I drammi non fanno per Carpi.
Con la riunione comunale di ieri sera, la vicenda delle
candidatura a Sindaco nel partitone (sempre meno “one”) si chiude ovviamente nel modo più
indolore possibile ovvero, visto che in caso di spaccatura poteva esserci il rischio concreto che nessuno
dei due contendenti arrivasse al ballottaggio (sempre che la Lega insieme con i rimasugli del centrodestra trovasse un
candidato anche solo vagamente credibile), i due contendenti, Bellelli e
Morelli, han pensato bene di rinfoderare gli artigli e farsi un altro giro da
separati in casa, ognuno con le proprie relazioni e cordate, a gestirsi il
potere (se ci riusciranno) ancora per un giro.
A questo punto tanto varrebbe manco cambiare i (tanto belli) manifesti elettorali del 2014, così almeno si risparmia.
Dal punto di vista del “costume politico”, la cosa segna un
precedente non da poco per le pratiche di governo locale del partitone (e uso
il termine per chiarire che mi riferisco anche alle “forme” precedenti del PD),
dove vigeva la regola ferrea dei due mandati anche per gli assessori. Non azzardo troppo con l’andare indietro nella
memoria, ma direi che negli ultimi 5 mandati amministrativi non era mai successo che un
assessore rimanesse in giunta per più di due mandati.
Evidentemente i tempi sono cambiati, e prima di tutto quelle
che sono radicalmente cambiate (nel senso che si sono drasticamente ridotte),
sono le possibilità per il personale politico di professione di saltabeccare
tra un incarico amministrativo o elettivo
e l’altro, a volte in ascesa a volte in parcheggio fino alla pensione, così
come sono venuti meno parecchi “ganci” per passare nel strutture un tempo “collaterali”:
sindacati, cooperative. Resta qualcosa tra ex municipalizzate e fondazioni
varie, ma insomma la competizione è dura, specie su scala provinciale e
regionale, dove notoriamente i carpigiani son sempre contati come il famoso due
di coppe (questa l’ho già detta vero!?).
Morelli ha già sperimentato quanto l’essere un brillante
astro in ascesa della politica locale carpigiana, conti poco sul tavolo delle
candidature nazionali, in più, con un partito che non può più riprendersi in
casa i propri funzionari (Campedelli, Bellelli, Tosi), anche la competizione
per un eventuale seggio regionale, evidentemente era fuori discussione.
Risultato, ingoiato il rospone della mancata candidatura a
marzo (che comunque visti i risultati, non sarebbe stata garanzia di elezione a
Roma), seppur largamente e pubblicamente corteggiato dai “civici” di Carpi
Futura, il nostro ha deciso di non mettere a rischio l’unico ingranaggio che ha
ancora mostra cifre di consenso consistenti, per quanto in caduta libera, che è
la gestione del Comune.
Tanto quel che non si è potuto avere oggi, se si rimane
zitti e buoni e allineati, lo si avrà fra 5 anni, quando Bellelli sarà
obbligato per legge a rinunciare a fare l’amministratore pubblico a Carpi (e a
memoria direi che batterà il record di permanenza a palazzo Scacchetti, nella
storia degli ultimi trent’anni, con due mandati da assessore e due da sindaco,
se riuscirà a vincere il prossimo anno).
E visto che la regola dei due mandati è stata “infranta” per
Morelli, perché non potrebbe esserlo anche per Tosi (sempre che per lui non si
stia liberando un posto in AIMAG come fu per il suo predecessore Arlettii)?
Aggiungiamoci poi che gli altri assessori sono tutti al primo mandato, si
potrebbe anche verificare un altro evento storico: la prossima giunta entrante
potrebbe essere la giunta fotocopia di quella uscente (con l’unico dubbio di
Galantini che non si capisce più se, come iscritto di Sinistra Italiana, al
primo turno si sgancerà dalla maggioranza, o se come esponente di LeU invece
riconfermerà il suo appoggio a Bellelli, già largamente anticipato dai media locali,
e a quel punto sarà divertente vedere con quale simbolo).
Sia come sia, è che il PD locale (e il Sindaco in
particolare), con l’aria che tira, hanno già cominciato la campagna elettorale
con un’impostazione che definire renziana è poco: su facebook compaiono messaggi
autocelabrativi al limite dell’imbarazzante (specie sulla parte ambientale), l’andamento
è quello del “siamo i più fighi d’er bigoncio”, che già tante fortune ha
portato loro il 4 marzo di quest’anno, e va bene giocare sull’inesistenza (per
ora) di avversari credibili, ma così a occhio, potrebbe anche essere che tutto
il ragionamento qua sopra, rischi di essere un gran giro di conti (per legittime
carriere personali) fatti senza l’oste di un elettorato sempre più mobile e
difficile da interpretare, anche avendo scelto la strada oggettivamente meno
rischiosa.
Cosa poi serva per il bene di Carpi, nomi e cognomi a parte, beh, quella è un'altra storia, ma se ne parlerà, si spera, più avanti.
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