“Il consumo di suolo (…) è il
sintomo. La malattia sta nelle pieghe dei modelli culturale,
economico e urbanistico. La cura parte dalla conoscenza, dalla
coscienza e dalla consapevolezza”
Questa citazione, che appartiene alle
pagine finali del libro di Paolo Pileri, per me ne rappresenta la
sintesi migliore.
Che cosa c'è sotto è un ottimo
esperimento che unisce divulgazione scientifica e impegno sociale, su
un tema di cui molti parlano ma spesso senza riuscire a chiarire le
vere questioni in gioco, quando si tratta di spiegare cosa vuol dire
“consumare” suolo (e anche cosa vuol dire “suolo”)
Paolo Pileri, professore del
Politecnico di Milano, inquadra prima l'argomento dal punto di vista
di una corretta definizione scientifica di cosa sia il suolo, di
quali siano i servizi che rende a noi che ci camminiamo sopra, spesso
ignari, e cosa effettivamente si perda, anche da un punto di vista
economico, con una sua cementificazione che i numeri ci dicono essere
non necessaria e che ha conseguenze irreversibili su un patrimonio
che è un bene finito, non rinnovabile.
Libro fortemente consigliato a chiunque
ritenga necessario cambiare “qualcosa” nel nostro modo di
gestire il territorio, sia perchè è una discreta fonte di dati e
di esperienze concrete, sia perchè trasuda di una passione civile ed
etica, che sarebbe ora tornasse ad essere determinante nell'agire di
tutti i cittadini, delle organizzazioni economiche, degli
amministratori pubblici locali e non, perchè l'unico modo per
difendere questa risorsa (e garantirci una qualità di vita migliore
per noi e le prossime generazioni) è diffondere la conoscenza di
quanto realmente valga un ettaro di terreno, prima di finire nelle
mappe di quelli che una volta si chiamavano Piani Regolatori, dove
poteri economici e burocrazie pubbliche, segnano con una riga, quali
e quanti ettari di suolo naturale o agricolo possano essere
.trasformati in aree urbane, secondo logiche che perseguono più
singoli interessi economici che l'interesse comune (non a caso
Pileri, nella stessa pagina da cui ho tratto la citazione qua sopra
cita non estremisti “ecologisti” o altri “velleitari”, ma un
economista come Federico Caffè,così come, in diverse altre pagine,
ricompare spesso un'altra figura che non ti aspetti di vedere citata
in un libro che parla di suolo e gestione urbana, come Calamandrei.
Due note a latere: il libro è frutto
di un progetto di crowfunding (e ora che l'ho letto sono molto
felice, nel mio piccolo, di avervi partecipato) e l'autore è uno dei
promotori di VENTO, la dorsale ciclabile Venezia -Torino, l'unica
“grande opera” di cui questo paese avrebbe veramente bisogno per
stimolare un'economia che duri e sia riproducible anche per le
prossime generazioni.
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