La prima, sul pubblico, a fine serata la sala Loria la sala
era quasi piena per i posti a sedere, ad un rapido sguardo, non meno di un
terzo del pubblico era fatto di candidati al consiglio comunale, una cosa che
da pensare se paragonata alla medesima iniziativa fatta cinque anni fa, presso
l’Hotel Mercure.
Non ho memoria della capienza di quella sala, che direi
perlomeno uguale a quella della Loria, ma mi pareva che ci fosse decisamente
più “ressa”, per di più in una sala fuori dal centro.
La politica degli ultimi cinque anni evidentemente non ha
aumentato né senso civico né voglia di partecipare da parte dei cittadini,
perlomeno non in questa forma. Però attenzione, se il carpigiano medio vuole
continuare a conservare il proprio diritto a lamentarsi senza mai scollare il
culo dal divano per organizzarsi e pretendere di essere partecipe al “gioco del
potere”, francamente poi si merita anche la degenerazione del suo sistema di
rappresentanza.
Invocare ad ogni piè sospinto la “lontananza dei politici”,
senza mai prendersi la responsabilità di cercare di capire come funzionano le
nostre istituzioni a partire da quelle più vicine a noi, è molto comodo e molto da "italiano medio".
Veniamo a quello che è uscito ieri sera, ovviamente a mio
opinabilissimo giudizio.
L’impressione generale è che in questa campagna elettorale
tutti usino più o meno le stesse parole d’ordine. La prima differenza è che c’è
chi è più credibile (e forse anche titolato) di altri nell’usarle.
Sembrano tutti d’accordo sul
nuovo PSC a “consumo zero di suolo” e a rimettere in discussione anche
quello che è stato previsto dal vecchio PRG non ancora costruito.
Ecco, che il candidato Bellelli dica una cosa del genere,
può essere visto sia come un grande passo avanti nella presa di coscienza del
partitone che non si può proseguire lungo la strada che ha caratterizzato il
suo modello di governo fino a ieri sera, sia come una colossale presa per i fondelli
elettorale, dato che dice queste cose un candidato sindaco che per dieci anni è
stato in giunta e non ci risulta che abbia mai detto “bau” ad ogni piano
particolareggiato che colava chilometri quadri di cemento sul nostro
territorio, per costruire case e capannoni più legati ad esigenze speculative
che a necessità reali.
Ora che il danno è fatto, si diventa tutti ecologisti.
Un po’ troppo facile, a mio parere. Andate a vedere anche
cosa rispondeva l’assessore Tosi fino a che ero anche io in consiglio, quando si
parlava di rimodulare quanto previsto dal PRG, andate a vedere cos’è che
relamente il PD ha “contrattato” con i costruttori dell’area Oltreferrovia ed
ha poi avuto il coraggio di venderlo come “primo mattone del Parco Lama” e dato
che il ceto politico che il PD candida ad amministrare Carpi è esattamente lo
stesso che ha governato con Campedelli, vediamo di non farci prendere troppo in
giro.
Detto questo, grattando dietro la patina del “siamo tutti
per il consumo zero di suolo”, le differenze saltano subito fuori, come anche
sul tema delle infrastrutture.
Tutti a dire che servono ciclabili e mobilità sostenibile,
ma qua, la faccia la perdono appunto sia PD, che ha costruito chilometri e chilometri di ciclabili fatte da chi evidentemente odia i ciclisti (ne riparleremo in altro post), che gli "orfani" del PDL.
Dal 1999 si legge in campagna elettorale che il nostro
sistema di trasporti è sbilanciato sul trasporto su gomma, che è costoso e
inquinante, che la ferrovia da Novi a Modena potrebbe essere “naturalmente” la
nostra metropolitana di superficie, che il futuro della logistica è
nell’intermodalità, poi qual è la soluzione?
Tutti a chiedere soldi in regione e provincia per nuove
strade, a fare gli elogi della CISPADANA, infrastruttura che divorerà centinaia
di milioni di risorse pubbliche, insomma, PD e vassalli, partiti di destra
variamente declinati, tutti a dirsi che vogliamo cambiare e innovare e lo
faremo come? Bruciando le ultime risorse di un sistema pubblico indebitato
facendo esattamente quanto è stato fatto fino ad oggi: asfalto e cemento,
cemento e asfalto.
Chiaro invece il nostro punto, ribadito onestamente anche da
Sara di fronte alle associazioni di categoria che usano la stessa logica: in un
momento di risorse limitate, bisogna pensare a cosa potrebbero servire in
termini di capacità di far ripartire le nostre imprese, consentire a lavoratori
espulsi dal mondo del lavoro e giovani che vogliono partire con idee
innovative, i milioni che i partiti al potere di questo paese, regione e comune
stanno bruciando in infrastrutture vetuste e utili solo per chi le costruisce e
che ua volta finite ti riconsegnano un paese “asfaltato”, una manodopera da
ricollocare e le casse pubbliche vuote.
Qua la differenza, tra i partiti di governo nazionale e
locale degli ultimi anni e una lista che punti veramente al “bene comune”, con
un minimo di lungimiranza, c’è e si
vede.
Così come si vede la differenza su un approccio contenuto
nel documento di Rete Impresa, sul tema dei servizi pubblici. Parola d’ordine
(sposata da PD, centrodestra e anche Carpi Futura) è “esternalizzare”.
Venti anni di esternalizzazioni, di predominanza dell’ideologia
liberista di mercato (anche nel partito che una volta fu dei diritti dei
lavoratori), anche davanti all’evidenza di questa crisi, continuano a far
credere che sia lo smantellamento dei servizi pubblici, la salvezza di questo
paese.
Per chi invece crede che sia giusto avere servizi pubblici
efficienti (e pretenderli!), gestiti non da lavoratori precarizzati, e
sottopagati, guidati da pochi dirigenti strapagati, a cui affidare l’educazione
dei nostri figli o la cura dei nostri anziani, a chi crede che non sia giusto
favorire gli appetiti speculativi del libero mercato sui beni essenziali come
acqua, energia e servizi ambientali, noi rispondiamo che bisogna stare molto
attenti rispetto quale parte scegliere, in queste elezioni e gli diciamo che
un’alternativa credibile e concreta c’è.
Vale la pena fare uno sforzo di partecipazione e provare a
venire a conoscere da vicino idee e persone in campo, misurarne la credibilità
e soprattutto occorre portare le proprie di idee e metterle in comune.
Carpi Bene Comune nasce in questo modo e in questo modo
continuerà a lavorare, e si impegnerà a farlo anche dal governo della città,
come strumento di cambiamento reale, su valori chiari, senza capibastone vicini
o lontani a cui rendere conto, se non i
cittadini che vorranno contribuire, con il loro impegno e il loro voto.
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