Il 15 e 16 marzo gli iscritti di Possibile potranno
scegliere a quale percorso elettorale partecipare, stante che la piccola ma
attiva organizzazione politica, ha ricevuto due inviti ad aderire a due
proposte differenti, da un lato quella unitaria di sinistra, con la famiglia della
Sinistra Europea – GUE, coalizione che ha al suo interno diversi partiti
comunisti, di sinistra “radicale” ed ecologisti e, dall’altra parte, quella dei
Verdi “propriamente detti”:
Contrariamente a quanto successo nell’autunno del 2017,
quando non fu possibile chiedere agli iscritti di Possibile se approvavano o no
il risultato finale delle varie assemblee nazionali e territoriali che
invischiarono Possibile nella infelicissima esperienza di LeU, che
personalmente, seppur iscritto a Possibile, non votai per evidenti carenze di programma
e di credibilità delle candidature di
MDP – Art 1, che aveva infinocchiato tutto il processo di unità a sinistra, primi
protagonisti secondo me dell’affossamento del percorso avviato con l’appello del
Brancaccio, questa volta potremo
scegliere e sarà una scelta vera, fondamentale, dirimente, che meriterebbe un
congresso anticipato da congressi territoriali, anziché una singola assemblea
nazionale organizzata in fretta ma, almeno per questa volta, lo strumento del
voto on line servirà a qualcosa, .
Decidere a quale “famiglia europea” si appartiene è più di
un semplice escamotage per affrontare una competizione elettorale, è una scelta
di campo, anche identitaria, che caratterizzerà l’agire e la credibilità
politica di Possibile negli anni a venire.
Dal punto di vista “europeo”, in realtà non mi farei troppi
problemi a schierarmi né con i Verdi, né con la Sinistra Europea -GUE: non ho
dati statistici precisi, ma l’impressione è che i due gruppi abbiano spesso
votato nell stesso modo su molte risoluzioni.
Certo ai Verdi imputo qualche eccesso di apertura al blocco centrodestra-centrosinistra
che nei fatti ha governato l’Europa degli ultimi 15 anni, così come non sono in
sintonia con l’antieuropeismo di alcuni gruppi ecologisti nordici presenti nel
gruppo della Sinistra Europea, ma tutto sommato non li ritengo distanti.
Se veniamo alla dimensione italiana, come iscritto di
Possibile, invece le valutazioni, per me, divergono di parecchio.
Da ex iscritto ai verdi (tra il 2000 e il 2006) direi che ho
vissuto la loro età peggiore, quella dello sventolio della bandiera ecologista,
puntualmente svenduta per un posto in giunte comunali e regionali che di
ambientalista hanno avuto solo pochi provvedimenti di facciata.
Scelte che ne hanno minato la credibilità e ridotto i Verdi
italiani alla soglia della scomparsa, mentre nel resto d’Europa viaggiavano (e
tornano a viaggiare ora, come antidoto all’ambientalismo all’acqua di rose dei
vari partiti socialisti europei) con risultati a due cifre.
I Verdi italiani di oggi sono cambiati?
A livello nazionale non saprei.
Sicuramente non a livello
locale dove lo stesso giorno delle elezioni europee, dove si andrà dichiarando
fieramente la “diversità” ecologista rispetto ai partiti delle lobbies e degli
affari PPE e PSE, in tante città (compresa la mia) e poi in regione Emilia
Romagna si andrà al voto proprio assieme al PD.
Per questioni di personale igiene mentale, è una pratica che
non mi posso permettere, quella di fare una campagna elettorale insieme ad
esponenti Verdi per le europee e al tempo stesso farla contro a livello locale
e regionale. Per me è una questione di coerenza e serietà.
Non resta quindi che scegliere convintamente la strada dell’unità
a sinistra, quell’unica lista a sinistra del PD che non c’è stata alle
politiche del 2018, e che era il primo obiettivo di Possibile, prima di fare la
scelta errata di LeU.
Da questo punto di vista, stare nella Sinistra Europea
significa portare l’esperienza dell’ottimo lavoro di Elly Schlein (in origine
eletta con il PD ma uscitane in tempi non sospetti proprio per contribuire a
dar vita a Possibile) a fianco di quello di Eleonora Forenza (che nel GUE c’è
già), innestando magari in quel gruppo punti di vista nuovi, soggettività
nuove, ma non certo incompatibili.
Inoltre, mentre i Verdi italiani, anche con il soccorso del
neonato movimento di Pizzarotti Italia in Comune, ben che vada possono aspirare
a poco più dell1%, quindi non riuscirebbero a passare la barriera elettorale
del 3%, la sinistra tutta unita in passato ha dato prova migliore di sé e visto
che pe rme uno degli obiettivi primari è consentire a due brillanti donne di
continuare a rappresentare le mie istanze (do per scontato che sia la Forenza
che la Schlein vengano ricandidate), vorrei vederle falro insieme ed essere motore
di quell’unità a sinistra mancata nel 2018.
Del resto, se succede a Firenze, dove tutta la sinistra di
alternativa è riuscita ad unirsi nella splendida candidatura di Antonella
Bundu, con uno schieramento che comprende MDP, SI, Possibile e Potere al
Popolo, perché non dovrebbe essere questa la collocazione naturale di Possibile
anche in Europa?
Da persona che si ritiene ecologista e di sinistra,
considero il programma di Possibile, pubblicato in “Per giorni migliori” nel 2018, la migliore sintesi possibile per i
valori nei quali mi identifico, e mi auguro che, in ogni caso, come
organizzazione ci si dia la continuità organizzativa necessaria e che è sempre
mancata a tante iniziative di sinistra negli ultimi anni, dove il cambio di
nome e loghi è ora più frequente di quello delle mutande, mantenendo un’identità
che può tranquillamente essere ospitata nella federazione della Sinistra
Europea – GUE, mentre non capisco che senso avrebbe fra i Verdi, che hanno già
una loro organizzazione italiana e un percorso (nel bene e nel molto male)
definito da anni e allora mi verrebbe da dire, se proprio uno deve stare con i Verdi
perché non “sciogliersi” direttamente in loro (se non fosse per il fatto che
sono probabilmente il partito ecologista meno credibile fra i grandi di
Europa).
Serve una proposta che dia credibilità e speranza al popolo
di sinistra, io credo che persone come la Schlein possano contribuire sia all’una che all’altra,
ma serve anche il sostegno di un processo organizzativo che si dia un’appartenenza
precisa nel panorama europeo, che non può certo essere né quella del PSE, né quella
dei Verdi, che per Possibile sarebbe comunque come entrare in casa d’altri,
ospiti.
Quindi mi rivolgo ai due iscritti di Possibile che passeranno per di qua: è bello poter aver una scelta, ma l'importante è fare in modo di scegliere bene!
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