Caro Pippo,
Mi è arrivata la “tua” email con l’invito a rinnovare l’adesione
a Possibile per il 2018, ed io, dopo il simpatico scambio di quest’estate (qui
e qui, per i miei quattro lettori distratti), mi trovo in grave imbarazzo.
Quest’estate dicevi (cito a memoria ma credo di sbagliare di
poco), che se non si fosse riuscito a fare UNA sola lista a sinistra del PD, il
popolo di sinistra vi si sarebbe corso dietro con i forconi.
Beh, ti do una notizia, la lista di Liberi e Uguali non sarà
l’unica lista a sinistra del PD. L’obbiettivo di Possibile, per come ce lo
avevi indicato e per come lo avevamo votato nei mesi scorsi, non è stato
raggiunto.
Non serve a nulla oggi fare il bilancino del perché e del
percome gli intenti unitari di inizio estate, a settembre siano via via
svaniti e non ci sia stato il modo di tenere insieme i partiti di (più o meno)
sinistra presenti in Parlamento (MDP, SI, Possibile), con Rifondazione
Comunista e la “sinistra civica” in qualche modo rappresentata dal movimento di
Montanari e Falcone.
Nel mio piccolo, come semplice elettore, oggi neanche in
grado di mobilitarsi più di tanto, ti avevo espresso le mie riserve su questa
ansia di mettere insieme nomi e sigle e soprattutto di relazionarsi con una classe
dirigente, quella di MDP, che per lustri è stata artefice di politiche sociali e ambientali che mi avevano
sempre visto all’opposizione ma, vista la posta in gioco, si poteva anche
venire a compromesso, se si riusciva comunque a tenere insieme il tutto, sulla
base di programmi e criteri per le candidature, prima che sulla caccia di
improbabili candidati premier, che premier non lo saranno mai, visto il sistema
elettorale, anche che si fosse il primo partito per consensi (e realisticamente,
LeU, non lo sarà).
Ai dubbi che mi sollevavano i rappreentnati nazionali di
MDP, aggiungo anche l’ulteriore imbarazzo di vedere ora fior fiore di
consiglieri comunali e assessori che sostengono maggioranze con il PD (in questo caso, dalle mie parte, anche di SI, non solo MDP) fare vibranti
dichiarazioni di autonomia e indipendenza (e magari ritrovarmeli pure come
candidati da dover votare nei collegi), mentre poi, giorno per giorno,
amministrano secondo le logiche renziane del partitone, pervasive anche a
livello locale.
Ecco, uno potrebbe dire, vabbè, ci abbiamo provato ma è
andata male, mi rassegno e mi do ad altro, ma il problema è che, prima che lanciaste questo baraccone zoppo
che è LeU, a me Possibile, come organizzazione, piaceva proprio.
Avete pubblicato uno dei migliori programmai politici, come
non si vedevano in giro da anni, avete una struttura partecipativa e
trasparente, fino a quest’ultima operazione, in tutte le elezioni locali che si
sono succedute dalla vostra formazione, avete mostrato una coerenza
ineccepibile, quindi francamente mi dispiacerebbe non poter rifare anche quest’anno
la tessera a Possibile, ma il problema è proprio che non sono sicuro che LeU
sia il contenitore in grado di riportare, a livello nazionale e locale quelle
istanze.
Credo che con la classe dirigente di MDP, ci potranno anche
essere elementi in comune sulle politiche del lavoro (ma l’abolizione del Jobs
Act certo non basta, vogliamo parlare di quella forma di schiavismo moderno che
è il lavoro in appalto, introdotto dal primo governo di centrosinistra?) ma
sarà anche inevitabile un’ipocrisia di fondo su alcuni grandi temi, che hanno
caratterizzato la mia (modestissima) partecipazione politica degli ultimi anni, grandi e piccole:
la questione della gestione dei servizi pubblici locali, il consumo di
territorio, la gestione dei rifiuti, la deregolamentazione dei servizi
commerciali.
Ecco, se la coalizione avesse tenuto dentro TUTTA la sinistra,
mi sarei sentito più tranquillo e avrei aderito con entusiasmo sia alla
campagna elettorale che nuovamente a Possibile, ma così non è e oggi mi trovo
nella posizione non del militante pronto ad una campagna elettorale
importantissima, ma in quella dell’elettore indeciso, che dovrà aspettare di
vedere programmi elettorali e candidature per poter prendere una decisione
definitiva.
Non potrò cercare di convincere nessuno rispetto a cosa
votare, non essendo convinto io stesso, però all’idea e al modo di procedere di
Possibile, non intendo rinunciare, quindi facciamo così: grazie per la tua
gentile lettera, ma facciamo che mi rivedo con Possibile (che evidentemente
continuerà a vivere a prescindere da LeU, voglio sperare) dopo le elezioni e,
nel caso, spero non ve la prendiate troppo se nel frattempo avrò votato per
altri (sempre che anche loro riescano a convincermi, evitando sbrodolature
massimaliste e facendo proposte e candidature credibili).
Ci si rivede il 5 marzo, nel frattempo buon lavoro e in
bocca al lupo.
Lorenzo Paluan
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