Dopo il dibattito
sulla vendita di AIMAG, dopo il referendum nazionale del 2011, dopo tutte le
chiacchiere fatte sulla fusione HERA-AIMAG, qualcuno ha capito che spazio
occupano i servizi pubblici nel dibattito fra candidati alle primarie del PD e
fra le altre forze che dovrebbero opporvisi?
Il Sindaco
Campedelli almeno ha avuto l’onestà intellettuale di dire sempre con chiarezza
che secondo lui l destino dei servizi pubblici locali deve risiedere in mano a
soggetti di dimensione almeno regionale, in un’ottica fatta tutta di
competizione di mercato e di “grande è bello”.
Si potrà
essere d’accordo o meno (io non lo sono: credo che le grandi multiutilities
siano la negazione anche del senso dell’espresseione “servizi pubblici locali” e
non c’è un indicatore economico o aziendale che sia uno che sia mai migliorato
nelle varie fusioni e fusioni di fusioni che hanno portato alla creazione dei
due colossi HERA e IREN, ma tant’è…).
Il punto è che ad oggi, il
tema è semplicemente scomparso dal dibattito politico carpigiano.
Cosa distinguerà i candidati sindaco dei partiti che si sono succeduti
al governo negli ultimi 15 anni e che, al grido di “L’Europa lo vuole” (falso)
hanno via via indebolito la possibilità per le comunità locali di controllare e
rendere efficienti i propri servizi, prima, e affossato i rsultati dei
referendum del 2011 poi?
Se (SE!) a
Carpi serve un’alternativa, potrebbe anche essere per poter tornare a parlare
di servizi pubblici locali (acqua, rifiuti, gas, energia) in senso veramente “locale”.
Sarà il caso che chi si candida a governare Carpi per i prossimi cinque anni ci
dica se la sua idea di gestione va verso il modello delle grandi multiutilities,
per le quali sono chiarissimi i costi per gli utenti e gli incassi, ma non è
sempre chiaro quali interessi servano, oppure se intendono riportare sotto il
controllo reale dei cittadini i servizi fondamentali per la nostra vita, come
alcune amministrazioni cercano di fare, opponendosi a venti anni di deriva
mercantilistica, che in realtà non ha fatto che creare oligopoli in grado di
riversare risorse sul sistema politico amministrativo, influenzandolo su
decisioni strategiche, alimentando il sistema in un circolo vizioso.
Il sentiero
per la gestione responsabile dei propri servizi e delle proprie risorse, per
gli enti locali, è stretto e accidentato da una politica nazionale che senza
differenze tra centrodestra e centrosinistra, ha sempre mirato a favorire la
creazione di questi centri di potere, ma qualcosa si può fare, se si vuole,
riscoprendo il gusto nel prendere decisioni per il bene delle comunità locali
che vogliono pagare il giusto pe ri loro servizi e vogliono aver chiaro di chi
sia la resposnabilità diretta della loro gestione.
Esempi di
questo tipo, piccoli e meno piccoli, in Italia e in Europa non mancano.
Si tratta di
una visione completamente differente e alternativa sia ai sostenitori dei megamostri
regionali che del “mettiamo tutto a gara” (dove con “gara” si intende ovviamente
una procedura dove si conosca già in partenza concorrenti e vincitore, come nel
caso della vendita di AIMAG a HERA).
Ma perché questa alternativa si affermi, bisogna che chi la vuole, si faccia avanti, nelle forme e nei modi che meglio crede.
Nessuno lo farà al posto suo.
Ne parliamo lunedì 20 gennaio, alle 21, auditorium Rustichelli (San Rocco).
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