Carpi 2019: Le risposte del candidato Sindaco Michele Pescetelli

E proprio sul filo di lana dell'imminente silenzio elettorale, ricevo e pubblico, senza toccare una virgola (salvo riportare le domande del post originario), le risposte di Michele Pescetelli alle domande postegli qualche settimana fa su questo blog.

Che arrivassero, queste risposte, non era nè scontato nè dovuto, visto che non ho mai lesinato di far conoscere il mio punto di vista sul programma e sulla "natura" di Carpi Futura (per la quale non voterò il 26 maggio) quindi la disponibilità al confronto di Pescetelli è certamente da apprezzare.
Buona lettura e buon voto per domenica.

1. Se diventasse Sindaco, come rappresentante del socio di maggioranza di AIMAG, quale futuro prefigura per l’assetto della società nei prossimi 5 anni?
CF ha combattuto insieme ad altri perchè Aimag non venisse fusa con Hera, crediamo quindi che, a meno di normative nazionali che impongano scelte diverse, l'assetto societario non sia da mettere in discussione (anche se è necessaria una chiarezza maggiore sulle regole di ingaggio tra i diversi piani in cui si articola la governance societaria a partire dalle nomine che fa l'Amministrazione, fino al ruolo dell'assemblea del Patto di sindacato). Va fatta una strategia che consenta ad Aimag, pur mantenendo il legame con il territorio, di crescere e fare collaborazioni industriali con altri soggetti del territorio. Va accentuato il ruolo di Aimag come tecnostruttura strategica nell'attuazione delle politiche ambientali

2. Pare cominci l’iter per l’adozione del nuovo strumento urbanistico che sostituirà il vecchio PRG, lasciato scadere da tempo immemore dalle giunte PD. Lei è  pronto a rimettere in discussione le aree definite edificabili dal vecchio PRG e non ancora realizzate, anche per i piani presentati da privati e già approvati dalla vecchia giunta ma ancora “dormienti” per più di cinque anni?
Oltre alla messa in discussione delle aree del vecchio PRG non soggette a piani particolareggiati, bisogna senza timidezza valutare che margini legislativi ci sono per rivedere le destinazioni delle aree dormienti (la legge regionale n.24 fa grandi proclami ma non sembra dare strumenti giuridici di particolare efficacia); quantomeno ci vorrà un atteggiamento proattivo nella discussione con i soggetti attuatori e una ridiscussione centrata sulla priorità del rigenerare rispetto alla costruzione ex-novo o comunque di rivedere le priorità ad esempio fra queste la necessità di nuove scuole.

3. Il Comune spende centinaia di migliaia di euro l’anno per gli affitti di diverse sedi comunali sparse per la città. Lei è d’accordo che serva un nuovo investimento per la costruzione di una sede comunale unica e se sì, dove ritiene che andrebbe fatta?
Noi come CF insieme a diversi esperti abbiamo cominciato a prendere in considerazione altre possibilità e non necessariamente quella di un'unica nuova struttura che necessiterebbe quasi sicuramente di nuova edificazione e potrebbe esasperare il tema parcheggi e viabilità. La necessaria evoluzione verso la digitalizzazione dei processi nella PA e il rapporto sempre più smart fra cittadino e PA, consentono di valutare ad esempio la possibilità di acquistare e ristrutturare vecchi opifici in prossimità del centro (opzione facilitata anche dalla legge regionale urbanistica) cogliendo l'occasione per fare riqualificazione e magari ricavare anche alcuni spazi di aggregazione (ad esempio legati alla cultura)

