Foto tratta da Wikipedia |
Alla fine a Novi è successo qualcosa che qua da noi capita
più o meno con la stessa frequenza del passaggio della cometa di Halley (ogni
70 anni), ovvero il partitone ha perso un sindaco, a favore di una lista
civica, che nonostante fosse promossa da molti “ex” di varie provenienze, era “civica
veramente” (per parafrasare Finardi, che stasera si vola alto).
Quindi in bocca al lupo alla lista NOI, che come avevo modo
di dire qualche giorno prima del voto, se non altro aveva il pregio, per chi
sta nell’Unione ma fuori da Novi, di dire cose chiare su due temi rilevanti di
politica locale quali la svendita di AIMAG a HERA e la CISPADANA.
Per tutto il resto, ovviamente e come è giusto, si vedrà
come giudicarli alla prova di governo, ma intanto condiamo con qualche commento
generale.
Le elezioni più combattute di Novi, segnate dal dramma del terremoto e da una ricostruzione che lascia ancora molte cicatrici sul terreno e nell'animo dei novesi, risultano essere anche
quelle che storicamente hanno visto la più bassa affluenza in assoluto (55% di
votanti, su tutto il corpo elettorale).
Un fenomeno che si inserisce in una tendenza nazionale (in
provincia c’è chi ha fatto peggio), ma che deve far riflettere quando si
manifesta in quella che in teoria dovrebbe essere l’elezione più importante,
quella dell’istituzione più vicina ai suoi cittadini.
Ecco, se le acque della politica italiana sono così
avvelenate da non far scattare neanche la voglia di andare a votare per il
proprio Sindaco, secondo me siamo messi
piuttosto maluccio.
Francamente non “giustifico” il corpo elettorale: è vero che
a Novi parte dell’astensione può anche essere dovuta all’assenza di alcune
famiglie politiche “nazionali” (M5S, una lista di “sinistra-sinistra”), ma
francamente non credo che la loro presenza avrebbe spostato di molto il dato
dell’affluenza.
C’è un mix tossico molto pericoloso per la nostra
democrazia, a partire proprio dal ruolo degli enti locali, che unisce lo svuotamento
effettivo di poteri delle sale consiliari (e in qualche caso, delle giunte
quando queste si trovano in Unioni Comunali “asfissianti” dal punto di vista
istituzionale come quella delle Terre d’Argine), e mancanza di partecipazione da
parte di una fetta dell’elettorato, deluso, scoraggiato confuso o molto più
semplicemente cerebralmente anestetizzato e politicamente pigro, incapace di
mettersi in gioco per le proprie idee (si fa presto a rifugiarsi nel “sono
tutti uguali” e lamentarsi al bar, senza mai provare a scollare il culo dal
divano).
Così, paradossalmente, sono le elezioni nazionali quelle che
vedono risvegliarsi la partecipazione al voto, anche se lì in teoria il “peso”
di ogni singolo elettore è molto meno determinante, ma queste godono del traino
della infinita campagna elettorale televisiva in cui si trascina questo paese,
da sempre, fatta di semplificazioni e slogan, buoni per i talk show e per
creare i leader di cartapesta che puntualmente vengono bruciati in meno di una
legislatura.
Tornando al locale, il segnale di Novi è comunque importante
dal punto di vista simbolico, ha acceso facili entusiasmi negli omologhi civici
carpigiani e addirittura in esponenti della destra modenese (già dimentichi che
NOI ha battuto anche la lista FI-Lega, che in termini percentuali raccatta poco
più di quello che presero le tre liste di centrodestra presentatesi separate nel
2012), farà volare qualche straccio in casa PD (ma neanche più di tanto, dato
che ex amministratori e neo candidati, non erano comunque nel “giro” di chi
poteva auspicare a carriere in livelli superiori, quindi il partitone digerirà
il tutto in fretta senza troppi strascichi, mica stiamo parlando degli
intraprendenti ex sindaci di Soliera, per dire…).
Di buono, nella perdita di uno “spillino” nella mappa del
potere del partitone, c’è che se non altro, per le elezioni amministrative di
Carpi, la sinistra a sinistra del PD, ma a rimorchio delle sue giunte (Sinistra
Italiana e MDP per intenderci), non potrà rifugiarsi dietro situazioni di fatto
precostituite per giustificare il prosieguo dell’alleanza con il partitone in
tutta l’Unione Comunale.
La botta presa a Novi, magari potrebbe ispirare qualche sano
ripensamento.
Faccio solo notare che la credibilità di tali “ripensamenti”
sarà inversamente proporzionale al tempo che ci metteranno per “rivalutare” l’asse
con il PD, specie ora che a Carpi (e speriamo un domani anche a Novi e a
Soliera) ci si dovrà schierare su una questione chiave come il referendum di
AIMAG (a proposito, ancora un caro saluto al Sindaco di Carpi). A “prese di
coscienza” maturate due mesi prima delle elezioni, e fatte a macchia di
leopardo sul territorio provinciale, evidentemente, non crederà nessuno.
Ma per quanto riguarda il 2019 ne riparliamo tra un po’ (non
troppo però).
Commenti
Posta un commento
I commenti a mio insindacabile giudizio ritenuti offensivi o clamorosamente off topic, specie se anonimi, saranno rimossi . Fa te...