Una decisione di riorganizzazione di tale portata, che
cambierà il ruolo e la funzione di un’area importante della città, è stata
“covata” per mesi, prima durante e dopo l’emergenza del terremoto, e viene
scodellata impacchettata e infiocchettata al consiglio comunale, in una
delibera di bilancio, senza che nulla sia mai trapelato prima dagli uffici
comunali, condita da comiche espressioni da parte dell’assessore Caruso e
Sindaco, sul fondamentale ruolo e autonomia del consiglio comunale.
Ribadisco, sul merito delle decisioni già prese, ci confronteremo il 13,
ma intanto, almeno, risparmiateci queste patetiche ipocrisie, dopo aver gestito
la trattativa con la Polisportiva alle spalle del consiglio e della città.
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