Dal treno
puntualmente in ritardo che mi porta a Modena, cominciamo a fare due conti su
com’è andato il voto a Carpi e cosa ne viene a Carpi del marasma nazionale.
Anche a
Carpi il M5S ottiene un risultato che in percentuale è circa sette volte il
risultato ottenuto nel 2009, quando si presentò per la prima volta alle
amministrative (dal 2,9 a più del 20% in tre anni e mezzo, non è male)
In termini
percentuali, l’altro segno evidente è il crollo della Lega e (molto meno) del
PDL. Messa così si potrebbe pensare ad un semplice travaso di voti dalla destra
definitivamente sputtanata (a “prescindere” dalle qualità o non qualità dei
suoi rappresentanti locali) al M5S.
In realtà,
secondo me, i numeri assoluti raccontano un storia diversa
.
Proviamo a
mettere confronto i dati degli andamenti percentuali e del numero dei voti in
tre elezioni (per le politiche ovviamente usiamo i dati della Camera):
Partiti
|
Politiche 2008
|
Amministrative 2009
|
Regionali 2010
|
Politiche 2013
|
PD %
|
55,47
|
45,58
|
49,92
|
44,89
|
PD voti
|
24.072
|
17.470
|
17270
|
18.778
|
PDL %
|
23,07
|
18,29
|
17,49
|
12,66
|
PDL voti
|
10.012
|
7010
|
6.049
|
5.297
|
Lega %
|
6,99
|
9,65
|
13,39
|
2,35
|
Lega voti
|
3.035
|
3.698
|
4.633
|
985
|
M5S %
|
2,94
|
5,37
|
21,32
|
|
M5S voti
|
1.126
|
1.858
|
8.917
|
Al netto dei
piccoli discostamenti per i diversi sistemi elettorali e per situazione
“spurie” (come la magica lista civetta “Campedelli 2009” alle ultime
amministrative, che in realtà stava in piedi con firme e voti del PD,
prontamente rientrati nelle regionali del 2010) il succo è che in realtà tutti
i principali partiti anche a Carpi, perdono migliaia e migliaia di voti, solo
in parte intercettati dal M5S e anzi, non è neanche detto che non siano di più
gli elettori che il M5S strappa al non voto che quelli strappati ad altri
partiti (l’area del non voto, seppur ridotta rispetto al dato nazionale, per le
politiche passa dal circa 12% del 2008 al 16% del 2013).
In altri
termini, per i partiti maggiori, più del M5S potè la generale disaffezione dei
propri elettori (e questo ce la dice lunga su chi sia la vera antipolitica di
questo paese, ovvero su chi siano quelli che fanno scappare i cittadini dalla
partecipazione attiva)
Dietro a
quelli che fino al 2010 erano i partiti principali il nulla.
SEL
raddoppia il voto rispetto alle regionali, un indiscutibile passo avanti
dall’inesistenza all’irrilevanza. Quando la vorranno capire che stare in
maggioranza con il PD nel modenese solo per garantirsi qualche scranno in
regione NON è un’operazione di sinistra (e infatti nessun elettore di sinistra,
ecologista e libertario li vota), non sarà mai troppo presto.
La
coalizione di Ingroia, rispetto ai voti dei partiti che la componevano,
semplicemente scompare.
E’ un
risultato immeritato per quei compagni di Rifondazione che ci si sono impegnati
a livello locale in tante battaglie giuste ma evidentemente non si può fare una
campagna elettorale credibile se c’è un reciproco imbarazzo fra “alleati”: che
Rifondazione Comunista a Carpi, dopo 20 anni di onesta opposizione si dovesse
trovare a fare iniziative elettorali con i reggimoccolo della maggioranza PD,
D’addese (Verdi) e Bizzarri (IDV), avrebbe provocato brucianti gastriti a
chiunque.
Aggiungiamo
il pateracchio della candidatura di Favia a capolista regionale, dopo che per
anni ha (giustamente) preso a sassate IDV, Verdi e Comunisti che stanno in
maggioranza in regione, e il fallimento diventa inevitabile.
