La vicenda della centrale a biomasse della
GARC ci insegna qualcosa.
La prima lezione in realtà è ormai un
“ripasso”: quando i cittadini si mobilitano su una causa giusta e su una base
informata, non c’è "procedura" che tenga.
Lo abbiamo visto per la Lamiz, per gli alberi
di via Focherini e per il Parco Lama: come minimo tutto si deve ridiscutere.
La seconda: una procedura “pubblica” che non
prevede la circolazione delle informazioni in modo diffuso, è un danno prima di
tutto nei confronti di chi i progetti li propone.
Se il 12 di novembre (data di inizio
dell’iter), anche in assenza di qualsivoglia obbligo di legge, GARC e Comune si
fossero presi l’onere di un’informazione accurata e trasparente alla città,
forse non si sarebbero ritrovati stretti all’angolo dalla contestazione
spontanea, nata da cittadini che una loro idea, su quell’impianto, se la sono
dovuta sudare sulle carte, organizzando incontri, in buona sintesi
mobilitandosi da soli. Tutta la città dovrebbe essergliene grata, se non
fossero stati capaci di “autorganizzare” la loro mobilitazione, senza bandiere
di partito, il risultato non sarebbe stato questo (o perlomeno non in tempi
così rapidi).
L’amministrazione e Il PD locale (tralasciamo i
microlleati, che sulla vicenda non hanno avuto la capacità di esprimere
un fiato) in questi mesi avrebbero avuto tutto il tempo e l’accesso a
tutte le informazioni necessarie per indirizzare il dibattito su questo
impianto. Non lo hanno fatto, convinti che di certe cose è meglio non
parlare in pubblico, una scelta che si rivela sbagliata e dannosa per
loro stessi
Se Carpi 5 Stelle e Rifondazione Comunista non
avessero sollevato il tema, scoperto in prossimità della scadenza per
presentare osservazioni, non avessero
fatto girare la relazione tecnica del progetto, non avessero fatto le
interrogazioni e le osservazioni inviate a tempo di record al consiglio
comunale e alla provincia, oggi ci troveremmo cittadini infuriati a dover
protestate su un processo ormai irreversibile, quindi in realtà, abbiamo fatto
un favore a GARC, al Sindaco oltre che (soprattutto)
all’aria della nostra città.
La mia speranza è che, ancora una volta, i
cittadini che hanno dato vita a questa mobilitazione, “ecologica”, civile e
informata, abbiano preso gusto alla partecipazione e continuino ad interessarsi
a cosa avviene sul nostro territorio e ad aver voglia di incidere sulle decisioni
di chi lo amministra.
Infine una piccola nota personale: ho chiuso la
mia “carriera” da consigliere comunale, proprio con gli atti relativi a questa
vicenda. Aldilà degli esiti, è stato uno dei momenti dove credo che il ruolo di
un consigliere comunale, abbia avuto un particolare senso, nel rendere
accessibile e trasparente alla cittadinanza una procedura pubblica, su un tema
particolarmente controverso.
A
volte anche solo uno su trenta conta e la cosa mi mette di buon umore.
Evvai! :-)
RispondiEliminaPS Si, comunque si devono dare una regolata in comune... è tempo di finirla con la propaganda e cominciare a fare informazione, dettagliata, puntuale.
Magari dedicando e aprendo il sito del Comune più a questi e altri aspetti di vero interesse della vita pubblica e politica della Città!
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