Sulla Prima
Pagina di oggi leggo del candidato presidente Bonaccini che si lamenta di
vedere pochi candidati alle regionali in giro a fare campagna.
In effetti
mica tutti prendono l’indennità da consigliere regionale per stare in giro
dalla sera alla mattina a smollare volantini e incontrare influenti
rappresentanti di associazioni di categoria e altri garanti di pacchetti di
voti, tra una Leopolda e l’altra, ma proprio per dare un piccolo contributo a
sedare le preoccupazioni del vecchio (ex) mio compagno, perdiamo un po’ di
tempo per far conoscere i candidati alle regionali, da un'ottica carpigiana che,
ricordiamolo, non manda rappresentanti in regione dal 1995, quando Cigarini
mancò (meritatamente) la riconferma.
L’Altra Emilia Romagna: niente
professionisti della politica, molta passione
Essendo un’analisi
del tutto imparziale, parto ovviamente dalla lista che intendo votare e che ho
sostenuto per la raccolta firme.
Come per
tutti gli altri candidati regionali di AER, i criteri per la formazione della
lista erano chiari: niente ex consiglieri regionali, parlamentari,
amministratori.
In altri
termini, per dimostrare che effettivamente si tratta di un’operazione nuova, in
linea con quanto fatto alle europee, fuori i professionisti della politica e
avanti con chi la politica la fa da anni, fuori e dentro i partiti, in modo
disinteressato, per il proprio territorio e i propri ideali, con un minimo di
coerenza fra valori dichiarati e scelte amministrative da perseguire.
Per quanto
riguarda Carpi, mi era stato chiesto di fare parte della lista, ho rifiutato (per
me una campagna elettorale all’anno è sufficiente, avendo già fatto quelle per
le amministrative) e direi che ho fatto
bene visto che in questo modo è emersa la disponibilità di Gloria Bigliardi, operaia,
storica attivista dei movimenti per i diritti delle donne, volontaria del
centro antiviolenza Vivere Donna.
Insieme a
Stefano Lugli, di Finale Emilia, che già riscosse un buon successo personale in
termini di preferenze alle ultime europee, a riconoscimento di un impegno per i
temi del territorio che va ben aldilà della sua appartenenza a Rifondazione
Comunista (nessuno è perfetto), saranno la mia accoppiata di preferenze.
La sfida è
durissima, serviranno davvero tanti voti per riuscire a mandare un eletto anche
da Modena, ma per chi vuole veramente un diverso modello di gestione del
territorio, la tutela dei servizi pubblici e politiche attive per il lavoro e
lotta per la legalità, le alternative sono poche: o si riparte da questo
progetto di rilancio di una nuova forma di sinistra politica in questo paese, o
si rimane a traino di chi oggi ci porta ad elezioni anticipate (e provate a
ricordarvi perché).
Il partitone piazza tutti funzionari
Degli otto
candidati in provincia di Modena, quattro , se non venissero eletti, sarebbero a
carico delle casse (esangui) del partitone.
Non è un
caso infatti se a questo giro non c’è stato posto per “ggiovani” e outsider,
qua ci sono degli stipendi da risparmiare e anche gli pseudo tagli dei (finti)
rimborsi elettorali decisi dal governo Renzi, devono avere indotto alla
prudenza la direzione del partitone modenese.
Infatti
viene scartato Paolo Trande, che di suo un mestiere ce l’ha e in effetti gode
di una popolarità a Modena che rischiava di farlo eleggere e avanti con Luciano
Vecchi, Palma Costi (che ha capitalizzato al massimo la sua finta candidatura
alle primarie e il relativo ritiro, guadagnando il posto di capolista) , l’ex
segretario comunale di Modena Boschini (se non ricordo male però lui doveva
essere prima funzionario a termine, poi è diventato assessore e adesso, oplà,
rieccolo in pista) e il “nostro” Enrico Campedelli, ultimo segretario comunale
della FGCI ancora ventenne e da allora sempre funzionario di partito (in aspettativa per i dieci anni fatti da sindaco).
Oddio, nel2010 il partitone carpigiano fece campagna per convincerci che fosse Palma Costi la candidata di Carpi, che la cosa fosse un po’ tirata per i capelli lo
conferma anche il fatto che
(misteriosamente) quest’anno non verrà presentata come tale nelle “doppiette” per le preferenze, eppure non risulta
che né lei abbia cambiato residenza, né Carpi si sia spostata, ma vabbè, questa è la “geografia”
variabile del partitone...
