Oggi alle 18 il Consiglio Comunale dovrà dibattere e poi votare
su una richiesta di variante urbanistica per opere “collaterali” ad un
megaimpianto fotovoltaico su terreno agricolo in località Cascinetto, fra
Fossoli e Novi.
Il processo autorizzativo per questo impianto è cominciato più di un anno fa da parte della Giunta (incluso l’attuale Sindaco Righi, all’epoca Assessore).
La caratteristica negativa di questi impianti è il gigantismo (da decine a centinaia di ettari, a seconda dei casi) che non si giustifica se con l’uso di fondi PNRR (ovvero di noi tutti), a vantaggio di pochi soggetti speculatori, che pochissimo ha a che fare con il mantenimento di coltivazioni agricole.
Il processo autorizzativo per questo impianto è cominciato più di un anno fa da parte della Giunta (incluso l’attuale Sindaco Righi, all’epoca Assessore).
La caratteristica negativa di questi impianti è il gigantismo (da decine a centinaia di ettari, a seconda dei casi) che non si giustifica se con l’uso di fondi PNRR (ovvero di noi tutti), a vantaggio di pochi soggetti speculatori, che pochissimo ha a che fare con il mantenimento di coltivazioni agricole.
Il Sindaco Righi, già dall’autunno scorso dichiara di avere “le mani legate” dalla legislazione nazionale e regionale, che ha individuato quei terreni come ammissibili, però per andare avanti serve appunto una deroga al piano urbanistico, con un voto del Consiglio Comunale.
Nei rimpalli mediatici di queste settimane abbiamo visto i Consiglieri di maggioranza avvalorare la tesi del Sindaco che “non ci sia più niente da fare” e stendere in fretta e furia, a pochi giorni dal voto, un OdG dove si manifestano tante preoccupazioni per i progetti di agrivoltaico che vengono avanti, soprattutto a causa delle dimensioni delle superfici agricole che sarebbero coinvolte, ma nessuno che abbia preso posizione su quello che saranno chiamati a votare oggi circa l’impianto di Cascinetto.
Prima di ogni valutazione politica, usiamo la logica: se
serve un voto per una variante urbanistica perché quell’impianto proceda, significa
che il voto può anche essere negativo, altrimenti non avrebbe senso votare (non
so in quale democrazia si concepisca un voto dove ci sia una sola opzione “votabile”).
Il Consiglio Comunale, quindi, ha la facoltà di respingere la richiesta, limitatamente alla variante urbanistica (poco, ma meglio di niente).
Il Consiglio Comunale, quindi, ha la facoltà di respingere la richiesta, limitatamente alla variante urbanistica (poco, ma meglio di niente).
Non usare quella facoltà significa abdicare al proprio ruolo e svuotare ulteriormente
il senso democratico delle nostre istituzioni, che negli ultimi decenni hanno
visto sempre più ridursi il potere delle assemblee elettive rispetto agli
esecutivi.
Rinunciare ad usare la propria autonomia significa certificare che la nostra è una democrazia solo sulla carta, se quando è ora di poter scegliere si dice ai cittadini che i rappresentanti da loro votati non possono scegliere.
Rinunciare ad usare la propria autonomia significa certificare che la nostra è una democrazia solo sulla carta, se quando è ora di poter scegliere si dice ai cittadini che i rappresentanti da loro votati non possono scegliere.
In alternativa si può rivendicare l’atto come proprio, dire
che si è a favore di questo modello di sviluppo delle energie rinnovabili che,
per soli motivi di costo, dà la possibilità di cambiare centinaia di ettari da
suolo agricolo a terreni di “agrivoltaico”, dove in realtà la componente “agricola”
è estremamente vaga.
Dicano allora i Consiglieri di maggioranza che sono
chiaramente a favore del fatto che i fondi del PNRR per le rinnovabili siano utilizzati
da soggetti con grande concentrazione di capitali, a scapito della moltiplicazione
dei produttori, perché semplicemente costa meno fare 100 o 1000 ettari di
agrivoltaico che fare centinaia di impianti su aree già urbanizzate.
Sarebbe una posizione legittima, dalla quale si potrebbe
dissentire, ma con il pregio dell’onestà intellettuale.
Così come non si può votare questa deroga e al tempo stesso
votare un OdG che definisce quell'impianto (parole loro) “una minaccia alla sostenibilità
delle pratiche agricole tradizionali e alla biodiversità, mettendo a rischio
l’integrità ecologica della zona”.
Il "non possumus" di un Consiglio Comunale
chiamato a decidere su una questione che i Consiglieri stessi ritengono “una
minaccia”, sarebbe una gran prova di ipocrisia (personale, prima ancora che “politica”)
ed un ulteriore segnale di svuotamento di senso delle nostre istituzioni
democratiche.
I Consiglieri, come persone e rappresentanti della cittadinanza tutta, prima che come esponenti di partito o schieramento, hanno la possibilità di ragionarci, fino alle 18.00 di oggi.
Da cittadino che vorrebbe conservare un po’ del ruolo democratico che la Costituzione un tempo affidava alle nostre assemblee elettive, li inviterei caldamente a farlo.
(Foto tratta dal sito del giornale "Tempo")
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