E' passato un anno dalla sequenza di terremoti che hanno distrutto le nostre
terre e la ricostruzione tarda a decollare. In Commissione s'è capito il perché:
a fronte dei numerosi danni accertati e del conseguente gran numero di domande di contributi per la ricostruzione, in Regione s'è fatto il possibile per complicarsi/ci la vita. Una ragione evidente, che non sia la volontà di dare i soldi col contagocce, portando la gente ad abbandonare ogni speranza di vedere il becco di un quattrino, non c'è. Sono stati schierati plotoni d'esecuzione di burocrati e costruito un argine di ordinanze dal commissario Errani, con l'unico effetto tangibile, per ora, di prendere i cittadini per sfinimento e costringerli ad arrangiarsi da sé.
Ma mentre la ricostruzione è ferma al palo, in provincia c'è ancora molto spazio per chi vuole costruire.
Già a pochi giorni dalle forti scosse, a Sassuolo, Confindustria Ceramica organizzava una conferenza per ribadire la necessità e l'urgenza della costruzione della bretella autostradale Campogalliano-Sassuolo, 240milioni di denaro pubblico, già stanziati, per un'opera inutile e che potevano e possono essere destinati alla ricostruzione. E non è la sola autostrada che impatterà sul nostro territorio, c'è anche la Cispadana, che attraverserà proprio le zone più colpite dal sisma; altri 200milioni circa di finanziamento pubblico inutilmente spesi.
A Carpi si va verso la scontata approvazione da parte della Giunta del progetto della CMB sul Parco Lama, qualche centinaio di nuovi appartamenti vuoti e una zona commerciale costruita ex-novo; mentre a Modena niente e nessuno sembra poter fermare la volontà dell'Amministrazione di costruire sui pozzi dell'acquifero di Cognento, che alimentano anche la rete dell'acquedotto di Aimag, e quindi indirettamente anche Carpi. Un'idea quest'ultima assurda ed inconcepibile, che in caso di inquinamento delle falde potrebbe portare letteralmente alla sete un'intera provincia, solo per placare gli appetiti finanziari di qualche speculatore edilizio. Anche di recente l'ass. all'urbanistica di Modena, Giacobazzi, in un seminario che aveva per tema “Immagino Modena nel 2050”, a una domanda di una cittadina che chiedeva come la Giunta di Modena intendesse recepire i risultati del percorso di pianificazione urbanistica partecipata, in cui la proposta più votata dai cittadini è stata proprio la richiesta di blocco totale dell'edificazione sui pozzi, si è ben guardato dal prender posizione contro l'ipotesi di costruire sull'acquifero di Cognento, dopo aver in più occasioni ribadito l'esatto contrario.
Qualche anno fa Erdogan in un seminario dedicato al futuro della Turchia, dal titolo “2023 Vision of Turkey” proponeva il progetto di abbattere le piante del Gezi Park, per far posto ad un centro commerciale. Oggi vediamo le conseguenze.
La Vision del PD di Carpi, di Modena, in Provincia come in Regione, prevede ancora di distruggere l'ambiente, cancellare parchi, metter a rischio la salute e l'approvvigionamento idrico, per far posto a strade, autostrade, palazzine e centri commerciali. Si deve per forza arrivare anche qui al punto di esasperare la popolazione, prima di capire che occorre un'inversione di tendenza?
terre e la ricostruzione tarda a decollare. In Commissione s'è capito il perché:
a fronte dei numerosi danni accertati e del conseguente gran numero di domande di contributi per la ricostruzione, in Regione s'è fatto il possibile per complicarsi/ci la vita. Una ragione evidente, che non sia la volontà di dare i soldi col contagocce, portando la gente ad abbandonare ogni speranza di vedere il becco di un quattrino, non c'è. Sono stati schierati plotoni d'esecuzione di burocrati e costruito un argine di ordinanze dal commissario Errani, con l'unico effetto tangibile, per ora, di prendere i cittadini per sfinimento e costringerli ad arrangiarsi da sé.
Ma mentre la ricostruzione è ferma al palo, in provincia c'è ancora molto spazio per chi vuole costruire.
Già a pochi giorni dalle forti scosse, a Sassuolo, Confindustria Ceramica organizzava una conferenza per ribadire la necessità e l'urgenza della costruzione della bretella autostradale Campogalliano-Sassuolo, 240milioni di denaro pubblico, già stanziati, per un'opera inutile e che potevano e possono essere destinati alla ricostruzione. E non è la sola autostrada che impatterà sul nostro territorio, c'è anche la Cispadana, che attraverserà proprio le zone più colpite dal sisma; altri 200milioni circa di finanziamento pubblico inutilmente spesi.
A Carpi si va verso la scontata approvazione da parte della Giunta del progetto della CMB sul Parco Lama, qualche centinaio di nuovi appartamenti vuoti e una zona commerciale costruita ex-novo; mentre a Modena niente e nessuno sembra poter fermare la volontà dell'Amministrazione di costruire sui pozzi dell'acquifero di Cognento, che alimentano anche la rete dell'acquedotto di Aimag, e quindi indirettamente anche Carpi. Un'idea quest'ultima assurda ed inconcepibile, che in caso di inquinamento delle falde potrebbe portare letteralmente alla sete un'intera provincia, solo per placare gli appetiti finanziari di qualche speculatore edilizio. Anche di recente l'ass. all'urbanistica di Modena, Giacobazzi, in un seminario che aveva per tema “Immagino Modena nel 2050”, a una domanda di una cittadina che chiedeva come la Giunta di Modena intendesse recepire i risultati del percorso di pianificazione urbanistica partecipata, in cui la proposta più votata dai cittadini è stata proprio la richiesta di blocco totale dell'edificazione sui pozzi, si è ben guardato dal prender posizione contro l'ipotesi di costruire sull'acquifero di Cognento, dopo aver in più occasioni ribadito l'esatto contrario.
Qualche anno fa Erdogan in un seminario dedicato al futuro della Turchia, dal titolo “2023 Vision of Turkey” proponeva il progetto di abbattere le piante del Gezi Park, per far posto ad un centro commerciale. Oggi vediamo le conseguenze.
La Vision del PD di Carpi, di Modena, in Provincia come in Regione, prevede ancora di distruggere l'ambiente, cancellare parchi, metter a rischio la salute e l'approvvigionamento idrico, per far posto a strade, autostrade, palazzine e centri commerciali. Si deve per forza arrivare anche qui al punto di esasperare la popolazione, prima di capire che occorre un'inversione di tendenza?
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