Campedelli
non corre grossi rischi, specie se con il premio di maggioranza, il partitone
riuscirà a mandare da Modena quattro consiglieri anziché tre, ma tanto per
stare dalla parte dei bottoni, tutto l’apparato carpigiano del partitone e assessori in carica in primis,
sono impegnati pancia a terra per la sua candidatura (che tanto per alcuni,
fare l’assessore è sempre stato sinonimo di fare campagna elettorale
permanente, quindi la cosa non stupisce).
Il Movimento 5 Stelle Carpi non sa manco dov’è
Nel 2010,
per il M5S, Modena mandava in consiglio
regionale Giovanni Favia, Bologna Andrea De Franceschi, con uno strascico di
polemiche interne (a mio parere ingiustificate) sulla scelta del collegio modenese
per il primo, che portò alla prima spaccatura del Movimento, con espulsione
(sempre a mio parere all’epoca strameritata) di Vittorio Ballestrazzi, che
sosteneva l’elezione della prima dei non eletti Sandra Poppi (a questo giro
candidata con AER),.
Sembrano
passati secoli, e il buon lavoro iniziale dei due eletti in regione, è andato
disperso nei contorcimenti e diatribe interne del movimento (che peraltro paiono non cessare neanche in
questi giorni a Bologna) e nel frattempo è diventato sempre meno movimento di “cittadini attivi” e sempre più
fan club di Grillo, impedendosi così qualsiasi possibilità di superare la
soglia del 20%.
Questa volta, molto più saggiamente si sono evitate candidature multiple,
la candidata alla presidenza è oggettivamente una donna tosta e preparata, ma
per quanto riguarda la lista degli otto candidati in provincia, Carpi ne esce
con le ossa rotte: nessun candidato.
Nelle loro
primarie per le regionali, il primo carpigiano (Marcello Gadda) lo ritroviamo, se non ricordo male, al dodicesimo posto, .
Tenuto conto
delle dimensioni del nostro comune e del fatto che comunque è stato uno dei primi ad avere rappresentanti del M5S
in consiglio comunale (il sottoscritto in condivisione con Rifondazione Comunista,
poi il “grillino” per eccellenza Andrea Losi, primo animatore del gruppo
carpigiano da tempo immemore, oggi uscito pubblicamente dal gruppo ma rimasto comunque strenuo sostenitore del movimento), la cosa si può spiegare
in tre modi: i candidati carpigiani non
sono particolarmente ben radicati nel loro territorio al punto che gli iscritti
carpigiani al fantomatico portale
grillesco gli preferiscono altri (come probabilmente ha fatto appunto Losi),
oppure non godono dei favori del resto della provincia dove gruppi più
organizzati hanno tirato la volata per i propri candidati o in realtà sono pochi i carpigiani iscritti al portale.
In effetti,
l’idea (buona) di far selezionare i candidati con lo strumento delle elezioni
in rete, cade miseramente sui “limiti” organizzativi del M5S (o più propriamente,
sui limiti organizzativi che chi governa il M5S a livello nazionale ha voluto
mettere al sistema di selezione).
Tempi e modi
per le candidature decisi all’ultimo minuto, criteri di volta in volta
opinabili e mutevoli, comunque decisi solo dall’alto, nessuno che sappia in
realtà quanti e chi siano i “cittadini” iscritti e con diritto di voto.
Sia come sia,
il M5S snobba Carpi e qualche domanda a riguardo gli attivisti carpigiani se la
dovrebbero fare.
Sicura l'elezione di un candidato da Modena, dopo la “sorpresa” del
2010, in caso di un improbabile risultato eccezionale (diciamo sopra il 20%),
potrebbero rischiare anche di eleggerne due.
Sia come
sia, c’è da sperare che fra quelli ci siano almeno o Simone Giovanardi o Carlo
Valmori, anche loro attivisti storici, che garantirebbero un legame con l’aerea nord
della provincia, per marcare i temi della ricostruzione post terremoto e post
alluvione, oltre agli altri classici del M5S (non esprimo la mia preferenza fra
i due che conosco entrambi, per questioni scaramantiche e perché più che
aiutare danneggerebbe l’interessato, visti i miei trascorsi ).
