E dopo le interrogazioni del Comune di Carpi, ecco le osservazioni raccolte da dversi cittadini rispetto al progetto presentato da GARC per la centrale a biomasse di Fossoli.
Vedremo che uso ne farà la Provincia, mentre aspettiamo e auspichiamo che l'Amministrazione Comunale voglia cominciare, per quanto in ritardo, almeno a fare un po' di informazione sul territorio.
Vedremo che uso ne farà la Provincia, mentre aspettiamo e auspichiamo che l'Amministrazione Comunale voglia cominciare, per quanto in ritardo, almeno a fare un po' di informazione sul territorio.
Carpi, 3 gennaio 2013
Alla c.a.Ing. Alberto
Pedrazzi
Provincia di Modena
Servizio Valutazioni,
Autorizzazioni e Controlli Ambientali Integrati
Con riferimento al procedimento unico per
l’autorizzazione di un impianto di cogenerazione a biomasse vegetali solide di
potenza pari a 995kWe e 4000kWt, da localizzare in via dei Trasporti in comune
di Carpi, si avanzano le seguenti osservazioni:
1) Essendo
il Comune di Carpi in area superamento degli standard di qualità dell’aria
secondo la Deliberazione della Giunta Regionale 26 marzo 2012 n° 362, non
risulta evidenza che il proponente abbia presentato un computo emissivo dell’impianto progettato in
grado di dimostrare che si sostituiscano sorgenti emissive esistenti al
fine di assicurare un saldo complessivo pari almeno a zero delle emissioni in
atmosfera di PM10 e NO2, come previsto dalla suddetta delibera.
2) Nel
Piano Veicolare dei Trasporti (sezione 3 della Relazione Tecnica) si espone il
calcolo del numero di viaggi necessari ad approvvigionare l'impianto dei
materiali da bruciare. Il calcolo ipotizza che la capacità di carico media dei
veicoli utilizzati sia 18 t (v. pag. 14). Più avanti nella relazione tale
portata assume un valore anche più alto (22 t, v. pag. 23). Entrambi i valori appaiono
una stima per eccesso perché sono misure di portata tipiche di veicoli
(autotreni o autoarticolati) non adatti alla raccolta ed al trasporto di sfalci
e potature. Per la raccolta di tali sottoprodotti dell'agricoltura (potature,
ramaglie, stocco di mais, ecc.) si utilizzano autocarri più piccoli, provvisti
di gru, che possano recarsi sui luoghi di produzione della biomassa e di
raccoglierla da terra. Sfalci e potature si trovano in quantità ridotte,
distribuite sul territorio e generalmente in cumuli. Questi autocarri hanno una
capacità di carico massima di 6 t. Le conseguenze di questa stima eccessiva
sono che:
- il numero medio dei viaggi giornalieri
aumenta da 3,3 a 10-12, quantità significativa seppur non critica, di per sè,
per strade provinciali;
- i valori dell'energia spesa e dell'impatto
ambientale prodotti per approvvigionare la materia prima del processo vanno
anch'essi moltiplicati per 3 o per 4 (laddove nel calcolo originario è stata
considerata una capacità di carico di 22
t).
3) La
Relazione tecnica considera come prodotto del processo l'energia termica sotto
forma di acqua calda disponibile per un eventuale utilizzo di teleriscaldamento
di stabilimenti industriali adiacenti. Mancano sime effettive degli attuali
fabbisogni energetici di questi impianti e il bilancio prevede che i capannoni
siano effettivamente utilizzati, cosa difficle da garantire nel medio periodo. Quale sarebbe il bilancio termico del progetto se uno o più
capannoni non venissero utilizzati l'acqua calda restasse “disponibile”
all'interno dell'impianto a biomassa, cioè di fatto inutilizzata.?
