Con un certo qual stupore, oggi mi sono ritrovato nella mia casella email un messaggio con mittente "On. Pippo Civati", che vi incollo qui di seguito:
Caro Lorenzo,
grazie mille delle righe che hai dedicato a Possibile e al sottoscritto. L'idea dalla quale siamo partiti e che coltiviamo tuttora è quella di costruire un soggetto che sia autonomo e libero nel pensiero e nell'azione, che non si faccia condizionare dalle spinte del potere, ma che, allo stesso tempo, sia capace di dialogare, con l'obiettivo di costruire un programma di governo condiviso da più parti, che siano partiti, associazioni, movimenti civici, singoli cittadini.
Così come coltiviamo la nostra autonomia, allo stesso modo non chiediamo ad alcuno di aderire a questo progetto in maniera incondizionata, ma chiediamo di esprimere il proprio pensiero (la propria libertà) nell'individuazione non solo dei problemi, ma delle soluzioni alle questioni che riteniamo più centrali per la sinistra e per il paese: uno schieramento che deve essere necessariamente largo e laico, capace di unirsi a partire dalle sfide da affrontare. E penso al lavoro e ai robot, all'elusione delle multinazionali e alla questione migratoria, alla tutela dell'ambiente e alla cosiddetta democrazia energetica. E oltre.
Unirsi intorno a un progetto culturale, politico e elettorale (e non intorno ai cognomi) è per noi la condizione ineliminabile e imprescindibile per ritrovarci nella stessa idea di paese cui aspirare e da lasciare in eredità ai nostri figli. E' questa la sfida che proponiamo a tutti.
Un saluto caro,
pippo
Tenuto conto
che lo avevo stalkerizzato in modo molto limitato (un paio di email, un paio di
tag in dieci giorni…), francamente non mi aspettavo che rispondesse.
Quel che è
peggio è che la sua riposta al mio post è garbata nei toni e, ahimè, onesta nei contenuti,
quindi tocca pagare pegno, nello specifico una tessera e un 2 per mille (non
vedo l’ora di vedere la faccia della mia nuova commercialista, che dovrà
riempire quella casella, oltre a quella
per una misconosciuta cooperativa sociale di commercio equo quale la Bottega
del Sole e quella dell’ 8 per mille ai Valdesi, da irriducibile agnostico…).
Tagliando
corto con le facezie, come è sempre stato in precedenza, con la convinzione che
la politica debba sempre essere partecipata, in modo o nell’altro, anche a
bassa intensità come posso in questa stagione, faccio anche questo atto di
fiducia verso Possibile e verso chi ha promosso questo movimento, ad occhi
aperti e, come al solito, pretendendo il massimo di coerenza praticabile fra
quello che si dice e quello che si fa (o non si fa).
Fermo
restando che per quanto riguarda la politica locale, l’esperienza di Carpi Bene
Comune, per me resta la realizzazione ante litteram di quanto prospettato da
Civati a livello nazionale (unità sulle cose, prima che su simboli e nomi di
candidati, coerenza di storie e comportamenti, voglia di governare ma non a
costo di rinunciare alle proprie idee e principi, ma di questo ne riparleremo
in un altro post, prossimamente), al momento Possibile mi pare il progetto a
livello nazionale più interessante, per le posizione espresse finora e per il
modello organizzativo che si sono dati.
Non so se
altri carpigiani vi abbiano già aderito, se ci sono (e se ci sono “indecisi”
che potrebbero farsi “tentare”) sappiano che basta essere in dieci (se ricordo
bene) per far partire un comitato e che il mio decimo almeno ce l’ho messo,
quindi se qualcuno vuole mettersi a tirare la carriola di Possibile a livello
locale ha tutto il mio appoggio (morale).
Come sempre:
se volete avere il diritto di lamentarvi per come vanno le cose, provate almeno
una volta a cambiarle, mettendovi in gioco, che a far commenti su FB son buoni
tutti (io per primo).
Più di così
non so cosa dirvi.
P.S. 1: In
realtà anche la risposta di una semplice militante di Possibile come quella che
trovate nei commenti al post precedente, già mi avrebbe convinto, quindi grazie
anche a Silvia Bianchi
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