Vari ed Eventuali
Nella lista provinciale di SEL si candida
l’assessore carpigiano Cesare Galantini.
Ora, aldilà
delle qualità personali del candidato, viene veramente da chiedersi perché il
partito accessorio del PD (che lo indossa o lo smette a seconda delle mode di
stagione), dovesse proprio candidare un assessore fresco di nomina.
Se credono
veramente di poter mandare un candidato modenese in regione contando sui
rimasugli dei premi di maggioranza concessi dall’alleanza con il partitone, non
si capisce perché mandare una persona che ha appena assunto un incarico
importante in un comune che non è proprio fra i minori.
Se è solo
una candidatura di bandiera, ci si chiede se a Carpi i militanti di SEL siano
così a corto di bandiere da dover utilizzare nome e volto di una persona che
dovrebbe essere impegnata per tutta la cittadinanza e non a fare campagna
elettorale per una sola parte, ma su questo, come si diceva, è in buona
compagnia.
Malcostume, mezzo gaudio (per
loro).
Restando
agli alleati del PD, si presenta anche
una lista pseudocivica (Emilia Romagna Civica) che in realtà raggruma i resti di Verdi, Socialisti e
(udite udite!) Scelta Civica di Monti (pare esistano ancora anche loro).
Per Carpi
non ci sarà nessun esponente dell’ala “avellinese” dei Verdi che furoreggiava
ai tempi di D’Addese, e che alle scorse regionali si permise, con il
consigliere comunale Savino, di stracciare in preferenze pure quel Massimo
Mezzetti poi divenuto assessore
regionale, in quanto garante del patto d’acciaio PD-SEL in regione e in tutti
comuni grandi e piccoli (all’epoca SEL e Verdi erano insieme, oggi non più, amore
che vieni, amore che vai…).
Se non altro
questa volta il capolista provinciale è un vero ecologista, uno dei padri del movimento
per l’agricoltura biologica in regione, Antonio Compagnoni.
Possibilità
di elezione a Modena abbondantemente sotto lo zero, ma è probabile che la
lista, a livello regionale, miri ad avere un posto in giunta (e in questo caso,
le anime pure come Compagnoni non avranno chances. Passerà uno scafatissimo rottame socialista o qualche verde bolognese
più ammanicato).
In
opposizione al partitone invece si presenta la lista civica (questa onestamente
sì) Liberi Cittadini.
Operazione con un programma del tutto similare a quello di Altra Emilia
Romagna (e viene da chiedersi perché non sia stato possibile un percorso
unitario).
Tra i loro
promotori, massimo rispetto per il
romagnolo Davide Fabbri, ecologista impegnato e coerente di lunga data, ma l’operazione
è veramente senza speranza, tenuto anche conto che non potranno presentarsi in tutte le province.
Fra i promotori ci sono anche Favia e la Salsi (non candidati, il chè è un bene).
Candidati in
provincia a me sconosciuti, chiedo venia, spero abbiano modo di presentarsi
loro.
Fratelli d’Italia
candida l’ex consigliere comunale Antonio Russo, noto “bullatore” di studenti
liceali e provocatore alle iniziative altrui come alla recente presentazione
del libro della Sgrena organizzata da SEL .
Per lui e
tutto il centrodestra, stendiamo il meritato velo di oblio (fatto salvo un
probabile rianimarsi delle liste leghiste che forse riprenderanno una parte dei
tre quarti di voti persi negli ultimi cinque anni).
Nuovo Centro Destra: vabbè dai, la vita è troppo breve e io ho già scritto pure troppo.
In conclusione…
Bonaccini
sarà il prossimo presidente, sicuramente il meno votato dagli emiliano-romagnoli, ma
passerà comunque, perché in questa situazione il PD riuscirebbe a vincere anche
se avesse candidato il famoso cavallo di
Caligola (e forse sarebbe stato meglio).
Ma è
importante che non stravinca, sia per tagliare qualche unghia ai molti appetiti
cementificatori e sulle multiservizi di marca PD, sia per mandare un messaggio
a quel fenomeno di Renzi, che a capo di una coalizione eletta da nessuno, è
bravissimo a usare come legittimazione qualsiasi altra elezione che veda il PD
primeggiare, in un totale sprezzo della logica (e del pudore) istituzionale.
