Caro Civati, facciamo che ci si rivede il 5 marzo

Caro Pippo,
Mi è arrivata la “tua” email con l’invito a rinnovare l’adesione a Possibile per il 2018, ed io, dopo il simpatico scambio di quest’estate (qui e qui, per i miei quattro lettori distratti), mi trovo in grave imbarazzo.

Quest’estate dicevi (cito a memoria ma credo di sbagliare di poco), che se non si fosse riuscito a fare UNA sola lista a sinistra del PD, il popolo di sinistra vi si sarebbe corso dietro con i forconi.

Beh, ti do una notizia, la lista di Liberi e Uguali non sarà l’unica lista a sinistra del PD. L’obbiettivo di Possibile, per come ce lo avevi indicato e per come lo avevamo votato nei mesi scorsi, non è stato raggiunto.

Non serve a nulla oggi fare il bilancino del perché e del percome gli intenti unitari di inizio estate, a settembre siano via via svaniti e non ci sia stato il modo di tenere insieme i partiti di (più o meno) sinistra presenti in Parlamento (MDP, SI, Possibile), con Rifondazione Comunista e la “sinistra civica” in qualche modo rappresentata dal movimento di Montanari e Falcone.

Nel mio piccolo, come semplice elettore, oggi neanche in grado di mobilitarsi più di tanto, ti avevo espresso le mie riserve su questa ansia di mettere insieme nomi e sigle e soprattutto di relazionarsi con una classe dirigente, quella di MDP, che per lustri è stata artefice di  politiche sociali e ambientali che mi avevano sempre visto all’opposizione ma, vista la posta in gioco, si poteva anche venire a compromesso, se si riusciva comunque a tenere insieme il tutto, sulla base di programmi e criteri per le candidature, prima che sulla caccia di improbabili candidati premier, che premier non lo saranno mai, visto il sistema elettorale, anche che si fosse il primo partito per consensi (e realisticamente, LeU, non lo sarà).

Ai dubbi che mi sollevavano i rappreentnati nazionali di MDP, aggiungo anche l’ulteriore imbarazzo di vedere ora fior fiore di consiglieri comunali e assessori che sostengono maggioranze con il PD (in questo caso, dalle mie parte, anche di SI, non solo MDP) fare vibranti dichiarazioni di autonomia e indipendenza (e magari ritrovarmeli pure come candidati da dover votare nei collegi), mentre poi, giorno per giorno, amministrano secondo le logiche renziane del partitone, pervasive anche a livello locale.

Ecco, uno potrebbe dire, vabbè, ci abbiamo provato ma è andata male, mi rassegno e mi do ad altro, ma il problema è che, prima che lanciaste questo baraccone zoppo che è LeU, a me Possibile, come organizzazione, piaceva proprio.

Avete pubblicato uno dei migliori programmai politici, come non si vedevano in giro da anni, avete una struttura partecipativa e trasparente, fino a quest’ultima operazione, in tutte le elezioni locali che si sono succedute dalla vostra formazione, avete mostrato una coerenza ineccepibile, quindi francamente mi dispiacerebbe non poter rifare anche quest’anno la tessera a Possibile, ma il problema è proprio che non sono sicuro che LeU sia il contenitore in grado di riportare, a livello nazionale e locale quelle istanze.

Credo che con la classe dirigente di MDP, ci potranno anche essere elementi in comune sulle politiche del lavoro (ma l’abolizione del Jobs Act certo non basta, vogliamo parlare di quella forma di schiavismo moderno che è il lavoro in appalto, introdotto dal primo governo di centrosinistra?) ma sarà anche inevitabile un’ipocrisia di fondo su alcuni grandi temi, che hanno caratterizzato la mia (modestissima) partecipazione politica degli ultimi anni, grandi e piccole: la questione della gestione dei servizi pubblici locali, il consumo di territorio, la gestione dei rifiuti, la deregolamentazione dei servizi commerciali.

Ecco, se la coalizione avesse tenuto dentro TUTTA la sinistra, mi sarei sentito più tranquillo e avrei aderito con entusiasmo sia alla campagna elettorale che nuovamente a Possibile, ma così non è e oggi mi trovo nella posizione non del militante pronto ad una campagna elettorale importantissima, ma in quella dell’elettore indeciso, che dovrà aspettare di vedere programmi elettorali e candidature per poter prendere una decisione definitiva.
Non potrò cercare di convincere nessuno rispetto a cosa votare, non essendo convinto io stesso, però all’idea e al modo di procedere di Possibile, non intendo rinunciare, quindi facciamo così: grazie per la tua gentile lettera, ma facciamo che mi rivedo con Possibile (che evidentemente continuerà a vivere a prescindere da LeU, voglio sperare) dopo le elezioni e, nel caso, spero non ve la prendiate troppo se nel frattempo avrò votato per altri (sempre che anche loro riescano a convincermi, evitando sbrodolature massimaliste e facendo proposte e candidature credibili).

Ci si rivede il 5 marzo, nel frattempo buon lavoro e in bocca al lupo.


Lorenzo Paluan

Commenti