Monti si
porta a casa esattamente i voti di Alleanza per Carpi. Non so se le due cose
sono esattamente sovrapponibili (metà del risultato di ApC nel 2009 derivava dal
portarsi in pancia l’UDC cittadina). Quel che è certo è che quell’8% ondivago
che strizza l’occhio ora a destra ora a sinistra (con alcuni recenti segnali di
chiaro avvicinamento al PD in consiglio comunale, come nel caso del voto sul
bilancio e di odg discussi e discutibili come quello sulla centrale a biomasse
di Fossoli) fa e farà gola all’apparato del partitone, visto che, oggi come
oggi, la coalizione PD-SEL non garantisce la maggioranza assoluta al primo
turno, in caso di amministrative.
E qua siamo
al nodo dell’anno prossimo. Sinceramente, se non si riporta gente a votare, con
queste percentuali, non prevedo grossi sconquassi nel panorama politico
carpigiano. Il partitone è sempre stato generoso con micro e macro alleati pur
di garantire la (sua) governabilità, ed è evidente che se si sente minacciato
farà ponti d’oro ai centristi, per averli alleati al primo turno, e anche se la
sommatoria dei voti non sarà automatica, basteranno a passare di un soffio e
fare come successo a Modena nel 2009: governare come se si avesse una
maggioranza da tempi andati dato che il meccanismo maggioritario, unito alla
riduzione prevista del numero dei consiglieri e il passaggio di molte funzioni
all’Unione Comunale Terre d’Argine (dove il meccanismo maggioritario è ulteriormente
distorto e lesivo della democrazia), gli consentirà di continuare a fare i propri
affari, senza doversi preoccupare troppo della persistente emorragia di voti.
A meno che…
A meno
che il PD, obbligato dal dover trovare
posti di lavoro per una classe politica locale alla quale di riffa o di raffa
dovrà garantire uno stipendio fino alla pensione, non candidi una personalità
talmente opaca da non riuscire a tenere insieme neanche il suo elettorato e
indigesta ai potenziali alleati di ApC/UDC/Montiani o che al contrario, per
trovare “la quadra” su un candidato buono per i centristi, si presenti una
candidatura invotabile per quel po’ di sinistra che rimane ancora nel PD e
microalleati, non ancora del tutto arresi al processo di “democristianizzazione”
che il PD persegue pervicacemente da anni.
O a meno che
il M5S carpigiano capisca che comunque con il 20% non si vince (anche se la
progressione dal 2009 è impressionante, ma è improbabile che si possano
raddoppiare ulteriormente i voti in anno), e si attrezzi con una squadra e un
candidatura in grado di attirare i molti non elettori di queste elezioni, che
in una terra di sinistra continuano ad essere troppo “choosy” per sopportare
certe uscite di Grillo, ma sarebbero contenti di votare per la difesa dei beni
comuni, della non privatizzazione dei servizi pubblici e per una politica del
territorio veramente sostenibile e non al servizio di cementificatori di ogni
risma e sorta (e come elettore, io sarei felice di votarli).
In ogni
caso, perché succeda “qualcosa”, nel 2014, bisogna che a darsi da fare siano in
tanti, fuori e dentro le attuali formazioni alternative al PD che non siano PDL
Lega e centristi assortiti. L’unica cosa che ha funzionato in questi anni per
limitare le scelte più sbagliate di questa maggioranza locale, è stata la
mobilitazione dei cittadini.
Serve un “di
più” per decidere di non intervenire solo “a spot”, su singole questioni, ma la
voglia di occuparsi della gestione e soprattutto della trasparenza della cosa
pubblica a Carpi.
Senza
questo, non c’è sigla civica, di partito o di movimento che tenga (e se c’è
questo il nome del candidato sindaco, questione che invece piace tanto ai
nostri media locali, diventa un fattore decisamente secondario).
Arrivato in
ufficio, per ogni valutazione sul caos nazionale, rimando a domani (o al
viaggio di ritorno).
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