Chi è
contento di come vanno le cose, può quindi votare per PD e alleati o starsene a
casa.
Chi crede
che l’Emilia Romagna si meriti veramente una speranza di cambiamento e di
svolta in termini sociali e ambientali nella gestione del nostro territorio,
farà bene ad andare a votare e votare per L’Altra Emilia Romagna.
Oggettivamente
e imparzialmente parlando, ovvio.
Puoi votare tranquillamente PD perchè tanto il tuo voto a quella lista alla fine al PD va a finire, come è successo alle comunali dove chi vi ha votato ha dato la possibilità al PD di avere il 15° seggio. Complimenti, bella analisi. Sai anche dirmi perchè Losi non si è candidato? Magari poteva essere lui il candidato M5S di Carpi?
RispondiEliminaIl commento riesce a cozzare contemporaneamente con la matematica oltre che con un minimo di logica politica.
RispondiEliminaIl M5S a Carpi raccoglie più consensi alle europee che alle comunali, votate nello stesso giorno.
Sempre nello stesso giorno, Carpi Bene Comune si "spartisce" con ogni probabilità i voti de L'Altra Europa con Sinistra Ecologia e LIbertà (questo per la matematica), la sua assenza alle comunali avrebbe tuttalpiù consegnato un po' di consensi al non voto, dato che i suoi elettori evidentemente non erano disponibili a votare nè PD nè M5S (questo per la logica), Nelle analisi del voto è sempre pericoloso considerare i voti come sacchi di fagioli che si possano spostare da una parte all'altra e anzi vale la pena sottolineare che a Carpi, dal 2009 ad oggi, i consensi raccolti dal M5S, con qualsiasi candidato e in presenza di qualsiasi lista avversaria, sono sempre stati un poco inferiori alla media regionale.
Per come la vedo io, l'impostazione data da Grillo al M5S ne ha fatto una forza che è impedita nella crescita, dato che per votarla oggi come oggi bisogna avere un robusto stomaco "grillino", ed evidentemente a Carpi i grillini sono destinati a non essere mai più del 20% della popolazione (anzi, vado a memoria, ma mi pare che al 20 non ci siano ancora arrivati)
Circa le vostre candidature interne: io ho fatto una semplice constatazione: il primo comune della provincia non esprime candidati, mettendo tre cause possibili.
Credo che la candidatura di Losi non avrebbe cambiato la situazione (essendo personaggio poco diplomatico, non ha mai goduto particolari consensi neanche lui nei gruppi provinciali e non gli è mai interessato averne, in più mi resta il dubbio che siano proprio gli iscritti carpigiani al portale grillesco ad essere in pochi).
In ogni caso, visto il risultato delle parlamentarie del 2012, non credo che la candidatura di Losi avrebbe spostato qualcosa nel 2014, ma dato che se non fosse stato per lui, a Carpi il M5S manco sarebbe partito, la sua uscita qualche effetto l'avrà avuto).
Le motivazioni della sua "dipartita" (ma solo dal grupp carpigiano, Losi si dichiara ancora fermo sostenitore del M5S come progetto nazionale) sono state dibattute lungamente e pubblicamente su fb, ma dato che attengono strettamente al capitolo "infinite beghe interne del M5S a livello nazionale e locale", francamente in questo articolo non erano particolarmente rilevanti (e per essere precisi, a mio modo di vedere, raramente assumono qualsivoglia rilevanza, per qualsivoglia forza politica. Motivi per discutere ce ne sono sempre a iosa, al limite possono essere interessanti gli esiti per chi guarda il M5S da fuori e per i suoi potenziali elettori.
Per inciso gli esiti che interesserebbero a me sono diametralmente opposti a quelli che piacerebbero a Losi, dato che io auspico un M5S "degrillizzato", nella sua organizzazione interna e nel suo modo di darsi regole e interlocutori.
Nel frattempo mi impegno sulle possibili alternative, quando ci sono e nei limiti delle mie forze e capacità, poi sarà il tempo a dire se e dove ci si tornerà a incontrare (ma questo credo sia poco rilevante per i quattro lettori di questo blog).