Ritirata la delibera per la D. Pietri: Il sindaco insulta il consiglio.

Il ritiro della delibera relativa all' acquisto (per intenderci) della Dorando Pietri è un atto minimo dovuto a fronte di un'evidente bocciatura da parte del collegio dei revisori.
Peccato che nel comunicarlo, il sindaco di fatto sottenda che i consiglieri comunali non siano capaci di leggere la relazione dei revisori dei conti per quello che è e  sarebbero "influenzati" dal "torbido clima" mediatico creatosi dopo l'inopinata spifferata ai giornali di uno dei revisori.

Ora, a parte il fatto che i consiglieri del PD il non vincolo di mandato  (ovvero il "formarsi indipendente da pregiudizi, delle posizioni che i singoli consiglieri sono chiamati ad esprimere con il voto" citato dal sindaco nel comunicato) lo hanno mandato a farsi benedire qualche decina di volte, in nome dell'unità del gruppo consiliare, che il sindaco creda che basti un articolo sulla Gazzetta di Carpi o sul Resto del Carlino per creare un clima "torbido" e influenzare il giudizio di persone mediamente adulte e mediamente in grado di leggere un atto pubblico è semplicemente insultante.

Per uscire da una delibera che nascondeva sotto pretestuosi vantaggi economici per il comune il (politicamente legittimo) salvataggio della Dorando Pietri, il sindaco si intorbida, lui sì, in un'ipocrisia al cubo, preoccupandosi della nostra capacità di giudizio.
Si preoccupi della sua e di quella dei suoi dirigenti che per la prima volta nella storia dell'amministrazione del comune di Carpi, si sono fatti bocciare una delibera così rilevante, e possibilmente stasera si scusi con il consiglio comunale per le parole usate.

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