Dovendo inaugurare l’uso di una legge elettorale che pare
scritta da una manica di parlamentari in stato di evidente alterazione alcolica o a
evidente loro insaputa, dato che ADESSO, gli stessi che l’hanno votata, dopo i
trionfi dell’Italicum, la vogliono
cambiare, sarà bene fermarsi un attimo per capire cosa EFFETTIVAMENTE voteremo,
quando metteremo la X sui nostri candidati o simboli del cuore, il 4 marzo, in
quel di Carpi (ovviamente sulla base di un’analisi oggettiva e per nulla
viziata dal mio orientamento politico, infatti cominciamo dalla forza politica
più rilevante e interessante nello scenario elettorale, a detta di tutti i
media e gli analisti).
Se voterete per Potere al Popolo
Alla Camera: Se porrete la X solo sul
candidato del collegio uninominale, contribuirete ad eleggere Elio Tavilla,
stimato docente universitario dell’Università di Modena e Reggio Emilia,
brillante attivista nella campagna referendaria del 4 dicembre 2016 a difesa
della Costituzione. Se anziché sul suo nome, la X la metterete sul simbolo
della lista per il proporzionale, contribuirete ad eleggere… Elio Tavilla, perché
le assemblee di Potere al Popolo, dove persone in carne ed ossa hanno scelto in
modo democratico i propri rappresentanti, lo hanno anche messo capolista del “listino”.
Quindi non c’è rischio che votando uno al collegio, si elegga poi qualcuno di
diverso al proporzionale.
Al Senato: Se mettete la X sulla
candidata di collegio (in tanti), verrà eletta Judith Pinnock, di professione
psicoterapeuta, storica attivista di Rifondazione Comunista impegnate in mille
battaglie locali sia per il lavoro che per la tutela dell’ambiente.
Vabbè, è
comunista, ma com’è noto, nessuno è perfetto. Il voto sul suo nome vale anche
per la lista “proporzionale” con capolista Roberta Marcheselli, di cui non so
assolutamente un accidente (magari qualcuno vorrà integrare), ma facciamo che
votate tutti per la Pinnock, che comunque c’è da fidarsi e abbiamo risolto il
problema.
Se voterete per Liberi e Uguali
Alla Camera: al seggio uninominale, il
movimento che si presenta come alternativo al PD ed alle sue politiche di
precarizzazione sociale (parole loro), voterete per Maria Cecilia Guerra,
docente pure lei all’Università di Modena e Reggio, nominata Sottosegretaria al
Ministero del Lavoro durante il governo Monti e se non sbaglio viceministro nel
governo Letta. In pratica una che quelle politiche di “precarizzazione sociale”
le ha elaborate, contribuito a realizzarle e dal 2013 votate tutte fino al
governo Gentiloni. Una garanzia.
Se non vi va
di votare per lei all’uninominale, potete mettere la X solo sul listino di Liberi
e Uguali e contribuirete ad eleggere la capolista al plurinominale…. Maria Cecilia Guerra. Una garanzia
Al Senato: con la X sulla parte
uninominale voterete per Cesare Galantini, assessore al Comune di Carpi per
Sinistra Italiana, fiero scudiero delle maggioranze PD (con il quale era stato
eletto consigliere comunale nel 2004, per poi confluire in Sinistra Democratica)
dal 2009 con Sinistra per Carpi e dal 2013 con Sinistra Ecologia e Libertà. Un
chiaro segno di “alternatività” alle politiche del PD pure lui. Votando lui, che
ovviamente non ha chance di essere eletto, per questo si è guardato bene dal
dimettersi da assessore mentre faceva una campagna elettorale, in teoria contro
il partito insieme al quale governa (se state provando un vago senso di nausea,
tranquilli, è normale per chi non fa politica arrampicandosi sugli specchi), il
vostro voto servirà ad eleggere (forse) la prima del “listino”, ovvero tal
Gabriella Meo, ex consigliera regionale del gruppo SEL - Verdi fino al 2014, precedentemente assessora
provinciale a Parma e ancor prima assessora comunale, sempre a Parma per i
Verdi. Tra un mandato politico e l’altro in teoria è prof di ruolo in un Istituto
Tecnico.
Da sempre
alleata con il partitone, oggi PD. Nel 2014 candidata in regione a sostegno di
Bonaccini, purtroppo (per lei) non rieletta.
Una garanzia.
Da notare
che tutti i candidati eleggibili di LeU a Carpi sono professionisti della
politica (chi da poco, chi da quasi vent’anni, come nel caso della Meo…)
Se voterete per il “Centrosinistra”
Alla Camera: Con la x solo all’uninominale
voterete Beatrice Lorenzin, ex
coordinatrice di Forza Italia, ex Nuovo Centrodestra (do you rememeber Alfano?),
di recente autonominatasi “pontiera” con i suoi ex complici di partito (Forza
Italia, se vi foste persi) per un futuro governo di “larghe intese” (quelle
negate dal segretario del PD Renzi). Una garanzia (anzi due).
Se non
apporrete altre “x” su uno dei quattro partiti che la sostengono (la sua lista “petalosa”
con i rottami del NCD, il PD, +Europa della Bonino con soccorso clericale di Tabacci, la lista Insieme che raggruma Verdi, Socialisti
e nostalgici Prodiani), il vostro voto verrà ripartito proporzionalmente su tutte
e quattro. Se invece, ad esempio, la mettete sul PD, voterete per Piero
Fassino, unico sindaco di Torino di “CENTROsinistra”, riuscito nell’impresa di farsi trombare
dopo il primo mandato, perché aveva governato benissimo, a sentire tutti media
mainstream e i commenti sui social di certi assessori carpigiani. Tanto bene che alla fine del suo mandato
Torino risultava fra i comuni più indebitati d’Italia, dopo Roma e (forse)
Catania.
