Music for the masses (no, non sono i Depeche Mode)

 

Stamattina mi è capitato di assistere ad una di quelle cose che mettono assieme più o meno tutti gli elementi della socialità che ti fanno sentire bene e parte del tutto.

Allora, premesso che a me la musica “classica” parla poco (per ignoranza mia, mi mancano i codici per tradurla), ma piace molto alla mia genitrice, sapendo che lei a certe tradizioni tiene e tenuto conto degli anni e delle sventure, stamattina decido di portarla al Circolo Arcobaleno di  Santa Croce, dove si tiene una inusuale (per il posto) rassegna di musica da camera, con tre appuntamenti mensili, musicati e presentati dall’Ensemble Concordanze.

Punto 1: partendo dalla mia totale ignoranza musicale e dalle pallosissime lezioni di musica alle scuole medie (con tutto il rispetto per il prof. Marchi che mi pareva pure un bravo e distinto signore), trovarmi di fronte ad un musicista che ti contestualizza, in modo ironico e leggero quello che andrai ad ascoltare è un gran vantaggio. Me l’avessero insegnata così la musica classica all’epoca, forse mi sarebbe rimasto qualcosa nell’orecchio

Punto 2: il posto. Sì, si sentiva la ventola del frigo, il vocio dei bimbi fuori a giocare in cortile e il chiacchiericcio degli astanti nell’area esterna ma, proprio per quello che stava raccontando il violoncellista (sono andato a cercare il nome sul sito, direi si trattasse di Mattia Cipolli, credo), ovvero sulla “popolarità” della musica che oggi chiamiamo “classica” all’epoca in cui veniva scritta e presentata, tutto sommato mi è parso l’ambiente perfetto: serio senza essere serioso dentro la sala, gioioso e conviviale intorno. Perfetto

Punto 3: Gli organizzatori. Per me il circola ARCI Arcobaleno è la sede di tanti pranzi e cene sociali (inclusi quelli della mia bottega di Commercio Equo e e Solidale preferita in passato) e più recentemente del clamoroso e rumoroso Festival Antifascista di fine agosto: nulla di più lontano dalla musica “classica”.  

O  forse no. 

Nel senso che se l’intenzione era quello di portare la musica classica  “al popolo”, nel suo piccolo secondo me, questa iniziativa ci riesce benissimo e quindi, oltre alla bravura di musicisti e “narratore”, la vera goduria di iniziative come queste è quella di sapere di vivere in una terra dove esistono i circoli ARCI, ci sono persone che li mandano avanti, ci fanno "il" gnocco fritto, i concerti punk e il ballo liscio, le iniziative “politico-culturali”, e pure ti portano la musica classica a portata dell’orecchio di una nonna appassionata di opera con la quinta elementare come di una capra laureata come il sottoscritto.

Il vero senso di “popolare” insomma,  che però campa sempre sulle spalle di chi si sbatte per tenere aperti gli spazi e di chi arrischia proposte come questa (nel caso specifico, menzione d’onore a Gioia Caleffi).

Ci saranno altri due appuntamenti, a giugno e luglio. 

Io ve li consiglio. Ci si diverte. 


Commenti

  1. Ottimo. Grazie della dritta. A giugno e luglio non mi farò trovare impreparato

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