Purtroppo non potrò essere fisicamente presente al PolitCamp
di Reggio Emilia, quindi, come modesto e semplice iscritto a Possibile, provo comunque a partecipare lanciando all’assemblea
di Possibile, un tema che so caro a molti che vi parteciperanno e che, secondo
me, richiede un minimo di “definizione teorica” nel programma di Possibile e in
quello della “sperata” futura sinistra unita: il tema dei servizi pubblici
locali.
Sulla questione a pochi chilometri da Reggio Emilia, nella
città in cui vivo (Carpi), il 10 settembre si andrà al voto per un referendum
comunale (osteggiato dall’amministrazione comunale a maggioranza PD, con
compartecipazione Sinistra Italiana), con la proposta di chiudere definitivamente
ogni possibilità di alienazione della “nostra” multiservizi (AIMAG).
“Nostra” nel senso che AIMAG è una delle ultime realtà
regionali, posseduta da un piccolo gruppo di comuni a cavallo tra le provincie
di Modena e Mantova, di dimensione sub-regionale, nonostante già nel 2009 i
comuni proprietari, avessero deciso di cedere un primo 25% delle azioni alla
mega-multiutility HERA.
La vicenda è lunga e complessa, ma il punto è molto semplice: qual
è il modello di gestione dei servizi locali che abbiamo in mente e che andremo
a proporre al tavolo della sinistra e ai nostri elettori in futuro?
L’idea di mega-multiutility, parzialmente quotate in borsa,
rispondenti a logiche di mercato, in Emilia Romagna è un antico cavallo di
battaglia della gestione Errani-Bersani, alla quale si è sempre opposto un variegato
fronte, in larga parte sovrapponibile a quel popolo che nel 2010 si mobilitò per
i referendum sull’acqua pubblica, nel nome della possibilità di conservare un
controllo diretto e democratico, su servizi vitali per le popolazioni locali,
quali gestione di gas, rifiuti ed acqua.
La questione è tutt’altro che marginale ed è esemplificativa
di quello che dovrebbe essere un pilastro fondamentale della “nuova” sinistra,
che include la nostra visione del rapporto con il mercato per i servizi
essenziali, della possibilità di rilanciare un’idea di controllo democratico
sulle multiutilities, alla ricerca di efficienza e innovazione a vantaggio
delle popolazioni che servono e non dei mercati finanziari.
A quanto ne so anche la città che ospita il Politicamp ha i suoi guai con un processo
di riorganizzazione di IREN, dirigistico e tutto improntato a finalità slegate
rispetto ai bisogni dei cittadini che serve ed ai diritti dei lavoratori che da
anni vi operano.
Ecco, nel momento in cui andremo a parlare con gli altri
pezzi di sinistra che cerchiamo di unire, forse sarà il caso di porre anche
questo tema sul tavolo, perché al di là dei principi generali, la vera misura
per “pesare” compagni e/o alleati, a livello nazionale e locale, passa dalle
scelte concrete fatte su una questione di tale rilevanza, e dovremo essere
molto chiari nel definire le nostre idee e proposte a riguardo.
Per quanto mi riguarda, a titolo di semplice elettore che
vorrebbe vedere una proposta di governo credibile a sinistra, a livello locale,
non ci sarà per le amministrative e le regionali del 2019, possibilità di
dialogo con chi ha voluto, vuole tutt’ora e asseconda direttamente o
indirettamente sedendo nelle giunte che avvallano questi piani, possibilità di
proposte comuni e sarebbe veramente utile per la lotta che sta portando avanti
il Comitato per l’Acqua Pubblica di Carpi se anche dal Politicamp di Reggio
Emilia giungesse una voce a sostegno del referendum del 10 settembre, per
mantenere un controllo democratico sui nostri servizi pubblici locali rispetto
al gigantismo dominato dal mondo finanziario di HERA (che per altro proprio in
questi giorni è sotto la lente di ingrandimento dell’autorità anticorruzione
per comportamenti non esattamente cristallini…).
So che chi è assente ha sempre torto, ma spero vogliate
prendere in considerazione questo messaggio come spunto per la discussione di
un tema che suppongo comunque non mancherà nel corso del Politicamp.
Grazie a tutti e buon lavoro a Reggio Emilia.
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