Fiducia sulla legge elettorale: è ora di "scegliersi la parte"

Porre la fiducia sulla legge elettorale, dopo che i voti sulle questioni di costituzionalità di stamattina hanno dimostrato che la maggioranza (purtroppo) tiene, e considerato che non c'è nessuna urgenza a riguardo è il segno del cinismo e del disprezzo per la democrazia parlamentare di un leader miserabile.
Abbiamo visto e sentito elettori e militanti piddini, celebrare il 70° della Liberazione, che si accetti dal proprio leader di fare della Costituzione, che di quella lotta è figlia, polpette, senza dire una parola, francamente rende il tutto molto ma molto ipocrita e conformista.
Non era per rivedere un "Acerbo" bis, che tanti giovani in Italia diedero la loro vita settanta e più anni fa.
Renzi e il PD (tutto, se non si vedrà in fretta levarsi voci non tanto da leaderini decotti che fanno manfrine incomprensibili in Parlamento, ma dalle sezioni, dai militanti, dalla "base"), hanno fatto di una delle  regole istituzionali fondamentali  una questione "governativa" e non di confronto parlamentare, lo hanno fatto per motivi tutti loro di gestione del potere, ritorno mediatico e sostanziale cinismo (hanno sempre detto che avrebbero valutato l'uso della fiducia dopo il voto sulle pregiudiziali di costituzionalità. Dopo avere incassato questo senza problemi, pongono la fiducia lo stesso, da veri meschini).

Se questo è il quadro personalmente,  la divisone "di parte" dal partitone, si accentua ulteriormente.
Resta da chiedersi se sarà solo "politica" rispetto ad una classe dirigente arrivista e affamata di potere o se non stia diventando "antropologica", nè più nè meno come quella che mi separa da sempre dalle destre "storiche".

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