4. Di cosa si parla quando si parla di “sussidiarietà” nei servizi sociali o educativi di questa città?
La sussidiarietà va intesa non come delega ma come attivazione di risorse della comunità e valorizzazione di esperienze già esistenti e operanti nel campo sociale ed educativo, nate dalle esigenze delle persone e non per accaparrarsi la gestione dei servizi. Più di tutto va intesa come ricerca e stimolo a generare capitale umano e sociale; su questo alcune realtà cooperative insegnano che oltre a dare un servizio si può fare formazione ai giovani, si può far diventare eccellenza il lavoro per le persone svantaggiate, si può dare impulso all'economia locale, si possono intercettare con anticipo alcuni bisogni emergenti che altrimenti la politica ci metterebbe anni a comprendere. La partecipazione dei cittadini e delle loro organizzazioni formali ed informali alla gestione dei beni comuni va rafforzata con i Patti di collaborazione
5. Qual è suo piano per la riduzione dell’emergenza sociale sulla casa, che vede centinaia e centinaia di famiglie in lista d’attesa per una casa ad affitto sociale o comunque moderato?
Il confronto con gli operatori sociali ha evidenziato un gap tra il bisogno espresso dai cittadini e la risposta dei servizi, tra capacità economica e offerta del mercato immobiliare. Sul tema casa incidono molto le regole che vogliono uno scarso turnover nelle case ERP, per cui oggi anche famiglie tra le prime in graduatoria faticano ad accedervi (necessario confronto al livello regionale e nazionale). Gli strumenti fin qui avviati sono su due livelli: regionale (Fondo morosità incolpevole e bando affitti) con buoni risultati, comune-TDA (Affitto casa garantito e Edilizia residenziale Sociale) con risultati in chiaroscuro
Una riflessione va fatta circa la possibilità di incrementare il patrimonio di immobili a disposizione attraverso l’acquisto di immobili o l’acquisizione in comodato da privati in cambio di ristrutturazione; il tema è come bypassare il problema dello scarso turnover, idea potrebbe essere quella di convenzionarsi con enti e associazioni per la gestione/assegnazione delle case Alcuni dati: Carpi ha il più sfavorevole rapporto case popolari/abitante (1/130) se raffrontato con quello di molti comuni limitrofi (es. a Modena 1/66), vi sono circa 3000 alloggi sfitti. Il PRG prevedeva un’edificabilità fino a 500 case popolari, si è verificato l’acquisto di 12 proprietà… Ne discende un doveroso compito di analisi (es. confronto con Regione e Acer, indagine di mercato) di questo importante sbilancio tra domande di case popolari e offerta residenziale pubblica o comunque privata di mercato “agevolato”. Le proposte specifiche sono: - incremento del patrimonio comunale per alloggi ERP (attraverso acquisto di case all’asta o comodato, contrattazione con i costruttori in fase ) - soluzioni per edilizia abitativa per chi non può accedere alle casi popolari ma non ha reddito sufficiente per andare sul mercato. Vi sono fondi nazionali, può essere coinvolta Fondazione Cassa e anche CMB. (In Lombardia ad esempoio si sono realizzate le condizioni per una collaborazione tra CMB e Cariplo). - riqualificare aree ( immobili degradati via Lago Bolsena o Martiri Belfiore, Biscione, via Dorando Pietri ) con ristrutturazioni e progetti di portierato e mediazione - tavolo delle politiche abitative con proprietà, costruttori, associazioni per creare accordi locali di incentivo alle ristrutturazioni, messa sul mercato degli affitti a canone agevolato, creare quota di edilizia sociale nei nuovi insediamenti - una Fondazione per l’edilizia sociale che favorisca la messa in rete delle diverse opportunità/risorse, si occupi di fare cultura e di gestire anche soluzioni innovative come l'utilizzo della prefabbricazione leggera di qualità - forte impulso all' housing sociale, ad esempio attraverso bandi (esempio virtuoso nel comune di Vicenza tra i tanti)
6. Dobbiamo aspettarci da lei o da Carpi Futura qualche iniziativa rispetto all’attuale applicazione, per quanto spetta di competenza ai servizi comunali,  della legge 194 del 78? (per gli smemorati, stiamo parlando della legge sull’aborto)
Un buon amministratore non deve lavorare “contro” una legge ma per garantirne l'applicazione nel rispetto dei principi che la ispirano. Per un cattolico come me poi, da sempre impegnato anche nel campo della difesa della vita e dell'educazione all'affettività, la legge 194 è da difendere assolutamente perchè è il miglior punto di equilibrio tra diversi bisogni. Mi preme soprattutto rispondere al principio della libertà di scelta della donna, rispondere al dovere per il pubblico di offrire alla mamma (e, se possibile, insieme al papà) tutte le alternative e che la scelta non sia obbligata da motivi economici, dall'abbandono, dalla paura.

7. Esiste secondo lei una “emergenza sicurezza” a Carpi e se sì in cosa consisterebbe?
L'emergenza è l'insicurezza provata da tante persone, il senso di non poter vivere con sicurezza la propria casa e non poter appropriarsi a pieno degli spazi della propria città, la sensazione che la politica o minimizzi o esasperi il problema, ma non affronti mai le questioni rilevanti. L'emergenza è poi questo disagio forte di tanti ragazzi giovanissimi che li porta a fare vandalismo, ad assumere comportamenti a rischio. Ci vogliono regole, ci vuole maggior controllo del territorio (oggi è veramente scadente), ci vogliono strumenti di deterrenza (es. la dotazione del fotosegnalamento) ci vuole soprattutto un rapporto stretto tra cittadini e polizia locale (da qui la proposta del vigile di quartiere) per ricreare condizioni di fiducia. Ci vuole però un grande investimento educativo (anche educativa di strada) e nella pianificazione urbanistica della città la previsione di incrementare le aree di aggregazione.

8. In caso fosse Carpi Futura ad andare al ballottaggio contro Bellelli, se ne aveste la possibilità, accettereste di fare apparentamenti formali con le altre liste che si presenteranno alle elezioni (M5S e Lega)?
No, CF al ballottaggio, sebbene disponibile al dialogo con chiunque, non farà apparentamenti formali

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