4) La
conseguenza delle osservazioni di cui ai punti 1 e 2 comporta una cruda
revisione dell'indice EROEI che stima il bilancio energetico complessivo
dell'impianto (pag. 21-30 della Relazione Tecnica). Ad una prima e preliminare
revisione il valore di Energia consumata per il trasporto delle biomasse e
delle ceneri (EC TRASPbio esposto a pag. 29) va moltiplicato per tre. Inoltre
il valore di Energia Termica prodotta (ET ricavata esposto sempre a pag. 29) va
posto indubbiamente a zero, essendo un prodotto inutilizzabile senza ulteriori
investimenti non contemplati dal presente progetto. Fatte le modifiche sopra
esposte l'indice EROEI che mostra il rapporto tra energia prodotta ed energia
spesa per il funzionamento dell'impianto crolla dal già modesto valore di 4,43
(stima sulla base di dati medi di rendimento di impianti a biomasse) al valore
di 1,16. In altre parole l'energia elettrica prodotta dall'impianto, secondo i
dati messi a disposizione dagli stessi proponenti, riesce appena a compensare
l'energia spesa per la realizzazione, l'esercizio e la futura dismissione
dell'impianto, al costo di un evidente aumento delle emissioni in atmosfera di
sostanze inquinanti quali polveri sottili e composti azotati.
5) Ai
fini di una corretta valutazione degli impatti e dei benefici dell’opera,
sarebbe utile poter disporre di uno Studio di fattibilità finanziaria ed
economica dell'investimento, così come avviene per legge per ogni progetto di
opera pubblica, redatto da un'impresa o da un professionista terzi ed
affidabili. Per verificare le previsioni circa l’approvvigionamento delle
biomasse, che appare piuttosto vago nei riferimenti della relazione tecnica,
dato che non vengono mai specificate le quantità di biomasse utilizzabili
effettivamente raccolte annualmente dal proponente ad oggi, né quale sia il
loro attuale ciclo di smaltimento, che potrebbe essere, attraverso il
trattamento in impianti di compostaggio o, come nel caso degli scarti di
produzioni agricoli lasciati sul campo, più sostenibile dal punto di vista
energetiico ed ambientale, che non la loro combustione.
Si ricorda infine che lo studio di
fattibilità finanziaria ed economica deve esporre anche i costi ed i benefici
dell'investimento per tutti gli stakeholders interessati (in altre parole tutti
i soggetti diffusi che percepiscono effetti dal progetto). In questo caso
l'interesse dell'Amministrazione non ha bisogno di essere spiegato: se
l'investimento ha un bilancio positivo verso la collettività (ipotesi molto
improbabile se si fatica persino ad avere un indice energetico positivo) va
agevolato, in caso contrario va scoraggiato o impedito.
6) Si
rileva infine che l'area di Fossoli è caratterizzata da una concentrazione di
utilizzi “impegnativi” del territorio, sul piano ambientale, che, nel passato e
nel presente, hanno creato nella popolazione una motivata “saturazione” della
propria capacità ricettiva. In altre parole Fossoli ha già “dato” molto in
termini ambientali: la vecchia discarica (nominalmente a San Marino), il
compostaggio, la centrale turbo-gas, le nuove linee elettriche ad alta tensione
in diramazione dal medesimo sito, ecc. In ogni altro sito dove sorgono impianti
a biomassa si danno almeno una delle seguenti condizioni: o la vicinanza di
biomassa disponibile (per esempio una segheria che produce molti scarti, un
bosco, ecc.), o la vicinanza di utilizzatori che possono usufruire del
teleriscaldamento (per esempio una piscina, una palestra, un quartiere
residenziali predisposto per tale utilizzo). A Fossoli non ci sono né l'una né
l'altra di tali condizioni.
Mi sento di dare un grande grazie, da parte di tutta la popolazione sensibile ai problemi ambientali e non solo,al movimento cinque stelle di Carpi che si impegna e si è impegnato egregiamente nell'informazione e nella soluzione di gravi mancanze della nostra amministrazione comunale.
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