La migliore risposta alle espulsioni fatte via blog è stata la riunione
di stasera.
Due consiglieri regionali che, come ogni sei mesi, sono venuti a
presentare ai cittadini il loro lavoro e a rimettere a quella assemblea
pubblica il loro mandato: da queste parti, le “primarie” si fanno ogni sei
mesi.
Editti o mica editti, alla fine quel che conta è aumentare il livello
di trasparenza delle istituzioni, parlare di malati di SLA abbandonati dalla
regione, di ospedali, di bonifiche dall’amianto delle macerie del terremoto, di
cispadana.
La distanza fra la rilevanza di quei temi (e dei molti altri che
caratterizzano l’attività dei consiglieri regionali a 5 Stelle) e le chiusure
di chi ha paura che per il troppo successo il giochino gli scappi di mano, è
siderale.
Tavolazzi, Favia, Salsi, hanno fatto e faranno i loro errori o
cureranno le loro più o meno lecite ambizioni personali, se ne hanno, ma
francamente, se anche solo un decimo del tempo sprecato a parlare di
partecipazioni ad assemblee, talk show e
affini, fosse stato dedicato a capire insieme a loro, cosa sta succedendo nelle
nostre istituzioni, a quest’ora avremmo un movimento più forte e più credibile
e staremmo rendendo un servizio migliore al paese.
Le candidature per le regionali in Emilia Romagna nacquero in un
pessimo modo, ma hanno dato un ottimo risultato, esattamente come le “parlamentarie”,
che trovo siano state un’occasione sprecata, mal gestite, poco trasparenti, ma
hanno dato un ottimo risultato in termini di qualità dei candidati che potremo
candidare alle prossime politiche.
Non so e non mi interessa quale genio tra il duo Grillo/Casaleggio
abbia pensato bene di far partire una polemica sul nulla, alla vigilia di una
campagna elettorale difficilissima, con le espulsioni di Favia e della Salsi,
ma chiunque sia dovrebbe veramente farsi una camomilla molto forte e pensare se
con quest’azione ha favorito o meno il successo di una lista a 5 Stelle, se ha
dato un’immagine positiva dell’aria che si respira dentro al movimento, se ha
rassicurato i molti potenziali elettori, che restano titubanti
davanti a modi e contenuti che negano i
presupposti stessi dal quale questo movimento era partito.
La mancanza di lungimiranza, se non più propriamente di buon senso, in
questo caso, è veramente di un “tafazzismo” plateale, con un movimento che
rischia (rischiava?) un’affermazione elettorale senza precedenti, anziché preoccuparci
di trasmettere le tante positività contenute nella bozza di programma e nell’entusiasmo
di una marea di candidati, donne e giovani soprattutto, pronti a cambiare le
cose, ci ritroviamo invischiati in una polemica vecchia di mesi, che si
potrebbe risolvere in dozzine di modi diversi, ma che mai e poi mai, avrebbe
dovuto chiudersi in questo modo (anche perché in realtà, non si chiude per nulla).
Così, anziché parlare di democrazia partecipativa nelle istituzioni, di
legalità, di lavoro, di conversione ecologica dell’economia, del diritto alla ricostruzione nelle zone terremotate dell'Emilia, negatoci dal governo PDl-PD-UDC, adesso dovremo
perdere infinito tempo ed energie e bytes, a leggere e a scrivere di una
questione che francamente è del tutto ininfluente rispetto ai destini di questo
disgraziato paese.
Un movimento forte non ha paura né degli “appetiti” (se ce ne sono) dei
singoli chiamati a rappresentarlo, né delle critiche, anche quando queste
vengono dall’interno. Se è forte, se ha regole chiare, può contrastare i primi
e accogliere le seconde, senza rischio di snaturarsi.
Invece, stiamo dando l’immagine di un movimento accerchiato che deve “difendersi”,quando dovremmo essere noi quelli che “attaccano” il sistema e lo
rivoltano come un calzino.
Le paranoie manifestatesi nelle regole per le parlamentarie e oggi con
questa “diffida” a scoppio ritardato di Favia e Salsi, sono una manifestazione
di debolezza e di scarsa fiducia nelle forza delle proprie idee.
Il M5S che conosco io, sul territorio, non è questo e per questo
motivo, non me ne vado “fuori dalla palle”, perché trovo intollerabile che si
sprechi l’unica possibilità di incidere in qualche modo in questo sistema
politico.
Non me ne vado e non smetterò di dire quelle che ritengo non vada per
il verso gusto.
Se per qualcuno questo è un problema, lo faccia sapere, il mio
mandato è sempre stato a disposizione, ma con la mia adesione al movimento non
ho mai firmato la rinuncia ad esprimere il mio punto di vista e non vi rinuncerò
certo ora.
Per la cronaca, stasera ho confermato la mia fiducia a Favia e De
Franceschi, che mi pare lavorino molto bene come gruppo in consiglio regionale
e sono stato felice di poterlo fare e spero che loro continuino a farlo. Insieme.
l'invito ad andare fuori dalle palle, che più esplicito non può essere, prevede che oltre all'opzione di rimettere il mandato, uno semplicemente prenda e se ne vada, se non crede più in questo progetto. E non mi pare ci sia ancora stato qualcuno che l'abbia fatto, nonostante i distinguo si levino e si siano levati in questi mesi da più parti. Tu sei stato eletto come indipendente, sei sempre stato con un piede dentro e uno fuori; per te vale un discorso a parte. E' sempre stato un progetto che tu, assieme ad altri nelle fila del M5S di Carpi, avete accolto con riserve, motivo per cui il tuo monito non può far scalpore come altri. Credo siano maturi i tempi affinché a Carpi chi c'ha creduto a metà, si dia ora da fare per costituire una lista civica che risponda meglio ai propri ideali e alle proprie aspettative politiche. Manca poco più di un anno alle amministrative, i tempi ci sono.
RispondiEliminaBeh Andrea, apprezzo lo spirito del tuo commento, ma non sono d'accordo su una cosa. Io non sono nel M5S con un piede dentro e uno fuori. Io ci sono entrato facendo un "investimento" in termini di fiducia rispetto alle cose che Grillo aveva affermato a Cesena (pare un secolo fa, io, via web, seguii da casa) e ancora nel 2010.
RispondiEliminaA Cesena chiedeva niente di più che "un po' di socialdemocrazia" (testuale, ce l'ho stampato in testa), in una delle sue interviste da Santoro e in altre occasione, lo stesso anno, disse tre cose: il movimento non sono i grillini, il movimento non ha un leader, lui non sarebbe mai stato candidato. Quello, insieme al lavoro degli attivisti a Carpi e a Modena e a quello che Favia e De Franceschi avevano avviato in regione, mi fece convincere a prendere la mia brava scansione della carta d'identità e registrarmi al portale, come "iscritto" al M5S. Quindi io ci sono entrato con convinzione, ma questo non voleva dire che non avrei valutato ogni giorno, la coerenza fra quelle parole e quello che è venuto avanti. Se quello era il progetto del M5S, non sono io che ci credo poco, sono Grillo e Casaleggio, per questo rivendico il mio diritto di critica e non mi "levo dalle palle", perché non sono io che ho cambiato idea o progetto dal 2010. E adesso che abbiamo la possibilità di cambiare le cose, non mi va semplicemente di veder buttare tutto all'aria perché quei due paiono spaventati dal successo della loro iniziativa. Da buon ecologista, cerco di oppormi a uno spreco.
Concordo pienamente con l'analisi di Lorenzo.
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