E visto che da un po’ di tempo in qua, ogni orientamento
politico, che fosse elettorale o di appartenenza, l’ho fatto diventare
pubblico, tanto vale pubblicare anche l’esito
di cotanto cogitare sulle elezioni europee, per il selezionato pubblico di
questo blog.
Francamente non mi era mai capitato di essere così indeciso
ad una settimana dal voto, ma dato che non è nella mia natura votare scheda
bianca o addirittura starmene a casa, a qualche esito si doveva pur arrivare, e
quindi eccomi qua.
Domenica prossima, me ne tornerò dalla mia giornata di
lavoro in quel di Marina Romea e andrò a votare per Tsipras.
Un voto più con speranza che con convinzione, perché credo
che, per i pochi intimi che leggono questo blog, l’elenco di quello che ritengo
essere gli errori della sinistra e anche la confusione con la quale è nato questo
ennesimo assembramento, siano cosa ben nota (le trovate qui), e ho avuto il
piacere di dibatterne per tutta una serata in quel di Modena, partendo anche
dai bei libri di Matteo Pucciarelli, ma alla fine, come ormai in ogni voto da
un po’ di tempo in qua, provo ad applicare un approccio “utilitaristico” a
quelli che sono i miei valori.
Andando per punti:
1) Le europee non obbligano ad alleanze contronatura con chi
dice pere e poi ti fa mele, quindi il voto a “L’Altra Europa” si può fare, senza
doversi sorbire il corollario di un’alleanza con il PD, che potrà proseguire
nelle sue politiche neodemocristiane, insieme con i vari “nuovismi” della fu
sinistra europea, che di fatto hanno preparato la strada all’Europa che vediamo
oggi. (parlo del fu New Labour di Blair e della SPD di Schröder, oggi interpretata dall’incolore funzionarietto di partito Schulz) Una sinistra che asseconda i peggiori istinti di mercato, per me non è sinistra (e manco chi ci si allea). In questo caso, “L’Altra Europa” si pone in alternativa anche a quel blocco e tanto mi basta.
2) Contrariamente a Rivoluzione Civile nelle politiche 2013,
la lista Tsipras pare abbia concrete possibilità di superare lo sbarramento ed
ha evitato alcune coglionate viste nel 2013 con le candidature (avrebbe potute evitarne di più, a mio personale giudizio, ma fortunatamente esistono le preferenze).
3) Se il problema è il "pensiero unico" che caratterizza centrosinistra e centrodestra in Italia, l'unica altra alternativa a Tsipras sarebbe il M5S (che di sinistra non è, ma dichiara gran parte delle cose
che la sinistra dovrebbe fare), ma a questo punto, visto che il M5S ce la farà
benissimo a superare lo sbarramento, visto che Grillo vuole trasformare un’elezione
europea in una questione di regolamento interno di conti al sistema politico
italiano (cosa che, secondo me non si dovrebbe mai fare), visto che se il M5S
non arriva primo, magari è la volta buona che Grillo si leva di torno e lo lascia
crescere in modo veramente democratico anche a livello nazionale, come doveva essere in origine e non è mai stato, visto tutto questo e visto che, appunto,
per questo giro un’alternativa c’è, per questa volta potranno fare anche senza
il mio voto. Per le prossime si vedrà.
4) Infine, voto “L’Altra Europa” come sorta di ultimo
appello per la sinistra sparsa di questo paese, alla quale mi sento umanamente,
prima ancora che politicamente, di appartenere.
Questa può essere la volta buona in cui si riparte da capo, rimettendosi intorno ad un tavolo e partendo dalle cose da fare, preoccupandosi di queste e della propria coerenza, prima che di un posto in giunta in regione o in comune.
Certo la presenza di SEL da questo punto di vista non invita, ma ormai, ogni voto che si fa è una scommessa sulla fiducia, così come ho scommesso sul M5S (e sui voti parlamentari a me non hanno ancora deluso, ma mi deludono per il percorso politico di quell’organizzazione che è ormai del tutto deragliato), ora scommetto su questa possibilità.
Questa può essere la volta buona in cui si riparte da capo, rimettendosi intorno ad un tavolo e partendo dalle cose da fare, preoccupandosi di queste e della propria coerenza, prima che di un posto in giunta in regione o in comune.
Certo la presenza di SEL da questo punto di vista non invita, ma ormai, ogni voto che si fa è una scommessa sulla fiducia, così come ho scommesso sul M5S (e sui voti parlamentari a me non hanno ancora deluso, ma mi deludono per il percorso politico di quell’organizzazione che è ormai del tutto deragliato), ora scommetto su questa possibilità.
Per me l’importante è che sia proprio un “qualcosa”
diverso da quello della politica politicante che ha contraddistinto anche gran
parte del ceto politico della sinistra italiana, che si rinnovi, decida di
intraprendere un cammino di lungo corso che, come quello di Syriza in Grecia,
dato che ne prendiamo a prestito il leader, che passi attraverso la capacità di
capire che non ci siede al tavolo del potere fino a quando non si è stati in
grado di costruire un consenso reale nella società, dicendo e facendo le cose
giuste (a costo di sacrificare qualche posto per la tua classe politica).
Vi do il mio voto, “geniali dilettanti in selvaggia parata”,
come scelta di parte, ma vedete di
usarlo bene, perché non sarà in bianco (come sempre).
(P.S.: fin che ci siamo ecco anche le mie preferenze, dato
che nella scelta bisogna essere attenti: Stefano Lugli, perché credo che l’onesto
e disinteressato impegno politico a livello locale gli vada riconosciuto e l’ho
sempre visto dalla parte giusta su tutti i temi che mi hanno interessato.
Vabbè è un comunista, ma del resto nessuno è perfetto.
Vabbè è un comunista, ma del resto nessuno è perfetto.
Paola Morandin perché forse sarebbe ora che qualche operaia
o operaio tornasse a sedere nelle nostre istituzioni per ridare un po’ di
dignità al concetto di lavoro.
Eduardo Salzano, per la sua idea di un’urbanistica “umana” ,
che avremmo avuto occasione di applicare a Carpi se la nostra ex sinistra non
fosse culo e camicia con il partito del cemento.)
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