Al Senato: Con la X all’uninominale,
rimanderete in Parlamento Vanna Iori, del PD, zona reggiana, mai intercettata
dai radar al di qua del Tresinaro. Vista l’aria che tira il suo principale
merito deve essere stata appunto la sua capacità di sorvolare in modalità stealth
tutta la legislatura. Votando lei e basta vi tirate dietro un terzo di voto per ogni lista che la sostiene
(rispetto alla Camera manca quella della Lorenzin, per mancanza di firme o di
candidati o di tutte e due, e non sappiamo come consolarci per la perdita), ma
se il coraggio non vi manca, potete convintamente votare per la lista del PD
che ci regala nientepopodimenoche la ministra Valeria Fedeli come capolista, l’unica
ministra dell’istruzione incapace di distinguere fra un diploma e una laurea (che
non ha) nel momento di scrivere il proprio curriculum
Aggiornamento del 1 marzo, Dimenticavo: grazie all'impossibilità del voto disgiunto, se uno volesse votare solo per Fassino (non ridete, ogni perversione fra persone adulte e consenzienti è lecita e merita rispetto) e pone la croce solo sul simbolo del PD, voterà comunque in automatico anche la "petalosa" Lorenzin (tanto a quel punto, perversione per perversione...).
Ovviamente lo stesso vale per il Senato: magari vuoi votare solo per la lista della Bonino, ma eleggi comunque la Vanna Iori.
Pensa la fortuna...
(Si ringrazia Mario Guidetti per la segnalazione)
Aggiornamento del 1 marzo, Dimenticavo: grazie all'impossibilità del voto disgiunto, se uno volesse votare solo per Fassino (non ridete, ogni perversione fra persone adulte e consenzienti è lecita e merita rispetto) e pone la croce solo sul simbolo del PD, voterà comunque in automatico anche la "petalosa" Lorenzin (tanto a quel punto, perversione per perversione...).
Ovviamente lo stesso vale per il Senato: magari vuoi votare solo per la lista della Bonino, ma eleggi comunque la Vanna Iori.
Pensa la fortuna...
(Si ringrazia Mario Guidetti per la segnalazione)
Se voterete per il Movimento 5 Stelle:
Alla Camera: all’uninominale eleggereste
Enrica Toce, di cui dal profilo FB scopriamo che è laureata in Geologia (cosa
di cui in Parlamento ci sarebbe anche molto bisogno, e lo dico seriamente) ma non abbiamo altre
informazioni circa la sua attuale occupazione o storia di impegno politico.
Comunque, dato che non passerà, in realtà il vostro voto andrà al parlamentare
uscente Vittorio Ferraresi, di Finale Emilia, capolista nel plurinominale, sicuramente
eletto. A parte il fatto che è grillino, tutto sommato poteva andarvi molto
peggio.
Al Senato: in teoria voterete all’uninominale
per Maria Laura Mantovani, ma dato che pure questa non passerà, il vostro voto
servirà per il capolista del plurinominale Gabriele Lanzi, che ha dalla sua di
non essere uno che crede alle scie chimiche o alle sirene, ma anzi è un serio
professionista nella vita “civile” e un sincero e disinteressato attivista in quella politica. Se
non fosse che anche lui dovrà adeguarsi ligio a qualunque stronzata che partirà
dalla Casaleggio e associati, rappresenta comunque la parte “genuina” e
migliore del M5S, se tutto quello detto nel 2009 e 2010 non l’avessero perso
per strada. Anche in questo caso, si poteva cascare molto peggio.
Se voterete per il centrodestra:
Alla Camera: la “agnella” sacrificale
si chiama Ylenja Lucaselli, di Fratelli d’Italia (con la "Y" e la "J" nel nome decisamente poco italiche), sconosciuta ai più e tale
resterà. Come per il centrosinistra,
se porrete la X solo sull’uninominale, il vostro voto servirà in quarti a
foraggiare tutte le liste della coalizione, mentre invece potreste scegliere
quella celebrità pop di Vittorio Sgarbi mettendo la x su Forza Italia. Infatti,
il partito “dei moderati”, fondato da due pregiudicati, candida appunto uno che
manda video dal suo cesso mentre defeca, o mentre nudo parla di f…, cercando di
far passare per provocazione artistica quello che suona semplicemente come il soliloquio di una persona
bloccata nello sviluppo alla fase coprolalica, dimostrazione vivente che si può
essere allo stesso tempo largamente acculturati e umanamente indegni.
Al Senato: la X serve solo a Paolo Romani
per Forza Italia, dato che il candidato all’uninominale non ha speranze. La Lega candida in seconda posizione Lucia
Borgonzoni, consigliera comunale bolognese su cui era evidente che Salvini
puntasse per ruoli più ambiziosi da un po’, visto che da anni fa la prezzemolina
nei talk show nazionali mattutini,
quelli dove può terrorizzare i pensionati padani con il bau bau dell’uomo nero.
Una carriera in ascesa, visto il livello medio italico
Per tutte le altre liste presenti, un pietoso oblio.
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