AIMAG è "cosa nostra" (del PD)



Sono usciti due articoli sulle pagine del blog di Carpi 5 Stelle che in qualche modo riguardano tutti e due AIMAG, o in termini più generali  riguardano trasparenza e onestà (intellettuale) dei nostri amministratori in tema di gestione dei servizi pubblici.
Due le questioni:  la presenza di amianto nell’acqua e gli “appettiti” di Chiarini,  AD diHERA,  rispetto alla nostra “piccola” ma redditizia multiutility.
Sulle questioni  di merito ognuno si faccia le opinioni che meglio crede, ma sui metodi  vale la pena di sottolineare alcuni aspetti oggettivi.

Questione amianto: la conferenza stampa del Sindaco di qualche tempo  fa e il suo intervento in consiglio comunale,  confondono le carte su tempi e ragioni del  monitoraggio e celano, non si capisce per quale ragione, i risultati di AIMAG, che evidentemente fa bene il suo dovere, cioè le analisi, che però rimangono “riservate” perché potrebbero essere intese come parziali (chi lo capisce è bravo).
Sotto la spinta dell’interrogazione del consigliere Losi, il Comune fa muovere anche l’ASL con il risultato paradossale di sminuire il valore del lavoro compiuto dalla sua municipalizzata.
Nel merito come dicevo, si può prendere per buona la spiegazione circa la non pericolosità della presenza di tracce di amianto nell’acqua di rubinetto ed è bene evitare allarmismi, ma non sarebbe tutto molto più emplice se TUTTE le attività di anlisi periodiche od episodich, fatte da AIMAG sullacqua che beviamo fossero sempre pubbliche, in aggiunta a quelle già disponibili?
Il Sindaco potrebbe risparmiare tempo dal dover fare conferenze stampa a tambur battente e ogni cittadino si potrebbe fare la sua opinione a riguardo.

Sul tema  AIMAG HERA la cosa, se possibile, appare ancora più grave.  Chiarini ha parlato chiaramente di “garanzie date dalla politica” circa il progetti di integrazione HERA-AIMAG all’epoca della vendita della prima tranche di azioni da parte del Comune di Carpi e degli altri comuni soci.
Ora, visto che in teoria si trattava di gara pubblica e visto che, sempre in teoria, nessun progetto di fusione è mai stato sottoposto agli organismi che approvarono la delibera per la vendita e successivi piani industriali, sarebbe bello sapere come faceva  la “politica” di allora, a dare garanzie circa, non dico l’integrazione totale fra le due aziende, ma rispetto all’esito di quello che doveva essere una gara!

I promotori  del primo referendum comunale dell’epoca, contro quella delibera, hanno sempre sostenuto che per l’appunto, la gara era tutta una bufala e copriva l’interesse dei comuni a fare cassa e l’ansia di HERA (e soprattutto del PD regionale) di non lasciare in giro pericolosi modelli di gestione autonoma dei servizi, fuori da “accordi” regionali, tutti politici e senza nessuna valenza rispetto alle famose “sinergie industriali”.
E infatti, oggi i casi sono due: o i funzionari del PD di Carpi (presidente di AIMAG Arletti compreso, che è in quel ruolo ne più né meno in quanto funzionario di partito) si siedono e trattano in regione con i loro corrispettivi e con HERA, o HERA sarà concorrente di AIMAG nella gara, per la distribuzione del gas, gara che il Comune di Carpi ha avuto tutta la fretta di imbastire,  mentre altri comuni si guardano bene dal fare, proprio perché con ogni probabilità presenta la stessa “libera concorrenza” che abbiamo già visto nella gara per la vendita delle azioni di quattro anni fa.
Basterebbe questo episodio per smontare annate di bufale sulle suddette “sinergie industriali” che giustificavano (secondo lor signori) la vendita di azioni AIMAG  a HERA, ma sappiamo che il PD ha la memoria corta sulle balle che racconta in pubblico, a livello locale come nazionale.

In altri termini, Carpi e gli altri comuni soci hanno in mano un’azienda che funziona e che però costituisce un’anomalia “regionale”, chi nel PD conta qualcosa davvero  (e non sono certo i carpigiani), sta da anni cercando di “normalizzare” questa situazione a favore degli “amici “ di HERA, e lo fa attraverso gare che sono poco più di una “pastetta”, ineccepibili dal punto di vista formale ma predeterminate negli esiti.
Il tutto sulla testa dei cittadini che pagano i servizi e che vedono nel gioco delle grandi multiutilities, allontanarsi sempre più qualsiasi possibilità di maggiore trasparenza e controllo democratico.

Tornando al caso specifico, ora sarebbe bello che qualcuno del PD di Carpi facesse sapere anche a noi poveri mortali, di quali garanzie parlasse Chiarini e da chi gli vennero fatte (opure prendesse a calci nel sedere il vice presidente di AIMAG che si permette di parlare con questi toni CONTRO un’azienda di cui è socio).
Qualcuno vuole azzardare ipotesi sulla probabilità che questo avvenga?

In sintesi, AIMAG resta "cosa nostra" del PD, che si tratti di trasparenza nella gestione dei seriviz o di partita di scambio o scontro fra correnti o potentati locali e regionali del partitone, davanti ad una cittadinanza che si preferisce senza voce in capitolo.

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