Se (SE!) a
Carpi serve un alternativa, uno dei motivi, a mio parere, è legato anche al modo con il quale l’amministrazione del partitone prende le decisioni
per questa città
Mettiamo in fila un po’ di vicende: la
ciclabile di via Focherini, la collocazione della fonderia Lamiz, il senso
unico di via Remesina, l’acquisto (o meglio, il “riscatto anticipato”) della
Polisportiva D. Pietri, il forno di biomasse a Fossoli, la questione dello
spostamento del campo nomadi....
C'è un modello comune in tutte queste scelte, che prevede la loro
elaborazione per svariati mesi (in
qualche caso anni) nel chiuso degli uffici comunali e delle riunioni di giunta,
senza che neanche il consiglio comunale ne venga informato se non quando è
pronto e scodellato un atto da far votare (che la maggioranza poi vota
compatta, senza nessun margine di di possibilità di modifica o discussione).
Per fare
qualche esempio: la vicenda della Dorando Pietri (stiamo parlando di una spesa
milionaria per il comune), è stata covata almeno dal marzo al novembre 2012,
senza che nulla trapelasse, per ritrovarci la delibera a fine 2012, presentata
dal Direttore Generale del Comune in commissione consiliare, come la soluzione
che soddisfaceva tutti .
Un’operazione dove tutti ci guadagnano (salvo poi trovarsela bocciata dal collegio revisori).
Un’operazione dove tutti ci guadagnano (salvo poi trovarsela bocciata dal collegio revisori).
Oppure quella
della centrale a biomasse di Fossoli (né più né meno che un inceneritore di
biomasse con recupero energetico). Qui a onor del vero la competenza non era
neanche del comune, però visti i soggetti coinvolti e visto l’impatto di un
impianto del genere, ritenere che il compito del Comune dovesse limitarsi a
pubblicare un foglietto in albo pretorio ed attenersi ai 60 giorni utili per la
presentazione delle osservazioni (che peraltro si sovrapponevano perfettamente
al periodo festivo di fine 2012. senza dare evidenza e rendere pubblico il dibattito (che lo divenne praticamente in modo casuale, grazie ad una segnalazione che mi fece Andrea Losi, che oggi mi sostituisce in
consiglio comunale).
consiglio comunale).
Per il campo nomadi forse è bene ricordare che la soluzione prospettata per la famiglia che è proprietaria di un terreno agricolo a Cortile, è lì (ed è ovviamente a conosciuta dal Comune) da tre anni, quindi non si capisce perchè l'abbiano tenuta bloccata fino alla comica finale di questa ordinanza del 2013, senza procedere agli atti necessari per consentirne il trasferimento, per poi trovarsi con una ordinanza che chiede una cosa che le regole urbanistiche del Comune stesso vietano, senza approntare gli atti per tempo e senza preparare la città ad una decisione che anche secondo me è doverosa (il superamento del campo di via Nuova Ponente), ma che non si puà risolvere in una due settimane dopo averla fatta marcire per 20 anni.
Tutti questi episodi, secondo me, sono una chiara manifestazione di come il partitone abbia sempre
considerato i carpigiani un popolo bue, da mettere di fronte al fatto compiuto (“che
se l’hanno fatto vuol dire che va bene”…), convinti di vivere ancora in una realtà dove il "bene del partito" automaticamente era "il bene di tutti", nel nome di una visione ideologica comune.
Il problema è che con la fine delle ideologie, il bene del partito è diventato il bene di chi ha interessi forti da trattare con il partito e per il resto, ci si può arrangiare con il pressapochismo dimostrato in alcune di queste vicende.
Ecco questo “stile”
di governo, che si attacca alla (quasi) ineccepibilità della forma, non è
destinato a cambiare con il cambio del Sindaco, se la maggioranza che governa
rimane la stessa, per il semplice motivo che è un modo di gestire gli “affari”
del territorio che il partitone
contratta con soggetti rilevanti ai fini del consenso e sono quel tipo di
trattative che vengono meglio se non vengono esposte troppo alla luce del
sole e dove il Sindaco del partitone, anche che personalmente non fosse un
fiero sostenitore di questo modello di contrattazioni (improbabile), si riduce
sostanzialmente ad esserne il mero portavoce e firmatario finale.
Che i frutti
di queste trattative siano poi a vantaggio della collettività, è tutto da
vedere e lo vedremo presto anche con l’elaborazione del nuovo Piano della Ricostruzione
(che di fatto andrà a costituire parte integrante del nuovo PSC, cioè lo
strumento di programmazione urbanistica che sostituirà il PRG).
Ci saranno
(una c’è giù stata),lodevoli e multimediatiche presentazioni pubbliche, dove
verranno presentate decisioni già prese, forti dello slogan (altrui) “consumo
zero del territorio”, mentre chi da un diversi anni a questa parte chiede
effettivamente uno stop alla distruzione di territorio, potrà continuare ad ammirare
le realizzazioni che avanzeranno grazie a un PRG vecchio di vent’anni, le cui
capacità edificatorie sono state sfruttate solo per metà e si potrà quindi
andare avanti a cementificare, in nome di “diritti acquisiti” (in realtà acquisiti per nulla) che non saranno
parte dei nuovi piani (ovviamente “partecipati”).
Percorso inevitabile
(si accettano scommesse) a meno di non creare un’alternativa in grado di cambiare
veramente il modo di prendere decisioni in
questo Comune, caratterizzata da un onesto orientamento alla difesa dei Beni Comuni, intenzionata ad adottare reali strumenti di partecipazione e votata alla massima trasparenza su ogni decisione presa (e soldo speso).
Ma ovviamente, è giusto la mia opinione.
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