Dato che, contrariamente ad altri (tipo quelli che scrivono a favore del taglio degli F35 e poi tacciono quando il loro governo aumenta le spese militari, oppure ti chiamano a votare un leader e poi tacciono quando questo esce dal partitone giudicandolo irriformabile, o fanno le feste Ecodem celebrando la costruzione di quattro autostrade in regione), a me piace prendermi la responsabilità di quello che scrivevo uno o due anni fa e non far finta di niente, prima della beatificazione di Errani in vita a mezzo social, che sta avvenendo in rete in queste ore, mi sono andato a guardare cosa scrivevo mesi fa e forse è il caso di ricordare agli estensori entusiasti di post, circa lo "scagionamento" di Errani dall'inchiesta "Terre Emerse", un paio di cose.
La prima è che la Cassazione, in teoria non dovrebbe dare un giudizio di merito e non può dire che Errani è scagionato dalle accuse (certo, è vero, dice che il processo d'appello è stato gestito male, ma è un po' diverso dal dire che non ci fossero gli elementi perchè si andasse a processo ...).
La seconda cosa, molto più rilevante, per me, è che il finanziamento alla cooperativa presieduta dal fratello del presidente della regione, ci fu.
Quello è un fatto giudiziario da quale non si esce: vennero fatte carte false, per consentire a quella cooperativa un finanziamento che non avrebbe dovuto avere.
Che poi su questa vicenda non ci siano state altre illegalità compiute dall'Errani (Vasco), non può che far piacere, ma come già scrissi un anno fa, ed infinite volte sui social, il punto, in un paese decente, non è la mera questione legale, ma se si ritenga credibile un presidente di regione, che si dichiara ignaro di un finanziamento illegale alla cooperativa presieduta dal fratello e non se ne assuma la responsabilità, non in virtù di una sentenza ma, al solito, di una questione di opportunità politica.
L'attaccarsi alla formalità giudiziaria, in una vicenda di questo tipo che in qualunque altro paese civile sarebbe comunque stato uno scandalo inaffrontabile per un politico, è il realtà il segno che non siamo un paese normale.
Senza dubbio Errani è stato parecchie spanne sopra al Penati (braccio destro del fu segretario Bersani) che prima disse di rinunciare alla prescrizione poi non lo fece, o al De Luca che grida "me ne frego" della Severino, ma prima di farlo santo e martire, cercare di ricordarsi qual'era il succo della "questione morale" di berlingueriana memoria, non farebbe male.
"Classe digerente", scrivevo meno di un anno fa, o dedicavo "Il palo della banda dell'ortica" al distratto Errani (Vasco) ancora prima (qui ritratto con il consigliere Monari, quello che si faceva rimborsare cene da 100€ a testa con i soldi della regione).
Rileggo ora, e francamente mi pare sia tutto confermabile, proprio perchè, come si suol dire, per me la questione era (ed è) etica e politica, prima (e più) che giudiziaria.
La prima è che la Cassazione, in teoria non dovrebbe dare un giudizio di merito e non può dire che Errani è scagionato dalle accuse (certo, è vero, dice che il processo d'appello è stato gestito male, ma è un po' diverso dal dire che non ci fossero gli elementi perchè si andasse a processo ...).
La seconda cosa, molto più rilevante, per me, è che il finanziamento alla cooperativa presieduta dal fratello del presidente della regione, ci fu.
Quello è un fatto giudiziario da quale non si esce: vennero fatte carte false, per consentire a quella cooperativa un finanziamento che non avrebbe dovuto avere.
Che poi su questa vicenda non ci siano state altre illegalità compiute dall'Errani (Vasco), non può che far piacere, ma come già scrissi un anno fa, ed infinite volte sui social, il punto, in un paese decente, non è la mera questione legale, ma se si ritenga credibile un presidente di regione, che si dichiara ignaro di un finanziamento illegale alla cooperativa presieduta dal fratello e non se ne assuma la responsabilità, non in virtù di una sentenza ma, al solito, di una questione di opportunità politica.
L'attaccarsi alla formalità giudiziaria, in una vicenda di questo tipo che in qualunque altro paese civile sarebbe comunque stato uno scandalo inaffrontabile per un politico, è il realtà il segno che non siamo un paese normale.
Senza dubbio Errani è stato parecchie spanne sopra al Penati (braccio destro del fu segretario Bersani) che prima disse di rinunciare alla prescrizione poi non lo fece, o al De Luca che grida "me ne frego" della Severino, ma prima di farlo santo e martire, cercare di ricordarsi qual'era il succo della "questione morale" di berlingueriana memoria, non farebbe male.
"Classe digerente", scrivevo meno di un anno fa, o dedicavo "Il palo della banda dell'ortica" al distratto Errani (Vasco) ancora prima (qui ritratto con il consigliere Monari, quello che si faceva rimborsare cene da 100€ a testa con i soldi della regione).
Rileggo ora, e francamente mi pare sia tutto confermabile, proprio perchè, come si suol dire, per me la questione era (ed è) etica e politica, prima (e più) che giudiziaria.
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